EUCARISTIA
Dai Quaderni, di Maria Valtorta. ed. CEV
L’Eucaristia è il Cuore di Dio, è il mio Cuore. Vi ho dato il mio Cuore nell’Ultima Cena; ve lo do, purché lo vogliate, sempre. (…) Non darete il Cristo, se non formate in voi il suo Cuore amando l’Eucaristia che è Vita e Vita vera. 4.6.43
Vi sono i perfetti che mi cercano unicamente perché sanno che la mia gioia è di essere accolto nel cuore degli uomini e non hanno gioia più grande di questa di divenire una sola cosa con Me. In questi l’incontro eucaristico diviene fusione ed è tanto forte l’ardore che da Me emana e che da loro si sprigiona, che come due metalli in un crogiolo, noi si diventa una cosa sola. Naturalmente, quanto più la fusione è perfetta, tanto più la creatura prende l’impronta mia, le mie proprietà, le mie bellezze. (…)
In tutte le anime che vengono a Me con vero trasporto e puro cuore, Io porto grazie indicibili e trasfondo la mia grazia, di modo che esse procedono sulla via della Vita e anche se non raggiungono una santità clamorosa, riconosciuta dal mondo, raggiungono sempre la vita eterna, perché chi sta in Me, ha vita eterna. (…)
Il cielo più bello per Me è nel cuore delle creature che mi amano. Per loro, se la rabbia di Satana distruggesse tutte le chiese, Io saprei scendere, in forma eucaristica, dai Cieli. I miei angeli mi porterebbero alla anime affamate di Me, Pane vivo che dal Cielo discende. 10.6.43
Se realmente vi nutriste di Me col cuore, con l’anima, con la mente, con la volontà, con la forza, l’intelletto, con tutte le potenze vostre, cadrebbero gli odi e con gli odi le guerre, non vi sarebbero più le frodi, le calunnie, le passioni sregolate che creano gli adulteri e con questi gli omicidi, l’abbandono e la soppressione degli innocenti. Il perdono reciproco sarebbe non sulle labbra, ma nei cuori di tutti e sareste perdonati dal Padre mio. 10.6.43
Alla vostra povertà Io ho dato il Pane Eucaristico. Esso vi nutre le midolla dell’anima, dà vigore allo spirito, sostiene le forze spirituali, aumenta il potere di tutte le facoltà intellettuali, perché dove è vigore di vita, è anche vigore di mente.
Cibo sano trasfonde sanità. Cibo vero infonde vita vera. Cibo santo suscita santità. Cibo divino dà Dio. (…)
Io nella mia Eucaristia, vi ho lasciato i due segni di quello che occorre alla vostra natura di uomini poveri e alla vostra debolezza di uomini ammalati. Pane che nutre, vino che corrobora. 18.6.43
Se arrivate a credere Me nell’Eucaristia e di ricevere Me nella particola, non ammettete, nella grande maggioranza, l’infusione in voi dello Spirito, dal quale vi vengono palpiti, luci, impulsi di opere buone. Se credeste, con quella forza di cui il Mistero è degno, sentireste, nel ricevermi, entrare in voi una vita. Il mio avvicinarmi a voi vi dovrebbe ardere come l’accostarsi ad una ardente fornace. Il mio stare con voi dovrebbe farvi sommergere in un’estasi che vi astrarrebbe il profondo dello spirito in un rapimento di Paradiso. 18.6.43
A chi si rivolge a Me, gridando di aiutarlo e imitando la fede delle turbe di Galilea, Io mi comunicherò non solo col mio Corpo e il mio Sangue, ma con la mia Carità, col mio Intelletto, con la mia Forza, con la mia Volontà, con la mia Perfezione, con la mia Essenza. Sarò, nell’anima che sa venire a Me, come sono in Cielo, nel seno del Padre da cui procedo generando lo Spirito che è Carità e vertice di perfezione. 18.6.43
L’anima che ha ricevuto la sant’Eucaristia con le debite disposizioni, rimane sigillata per sempre, tanto che perfino in Cielo si potranno perfettamente distinguere da un’aureola splendente quelle anime che furono in vita dimora dello Spirito, templi di Dio vivo.
E’ gioia di Gesù essere accolto nel cuore degli uomini nell’Eucaristia, e se anche per gli uomini è gioia grande divenire una sola cosa con Lui, allora l’incontro Eucaristico, diviene fusione tanto più perfetta, quanto più la creatura somiglia a Gesù.
A tutte le anime che ricevono Gesù Eucaristico con vero trasporto e cuore puro, Gesù dà loro grazie indicibili, conducendole sulla via della vera Vita.
