Nel 1903 Giovan Battista Tomassi, affetto da una forma gravissima di artrite, si recò a Lourdes per dimostrare che le apparizioni erano un’invenzione e con l’intenzione di suicidarsi con un colpo di pistola proprio davanti alla grotta di Massabielle. Là giunto, però, qualche cosa lo scosse a tal punto non solo da rinunciare al gesto suicida, ma da consegnare l’arma al vescovo che accompagnava il pellegrinaggio, monsignor Radini Tedeschi: «La Signora – gli disse – ha vinto». Di ritorno a casa, decise che agli ammalati e ai sofferenti si dovesse offrire la possibilità di pregare davanti alla Grotta di Lourdes e fondò l’Unital, associazione benedetta da Papa Pio X nel 1904.
da: http://www.radiovaticana.va/it1/Lourdes_2008/appunti.asp
L’ideatore dell’Unitalsi fu un giovane ammalato romano di 23 anni, Giovanni Battista Tomassi, nato il 29 novembre 1880, figlio dell’amministratore dei Principi Barberini, affetto da una forma artritica acuta e irreversibile e in carrozzella da quasi 10 anni. Era un ragazzo molto sofferente nel corpo, ma soprattutto molto tormentato nello spirito per la sua ribellione a Dio e alla Chiesa. Avendo saputo dell’organizzazione di un pellegrinaggio a Lourdes, il Tomassi chiede di parteciparvi con l’intenzione ben precisa, se non avesse ottenuto la guarigione, di compiere uno scandalo, un gesto di clamorosa sfida: suicidarsi ai piedi della Madonna (agosto 1903). Giovanni Battista Tomassi si fa trasportare a Lourdes, dove accade però che, giunto alla Grotta, viene colpito dalla presenza dei volontari che aiutano i malati ad entrare nella Grotta per pregare. Per tutti i giorni del pellegrinaggio è smarrito, sconvolto, taciturno e insieme pensieroso; non ottiene il miracolo, non attua il proposito di suicidarsi, ma alla stazione di Lourdes, al momento del rientro, chiede di parlare con il direttore spirituale del pellegrinaggio, il mons. Radini-Tedeschi, al quale con totale serenità, consegnando la pistola, dice: “Ha vinto la Madonna. Tenga, non mi serve più! La Vergine ha guarito il mio spirito”. Ed aggiunge: “Se Lourdes ha fatto bene a me, farà bene a tanti altri ammalati”. Manifesta così al vescovo e al giovane sacerdote che lo accompagna, don Angelo Roncalli (Giovanni XXIII), l’idea di fondare una specifica associazione. L’incontro con la Grotta di Lourdes provoca un profondo cambiamento in Tomassi che non ottiene la guarigione del corpo, ma certamente quella dell’anima. Giovanni Battista Tomassi, rientrato a Roma e seguendo i suggerimenti e i consigli di don Angelo Roncalli, si adopera attivamente per fondare, almeno, di fatto, l’Associazione, ma “se il merito di averla ideata spetta al Tomassi e al vescovo Mons. Radini-Tedeschi, quello della sua laboriosa realizzazione va condivisa con un piccolo gruppo di persone che per anni si è prodigato con grande generosità e intelligenza. Tra questi meritano un ricordo particolare: mons. Lorenzo Ciccone, presidente dal 1909 al 1929; il Prof. Carlo Costantini, consigliere fin dagli inizi e poi per tanti anni vice presidente; mons. Luigi La Vitrano, prima consigliere poi segretario generale; mons. Giulio Mancini che ricoprì, nel tempo, la carica di segretario generale, poi di tesoriere e quindi di vice presidente. Come si può facilmente comprendere, gli inizi dell’Associazione non sono stati senza difficoltà, incertezze e inconvenienti. L’Unitalsi, quindi, nasce nel 1903 e, superate le difficoltà organizzative ed economiche. Nel 1905 parte da Roma verso Lourdes, con un pellegrinaggio organizzato per la diocesi di Viterbo dal “Comitato Nazionale pro Palestina e Lourdes”: un gruppo di volontari e di pellegrini con nove ammalati, otto uomini e una donna, accompagnati dallo stesso Tomassi sempre gravemente ammalato e due assistenti.