Con l’Eucaristia, alla luce dell’amore vedreste che Io vi porgo lo stesso mio Cuore, la parte superperfetta del mio Corpo perfettissimo, dalla quale sgorga la Carità stessa. 20-6.43
Il Pane Eucaristico, ci nutre la midolla dell’anima, dà vigore allo spirito, sostiene le forze spirituali, aumenta il potere di tutte le facoltà intellettuali, perché dove è vigore di vita, è anche vigore di mente.18.6.43
Per ottenere veri frutti dall’Eucaristia, non bisogna considerare questa come un episodio che si ripete a epoche più o meno distanziate nel tempo, ma farne il pensiero base della vita. Vivere pensando a Me – Eucaristia che mi appresto a venire o che sono venuto in voi, facendo dell’incontro un continuo presente che dura quanto dura la vostra vita. Non separarsi con lo spirito da Me, operare nel raggio che scaturisce dall’eucaristia, non uscire mai dalla sua orbita come stelle che ruotano intorno al sole e vivono per merito di esso. 19.6.43
La vita di Maria, mia Madre, fu tutta eucaristica. (…) Se Eucaristia vuol significare comunione, Maria visse eucaristicamente per quasi tutta la vita. (…)Maria è stata l’anima eucaristica perfetta. Sapeva trattenere il suo Dio con un amore ardente, una purezza superangelica, un’adorazione continua. Come separarsi da quel cuore che viveva di Me? Io rimanevo in lei anche dopo la consumazione delle specie. 19.6.43
L’Eucaristia è il mio Cuore che Io distribuisco a voi. Dono più grande e amoroso non potevo farvi. Se quando ricevete la Comunione sapeste vedere Me che vi do il mio cuore, non vi commuovereste? ma la fede dovrebbe essere tanto forte e tanto forte la carità, da farvi vedere questo. (…) Allora vedreste Me, udreste Me dire sul Pane e sul Vino le parole della consacrazione, spezzare e distribuire il Pane porgendovelo con le mie stesse Mani. (…)
E alla luce dell’amore vedreste che io vi porgo lo stesso mio Cuore, la parte superperfetta del mio Corpo perfettissimo, quella dalla quale sgorga la Carità stessa. 20.6.43
L’Eucaristia è il mio Sangue e il mio Corpo, ma avete mai riflettuto che quel Sangue e quel Corpo sono stati formati col sangue e il latte di Maria?
Ella, la purissima che accolse il Cielo nel suo grembo vestendo delle sue carni di candore immacolato il Verbo del Padre dopo le nozze divine con lo Spirito Santo, non s’è limitata a generare il Salvatore. L’ha nutrito del suo latte. Onde voi, uomini che di Me vi cibate, succhiate il latte di Maria che è divenuto sangue in Me. 4.7.43
Il Sacramento condensa corpo e Sangue, Anima e Divinità del tuo Gesù. Perciò pregando con spirito di riparazione Me Eucaristia, si prega non solo il mio Corpo ma il mio Sangue oltre l’Anima e la Divinità. Perciò le riparazione al mio Sangue vengono assorbite da quelle date all’Eucaristia in cui Io sono “tutto”. Chiedo che il mio Sangue sia amato e usato per gli infiniti bisogni delle anime. Non lasciate infruttuoso questo oceano di potenza le cui onde sono date dal mio Sangue. Ma se sarebbe bene che il Sangue del Redentore avesse molto maggior culto di quanto non abbia, è anche vero che, data la sua santità, Io affido questo culto e questo ministero alle anime più dotate di doti spirituali. 12.7.43
Anche nel frammento più minuscolo, Io sono come in seno al Padre e intorno a Me sono gli angeli che adorano. 27.10.43
Infinite sono le chiese dove sono solo. Vieni col tuo spirito in esse. Supplisci alle altrui mancanze d’amore. Impara da Me a dire:
“Ho ardentemente desiderato. Ho ardentemente desiderato di venire a Te, Gesù che stai tutto solo su tanti altari, per dirti che ti amo con tutta me stessa. Ho ardentemente desiderato di vederti, o mio eucaristico Sole. Ho ardentemente desiderato di consumare il mio Pane che sei Te. Per tanto desiderio abbi pietà della tua serva, Signore: Lasciami venire al tuo celeste altare ad adorarti in eterno, o Agnello di Dio. Fa che io ti veda con l’anima rapita nella tua gloria, o mio divino Sole che ora mi appari velato per debolezza della mia condizione di vivente. Lascia che io ti ami, come ti vorrei amare, per la beata eternità. Aprimi le porte della vita, Gesù Vita mia. Vieni, Signore Gesù, vieni. Nella Comunione della Luce perisca ciò che è carne, e lo spirito conquisti Te, mio Unico e Trino Iddio, solo amore dell’anima mia”. 27.10.43
Il Datore della vita che per nutrirvi, non solo alla vita corporale, per la quale vi fa germinare e spigare il grano, quanto per la vita spirituale, vi dà il Pane che gli angeli adorano perché è la Carne del Figlio di Dio. Ve lo dà chiedendovi in cambio amore e fede e anzi come Mendico santo vi prega di accoglierlo in voi, perché esser con voi fa la sua gioia.
In voi quel Pane, si trasforma in Vita e Grazia, Salute, Luce, Gioia, Sapienza. Tutto divenite quando siete un tutto col Figlio di Dio. Parla soavemente la Parola del Padre quando sta come cuore nel vostro seno; ed è la mia Parola quella che conserva per la Vita eterna coloro che non abiurano la loro figliolanza soprannaturale. 6.11.43
Accogliere la Parola di Dio è come accogliere il Pane del Cielo. E’ il Pane del Cielo che si fa in noi Parola per divenire Pane allo spirito dei fratelli. E’ l’Eucarestia della Parola, non meno santa dell’Eucaristia dell’altare, perché venuto in noi, il Cristo eucaristico ci porta la sua Parola, tanto più o meno sentita quanto più in noi è vita di spirito e venuto in noi il Cristo Maestro ci porta il suo nutrimento che ci rende atti a fare sempre più dell’Eucaristia il cibo di vita eterna.11.1.44
Coloro che hanno fame di Giustizia, fame di Verità, fame di Sapienza, per questi miei benedetti, Io do un Pane che li aiuta a gustare sempre meglio l’altro Pane che sono Io – Eucaristia. Anche nella mia vita pubblica ho fatto precedere il pane della Parola al pane del Sacramento. E’ sempre quello che deve preparare a Questo. La Chiesa docente c’è per questo, per perpetuare il mio ministero di Maestro e farvi capaci di trarre dal Sacramento il massimo del potere vitale. 16.3.44
Nell’Elevazione è la crocifissione. “Quando sarò elevato trarrò tutti a Me” e quando da un altare Gesù viene elevato, ecco che meco traggo tutti i palpiti dei presenti, tutti i bisogni, tutti i dolori, tutte le preghiere e con essi si presenta al Padre e dice:” Eccomi, il Consumato d’amore ti chiede o Padre, di dare per questi “miei” tutto, perché tutto Io ho dato per essi. 18.5.44
La passione e morte del redentore si rinnova continuamente nella S. Messa, sacrificio incruento dell’altare affinché, gli uomini di tutte le epoche partecipino a questo sacro mistero, il Signore ha voluto sospendere nel tempo il sacrificio della Croce. —
La Messa ripete i tre punti più importanti della vita di Gesù Cristo, Verbo di Dio incarnato. Quando alla Consacrazione, le specie divengono Carne e Sangue, ecco che Io m’incarno come un tempo, non nel seno della Vergine, ma nelle mani di un vergine. Ecco perché nei miei sacerdoti richiedesi verginità angelica. Guai ai profanatori che col corpo insozzato da unione carnale, toccano il Corpo di Dio! Perché se il vostro corpo è tempio dello spirito Santo e perciò deve essere conservato santo e casto, il corpo del sacerdote al cui comando Io scendo dal Cielo per divenire Carne e Sangue e come nella cuna, poso nelle sue mani, deve essere più illibato di un giglio e col corpo la mente, il cuore, la lingua.18.5.44
Quando viene consumato il Sacrificio con la consumazione delle Specie, ecco che Gesù torna al Padre e dice a noi: “Io vi benedico. Sono con voi sino alla fine del mondo” come il mattino dell’Ascensione. Per amore m’incarno, per amore mi consumo, per amore ascendo. Per perorare in vostro favore. E’ sempre l’amore quello che regna nelle mie opere. (…) 18.5.44
Medita la Messa in queste luci che Io t’illumino. E pensa che non vi è attimo del giorno in cui un’Ostia non sia consumata per amore di voi e un Sangue consacrato per aumentare le celesti piscine in cui si mondano gli spiriti degli umani, si sanano le infermità, si irrigano le aridità, si fecondano le sterilità, si fa di Dio ciò che era dell’errore. 18.5.44
Io, dice il Signore Uno e Trino, conoscendo gli uomini tanto facili a dimenticare leggi e benefici, ho sostituito ad una Legge e ad un Patto, scritti e conservati in cose morte, (..) una Legge e un Patto scritti su una Carne con un Sangue che son divini e conservati, sempre vivi, come quando servirono per l’Alleanza col Cielo, in un tabernacolo che nella sua piccolezza è immenso quanto il Cielo, poiché lo contiene tutto, e nella sua innumerabilità, che fiorisce in ogni angolo della terra, dà testimonianza della onnipotenza di Dio. 24.5.44
Il mio Cuore è l’Eucaristia viva. Da dove si parte l’amore? Dal cuore. Cos’è l’Eucaristia? E’ amore. Ecco dunque che quando pensate all’Eucaristia, potete dirvi: “Ecco il Cuore del Cuore di Gesù” e quando pensate al mio Cuore, potete dirvi: “Ecco la matrice in cui si formò l’Eucaristia”. Il mio Cuore! L’Ostia che si è immolata anche oltre la morte, volendo essere spaccato anche dopo che aveva tutto sofferto per essere non solo martirizzato dal tradimento, dall’abbandono e dalla tortura, ma anche vilipeso anche oltre la vita per dare le ultime stille che erano ancora nelle latebre di un martire svenato. L’Ostia che fu ostia quando ancora non era che Pensiero e che divenne, che si fece Cosa, per essere Ostia. 13.6.44
Da questo Tabernacolo, da questa Croce, da questo Cuore non escono che parole d’umiltà. Sono Dio e sono servo vostro e sto qui in attesa che mi diciate: “Ho fame” per darmi Pane a voi. Sono Dio e mi espongo ai vostri occhi su un legno che era patibolo infame, nudo e maledetto. Sono Dio e vi prego di amare il mio Cuore. 14.6.44
Il Sangue da peccatori vi ha fatto giusti. Il Pane da giusti vi fa santi. Un bagno monda ma non nutre, rinfresca, ristora, ma non si fa carne nella carne. Il cibo invece, diviene sangue e carne, diviene voi stessi. Il mio Cibo diviene voi stessi. (…) Il mio Cibo vi farà sani e forti nella virilità dello spirito e saprete amare gli altri più di voi stessi, come Io vi ho amati. Questo cibo diviene sangue e carne, diviene voi stessi. Nutrite il vostro io spirituale del Cibo vero che dal Cielo discende e che dal Cielo vi porta tutte le energie per farvi virili nella Grazia e saprete amare gli altri più di voi stessi, come Io vi ho amati. 14/6/44
Amatevi come Io vi ho amati. (…) Perciò senza superbie. Da questo tabernacolo, da questa croce, da questo Cuore non escono che parole di umiltà. Sono Dio e sono Servo vostro e sto in attesa che mi diciate: “ Ho fame “ per darmi Pane a voi. Sono Dio e mi espongo ai vostri occhi su un legno che era patibolo infame, nudo e maledetto. Sono Dio e vi prego di amare il mio Cuore. (…)
Vi ho indicato il mio Sangue per vostra purificazione. (….) vi indico questa Mensa e questo Pane. Il Sangue da peccatori vi ha fatto giusti. Il Pane da giusti vi fa santi. Un bagno monda ma non nutre. Rinfresca, ristora, ma non si fa carne nella carne. Il cibo invece diviene sangue e carne, diviene voi stessi. Il mio Cibo diviene voi stessi.14.6.44
Cuore di Gesù. Vedi 1.6.46 in S.S. Trinità
Il Sole è la mia Eucaristia, perché in essa è benedicente il Padre, amante lo Spirito, mentre Io, il Verbo, opero. Venite e prendete. Questo è il Cibo che ardentemente chiedo sia consumato da voi.
Io sono cibo per lo spirito e cibo per il pensiero. Lo spirito si nutre della Carne di un Dio. Essenza effusa da Dio, non può aver cibo che da ciò che è la sua matrice. Il pensiero si nutre della mia Parola che è il pensiero di un Dio. 14.6.44
Comunione ben fatta è quando chi la riceve come chi la amministra, lo fa con quella riverenza che tale Sacramento merita e serve a rendere sensibile il mistero. 24.6.44
Che cosa è l’Eucaristia? Il miracolo più grande, più santo, di Dio. E’ Dio. E’ Dio perché nell’Eucaristia vi è il Figlio di Dio, Dio come il Padre, Dio fatto carne per l’Amore, ossia per Dio che Amore è, e per opera dell’Amore, ossia per opera della terza Persona. E’ Dio perché è miracolo d’amore, e Dio è dove è amore. L’amore testimonia Dio più di ogni parola o devozione, o atto, o opera. Io, Autore di questo miracolo che è testimonianza della potenza di Dio e della sua natura – l’Amore – rendo onore a questo miracolo. PER DIRVI CHE è VERO, PER DIRVI CHE è SANTO, PER DIRVI CHE VA VENERATO COL MASSIMO DEI RISPETTI. Gesù – Maestro adora la sua Natura divina nell’Eucaristia. (…) per insegnarlo a fare a voi. 27.12.44
Comunione può dirsi la Parola e può dirsi il Pane. Perché la prima è Comunione di Dio-Spirito allo spirito e intelletto dell’uomo, e l’altra è Comunione di Dio Carne e Sangue all’uomo tutto, per trasformarlo in Dio per operazione di grazia santissima e d’infinito amore. (…) Questi Cibi che dal Cielo vengono, fra loro si aiutano e si completano, dando la completa ed eterna Vita secondo la promessa del Verbo Gesù: “Chi custodisce le mie parole non vedrà la morte in eterno” e “Chi mangia questo Pane vivrà in eterno”. Az. 20.6.46
L’Eucaristia è il miracolo ultimo dell’Uomo – Dio. La Risurrezione, il miracolo primo del Dio-Uomo che da se stesso trasmuta il suo Cadavere in Vivente eterno. L’Eucaristia, trasformazione delle specie del pane e del vino in Corpo e Sangue di Cristo, è al limite fra le due epoche come una stella, quella del mattino fra i due tempi che hanno nome, notte e giorno. (…) L’Eucaristia è la Stella del mattino del tempo nuovo. La sua luce di miracolo d’amore è presagio d’alba, dell’alba del tempo di Grazia. 19.1.47
Nell’Ultima Cena, ultimo atto del Maestro, Io, Sposo, ho mutato non l’acqua in vino, ma il vino in Sangue mio per una nuova trasformazione che vi aiutasse, o uomini, ad essere felici della mia felicità che è santa ed eterna. (…) Io vi ho dato l’Eucaristia, il mio Sangue, perché beveste la mia stessa forza e forti foste e la mia ilare volontà di servire Iddio e diveniste eroi come il Maestro vostro e la mia gioia fosse in voi. Né quel miracolo di trasformazione di una specie nell’altra ha più avuto fine. La mia Eucaristia empie i calici e le pissidi di tutta la terra da secoli e sino alla fine dei secoli gli affamati, gli esausti, i sitibondi, gli stanchi, gli afflitti, i morenti e quelli che appena cominciano a vivere con ragione, i puri come i penitenti, i malati come i sani, i sacerdoti come i laici, gli uomini d’ogni razza e condizione, sulle vette e sulle pianure, fra le nevi polari e all’equatore, sulle acque e sulle terre, vengono a bere, a mangiare, a nutrirsi, a salvarsi, a “vivere” del mio Sangue e della mia Carne, di questo Vino dato alla fine del Convito, alle soglie della Redenzione, perché fosse il Convito perpetuo dello Sposo a chi lo ama e la Redenzione continua dei vostri languori e cadute.
La Cena di Pasqua: La transustanziazione del pane e del vino nel mio Corpo e nel mio Sangue (…) a segnare il principio della transustanziazione degli uomini in figli di Dio per la grazia rivivente in loro. L’ultimo miracolo dell’Uomo-Dio. Il primo e perpetuo miracolo dell’Amore umanizzato. 19.1.47
Dal libro di Azaria
Riflettete alla parola del S.S. Iddio: “E così Io provi se egli cammina o no secondo la mia Legge”. Infatti, chi cibandosi della Santissima Eucaristia, cibo che non è dato agli angeli stessi, ma che l’Infinito Amore dà agli uomini, non si santifica, ma resta qual era o regredisce nel peggiore, mostra di non camminare secondo la Legge, perché con l’anima in ostinata colpa, più o meno grave, deve prendere quel Cibo dato che esso Cibo non giunga a mutarlo.
Eucaristia e buona volontà – Eucaristia: amore di Dio, e buona volontà, amore dell’uomo – insieme unite non possono che produrre santità. Az. 14.4.46
Le anime devono preparare ciò che hanno abitualmente: il fervore, il pentimento, i propositi per andare degnamente e con utilità a ricevere il Pane del Cielo. (Az-61) 14.4.46
L’Eucaristia è “ il compendio dell’amore dei Tre”. Ora ti dico che l’Eucaristia è “il compendio dell’amore di Gesù in cui è già il compendio del Trino Amore Perfetto”. E questo tutto ti dica. Az. 20.6.46
Molti, dimentichi dell’ammonimento di Paolo, vanno alla Mensa Santa senza “provare se stessi” e mangiano di quel Pane, si abbeverano di quel Sangue, con l’anima impura e Pane e Sangue, che sono Redenzione, condanna diventa, essendo sacrilegamente ricevuti dal peccatore. Non per questo, Egli, il Divino, si è fatto Uomo e si è dato, ma affinché l’uomo diventi dio. Non si è fatto Pane per darvi morte, ma per darvi Vita. (…)
Guai a quelli che scientemente fanno del Pane del Cielo la loro condanna, il tossico che uccide, usando del Sacramento più sublime con sacrilega maniera. E male anche a chi ne limita la potenza trasformatrice ricevendolo con indifferenza e con tiepidezza, senza verace volontà di trasformarsi, in Dio e con l’aiuto di Dio, per essere sempre più degni di riceverlo. Az.20.6.46
Vita eucaristica: vita di fusione. La Comunione non cessa quando uscite dalla Chiesa o quando le specie si sono consumate in voi. Essa “vive”. Non più materialmente, pure vive, con i suoi frutti, con i suoi ardori, con la coabitazione, anzi con l’inabitazione di Cristo in voi, con la vostra fruttificazione in Cristo, perché “il tralcio che resta unito alla vite porta frutto”, e “chi resta in Me e nei quali Io rimango, costoro portano molto frutto”.
Vita eucaristica: vita d’amore. (…)
L’Eucaristia tiene presente il Cristo in tutte le sue operazioni di Cristo. La sua Incarnazione: l’Eucaristia è una perpetua Incarnazione del Cristo. La sua vita nascosta: il Tabernacolo è una continua casa di Nazareth. La sua vita di operaio: Gesù – Eucaristia è l’artefice instancabile che lavora le anime. La sua missione di Sacerdote presso chi muore o chi soffre, come presso il letto di Giuseppe morente e presso tutti quelli che a Lui andavano per essere consolati, così ora Gesù è là per consolare, consigliare, fortificare, domandare, come ai due discepoli di Emmaus: “Perché siete così tristi?” e rimanere con voi, Amico Cireneo, mentre “si fa sera e il giorno declina” mentre si consuma la via della Croce e l’estrema immolazione. (…)
Gesù Eucaristia v’insegna a parlare e a tacere, a operare e a contemplare, a soffrire e umiliarvi e soprattutto ad amare, amare, amare.
Lo Spirito Santo dà i lumi per comprendere, ma il Verbo Incarnato e divenuto Eucaristia, dà i fuochi per parlare e convertire per la Carità che è quella che abbatte le eresie, sana i cuori, li fa dotti di Dio e Dio li guida. E dà gli ardori per essere martiri.
Dalle labbra della creatura eucaristica fluisce la Sapienza, perché vita eucaristica è anche vita di Sapienza, e dal cuore esce l’eroismo, perché l’Eucaristia comunica Cristo, l’Eroe S.S. e perfettissimo. E vita eucaristica è vita apostolica, perché Gesù dentro di Voi, in apostoli vi muta, e mai è disgiunto, dal grado di vita eucaristica raggiunta, il grado di apostolo più o meno potente.
E infine, vita eucaristica è vita deificata dalla Carne e Sangue, Anima e Divinità di Gesù che scende in voi, a fare in voi dimora. Az. 20.6.46
Che diverrà il vostro corpo nel cui intimo scende il Corpo S.S. e si annulla nelle Specie, assorbite, come ogni cibo dell’uomo, dai succhi che lo mutano in sangue vostro? Capite? In sangue vostro. Il vostro sangue, di voi che vi cibate della SS. Eucaristia, contiene, non metaforicamente, ciò che fu Specie del Corpo S.S. così come lo spirito vostro trattiene la grazia che da questo Corpo completo, dotato di Carne, Sangue, Anima come quello di ogni uomo, e in più di Divinità essendo il Corpo del Verbo Divino, si emana.
Se il vostro corpo santo dovrebbe essere perché tempio allo Spirito Santo che in voi discende e alita, che dovrebbe divenire, per essere degno tabernacolo al Dio che viene ad abitarvi – più, a fondersi a voi, a divenire voi – e, poiché il Maggiore non può essere assorbito dal minore: ad assorbirvi, a farvi divenire Lui, ossia dèi come Egli è Dio? Io ve lo dico: dovreste con ogni sforzo imitare la Vergine alla quale il Verbo si unì tanto da farsi Carne della sua carne e Sangue del suo sangue e ricevere vita da Lei, ubbidendo ai moti del cuore materno, alle leggi vitali materne, per formarsi ed essere Gesù. Az. 20.6.46
Nel Tempo Nuovo, nell’era di Cristo, i cristiani hanno non già la Prima o la Terza Persona, ma hanno la completezza di Dio Uno e Trino in Gesù Cristo Signore S.S. L’hanno per la Grazia e per i Sacramenti e specie per il Sacramento dell’Amore nel quale col Corpo, Sangue, Anima e Divinità del Verbo Incarnato, sono il Padre e il Paraclito inscindibili dalla Divinità della Seconda Persona per la sublime Unità dei Tre Dei che sono un sol Dio. Az.29.9.46
Maria e l’Eucaristia
Maria è stata l’anima eucaristica perfetta. Sapeva trattenere il suo Dio con un amore ardente, una purezza superangelica, un’adorazione continua. 19.6.43
Mia Madre, eterno ciborio vivo in cui scese il Pane che viene dal Cielo. Chi mi vuole trovare, ma trovare con la pienezza delle doti, deve cercare la mia Maestà e Potenza, la mia Divinità, nella dolcezza, nella purezza, nella carità di Maria. E’ Lei che del suo Cuore fa il ciborio per il Cuore del suo e del vostro Dio.
Il Corpo del Signore si è fatto corpo nel seno di Maria ed è mia Madre che con un sorriso ve lo porge come se vi offrisse il suo amatissimo Pargolo deposto nella cuna del suo purissimo, materno cuore. E’ gioia di Maria, nel Cielo, darvi la sua Creatura e darvi il suo Signore. Con il Figlio vi dà il suo cuore senza macchia, quel cuore che ha amato e sofferto in misura infinita. 23.6.43
E’ sempre Maria quella che ci dà Gesù. E’ Lei la portatrice dell’Eucaristia, è Lei la Pisside viva. Chi va a Maria trova Gesù. Chi Le chiede Gesù da Lei lo riceve.
Nell’Eucaristia Gesù si rende presente con la sua divinità e con il suo Corpo Glorioso, quel Corpo a Lui donato dalla nostra Mamma Celeste, vero corpo nato da Maria.
Pensate agli ineffabili trasporti di mia Madre curva sulla mia cuna o al palpitante altare, più candido del giglio e fatto luminoso dall’amore, del suo corpo castissimo portante Me, o delle sue braccia, del suo seno, fatti guanciale ai sonni del Dio Bambino. (…)
Maria l’adoratrice del Pane Vivo disceso dal Cielo, della Carne e del Sangue del Figlio di Dio e di Maria. 27/10/43
O Madre mia! Per il Pontefice e per l’ultimo dei credenti sei tu la santa Pisside in cui l’Eucaristia attende di essere data a chi crede. Tutte le grazie passano attraverso il tuo corpo inviolato, attraverso il tuo cuore immacolato. 2.8.44
Maria, mia Madre fu la perfezione delle anime eucaristiche. Eucaristia vuol dire avere Dio in se stessi con la sua Divinità e con la sua Umanità. Maria ebbe Dio nel suo spirito con la sua Divinità da quando fu concepita nel seno di Anna; ebbe Dio con la sua Umanità quando da figlia divenne Sposa di Dio e di Dio fu gravida; ebbe Dio con il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità, dalla sera del Giovedì Santo alla sua Dormizione, perché l’Eucaristia fu il suo Cibo, e il suo seno e il suo spirito furono il ciborio dell’Eucaristia. 18.4.46
Il Figlio divenuto Pane e la Madre beata, che voi, cibandovi di Lui, di Lei anche vi cibate. Perché voi di che vi nutrite se non del Pane che è il Figlio di Maria, da Lei, Purissima e dolcissima, formato Uomo col meglio di Se stessa: col sangue vergine, col suo latte di Madre vergine, col suo amore di Sposa Vergine? Az. 20.6.46 168
Si è fatta fior di farina. Non è un modo di dire! Per vostro amore, per amor degli uomini, si è immolata, si è ridotta in polvere fra le mole dell’ubbidienza e del dolore, Lei, l’Intatta che non le nozze, non il Parto, non la Morte, hanno potuto incidere, violare o ridurre in polvere come ogni mortale.. Solo l’amore. Esso l’ha consegnata alla macina in cui la Corredentrice è divenuta da spiga, fior di frumento. Az. 169 – 20.6.46
Il Pane vero è Gesù ma è anche Maria, che ha della Parola fatto un Uomo per darlo agli uomini, a redenzione e nutrimento.
Sapienza, Vita, Forza è questo Pane: Ma è ancor Purezza, Grazia, umiltà. Perché se questo Pane è Gesù, questo Pane è ancor Maria che ha fatto Gesù col fiore del suo corpo e col miele del suo Cuore. Pane che ricorda la Passione divina, Pane che ricorda il vero Corpo e il vero Sangue di Gesù Cristo, ma Pane che, per aiutarvi ad esser degni di fruire della Redenzione, che è la Consumazione dell’Agnello sull’Altare della Croce, deve pure ricordarvi la Dei para che quel Pane formò nel suo Seno. (Az-171) Az. 20-6-46
L’adorazione ha lo scopo di sostenere lo sguardo della nostra fede con la visione dell’Ostia consacrata, predisponendo una coscienza più lucida, per quanto imperfetta, della presenza trascendente di Dio. L’anima tende all’adorazione spontaneamente perché si ricorda del Cielo. Il vero Dio è Amore e Pietà. 154.4
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S.Messa e l’Eucaristia
Il nome più giusto della Messa come voi ormai la dite, o Sacrificio dell’Altare, è “Frazione del Pane”. Perché la Messa si è iniziata la sera del Giovedì. Perché la Messa è il perpetuo ricordo dell’amore mio che supera l’ora e il momento. La Passione, la Crocifissione, la Morte furono l’ora e il momento storico del mio amore: l’Eucaristia è il SEMPRE del mio amore per voi. Perché la Messa è l’immolazione del Cristo, non solo contemplata solo in rapporto alla consumazione materiale del sacrificio con le sofferenze, le ferite, le battiture, la crocifissione, la morte, date dagli uomini, patite da Me rassegnatamente, in ubbidienza al volere del Padre per la salute del mondo, ma l’immolazione amorosa e volontaria di un Dio, del Verbo che si frange a darsi Pane, Cibo agli uomini, umiliandosi più ancora che per la morte di Croce. 18.11.47 Quad.tti 47.3
La Messa è la Frazione del Pane. E’ il sacrificio eucaristico. Ricorda anche il sacrificio del Calvario. Perché Io al tavolo della Cena ho detto, contemplando già il mio Corpo immolato, il mio sangue sparso per gli uomini: “Questo è il mio Corpo e questo è il mio Sangue del nuovo Testamento eterno che per voi e per molti sarà sparso in remissione dei peccati”. Ma la Messa è soprattutto il sacrificio del mio amore, il ricordo e la perpetuazione del mio divinamente e perciò infinitamente, folle amore per gli uomini. 47.3 Quad.tti
Le anime devono preparare ciò che hanno abitualmente: il fervore, il pentimento, i propositi per andare degnamente e con utilità a ricevere il Pane del Cielo. (Az-61) 14.4.46
L’Agnello santissimo che leva i peccati del mondo va offerto con quegli onori che a cosa sacra si conviene, ossia con mani monde, con monda veste, su prezioso drappo, su preziosa patena Quali? La vita intemerata, lo spirito che giorno per giorno si deve fare sempre più prezioso di virtù, sul cuore immolato con l’Immolato. (Az-49) 7.4.46
Gesù dice: “Nella notte della Cena” quando le mie mani spezzavano il pane della condivisione e offrivano il calice della comunione, pregustavo in me, nel profondo del mio essere, le terribili lacerazioni della Croce, sul Golgota della storia. Vedevo il mio corpo circondato da una turba di cani latranti, preda dei tori di Basan, oggetto d’insulto, di profanazione, di sacrificio e ancora peggio di abbandono e di disprezzo, ma il mio amore, l’amore per il Padre e per tutti era più forte della mia pena e dissi: “prendete e mangiate, questo è il mio Corpo, prendete e bevete questo è il mio Sangue”.
Mi consegnai così al più totale abbandono, come la mia nudità sulla croce esposta all’insulto, all’oltraggio e all’amore. Elevato fra cielo e terra punto di riferimento del fango di un’umanità deviata e blasfema e di tanti cuori assetati del mio farmi dono per tutti.
Come il mio corpo esangue trovò la sua pisside accogliente fra le braccia di mia Madre, mi sono consegnato alla Chiesa perché chiunque volesse incontrarmi potesse trovarmi nel suo seno e cibarsi di me e gustare nel mio tabernacolo la dolcezza trasformante delle mie carni immacolate fatto miele di roccia.
Volli ancora e per sempre essere esposto perché ognuno che mi avesse contemplato nell’annullamento del mio donarmi, potesse veramente gridare: “Questi è veramente il figlio di Dio” e trovare salvezza e godere della mia stessa gioia.
Quanta tristezza ho nel Cuore quando il mio Corpo è sepolto, chiuso a chiave nei tabernacoli come in una tomba sigillata e solitaria, piuttosto che essere esposto alla venerazione affettuosa dei poveri e degli amanti invitati a correre alle sorgenti della vita che sgorgano dal mio costato aperto.
Voglio amore non costruzioni, voglio cuori non cose, voglio vite non agitazioni psicomotorie, voglio anime che sappiano rimanere nel mio amore capaci di accogliere quell’effluvio di vita che fluisce dalla mia vite esposta sul monte per gridare col mio silenzio offerto che io sono aiuto e l’Amore non è amato. La Santa Messa ha la capacità di distruggere il male del mondo. Celebriamola ogni giorno con amore e con dolore in intima partecipazione di vita. Essa rinnova il sacrificio compiuto sul Calvario, lavando tutti i peccati del mondo.
Grande è la dignità di un rito, grandissima quella della S. Messa rito dei riti, così come l’Eucaristia è il Sacramento dei Sacramenti. Az.19.1.47
Il sesto giorno, ossia la vigilia del giorno del Signore, e ogni giorno di Mensa Eucaristica è giorno del Signore per l’anima, le anime debbono preparare ciò che hanno abitualmente: il fervore, il pentimento, i propositi per andare degnamente e con utilità a ricevere il Pane del Cielo. E beati quelli che ciò fanno. E beati quelli per i quali ogni giorno è vigilia al giorno del Signore e in perpetua preparazione dell’incontro mirabile, santificante, vitale, scorrono la loro vita. Az. 14.4.46
Nel calice di propiziazione che è offerto sugli altari quotidianamente è il mio Sangue e il pianto d’amore generoso delle anime-vittime. Perché il vostro dolore è amore. (…)
Ma nel calice era necessaria anche l’acqua insieme al vino. Il Sangue vivo e l’acqua del supremo sacrificio. E l’acqua del mio Costato fu la prima stilla della santa sorgiva che poi avrebbe alimentato le anime-vittime. (…)
Ecco il vino eucaristico che il sacerdote mette nel calice e lo alza, offrendolo per i bisogni del mondo e per suffragi a coloro che sono già fuori del mondo. Che alza soprattutto offrendolo colmo del mio Sangue e delle “ preghiere dei santi “ della terra, ossia i loro patimenti d’amore per onorare Iddio. E come nel Cielo fumano e profumano davanti al mio trono le orazioni dei Santi, così dalla Terra salgono gli incensi dell’adorazione al Signore Iddio, offerti dai giusti nella loro perpetua Messa, del loro sacrificio latreutico, eucaristico, propiziatorio, impetratorio, consumato insieme al al mio. 14.5.47