O Verità che illumini il mio cuore,
fa’ che non siano le mie tenebre a parlarmi!
Mi sono gettato in mezzo a esse e mi sono trovato al buio,
ma anche da quaggiù ti ho amato tanto.
Mi sono smarrito, ma mi sono ricordato di te.
Ho sentito la tua voce alle mie spalle
che mi diceva di tornare indietro:
l’ho sentita a mala pena,
a causa del tumulto interiore
dell’inquietudine,
ma ecco che ora torno assetato
e desideroso della tua fonte.
Nessuno m’impedisca di avvicinarmi a lei:
ne berrò e vivrò.
Non devo essere io la mia vita:
da me sono vissuto male,
sono stato morte per me stesso;
in te ritorno a vivere.
Parlami tu, istruiscimi.
Credo nelle Scritture,
ma le tue parole sono molto misteriose.
Tu hai già dichiarato con forza, Signore,
all’orecchio del mio animo,
che sei l’eterno,
il solo che possiede l’immortalità
in quanto non muti di aspetto
né alcun movimento ti cambia,
e neppure cambia col tempo la tua volontà:
non sarebbe immortale una volontà
che ora è in un modo, ora in un altro.
Ciò mi è chiaro dinanzi a te;
ti prego che mi sia sempre più chiaro
e che io abbia a rimanere in tale chiarezza,
pieno di sapienza sotto le tue ali…
Agostino, Le Confessioni, XII, 10-11, Paoline
Agostino ai piedi del Crocifisso, con S. Monica e altri Santi.
[Chiesa della Consolazione, Palermo]
Agostino e S. Monica nel pensiero di Benedetto XVI
[Angelus del 27 agosto 2006]
“Tutta l’esistenza di Agostino fu un’appassionata ricerca della verità.
Alla fine, non senza un lungo tormento interiore, scoprì in Cristo il senso ultimo e pieno della propria vita e dell’intera storia umana.
Nell’adolescenza, attratto dalla bellezza terrena, “si gettò” su di essa – come egli stesso confida (cfr Confessioni 10,27-38) – in maniera egoistica e possessiva, con comportamenti che crearono non poco dolore alla sua pia madre. Ma attraverso un percorso faticoso, grazie anche alle preghiere di lei, Agostino si aprì sempre più alla pienezza della verità e dell’amore.
Egli rimarrà così modello del cammino verso Dio, suprema Verità e sommo Bene.
“Tardi ti ho amato – egli scrive nel noto libro delle Confessioni –, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ecco: tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo … Eri con me e io non ero con te … Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità”..
Ottenga sant’Agostino il dono di un sincero e profondo incontro con Cristo a tutti quei giovani che, assetati di felicità, la cercano percorrendo sentieri sbagliati e si perdono in vicoli ciechi.
Dio trascende l’uomo perché è Assoluto, Eterno, Unità, Amore assoluto – ma è anche una trascendenza di dono, cioè l’uomo è quello che è soltanto perché Dio gli dona
ESSERE VERITA’ AMORE
(e quindi gli dona)
l’Esistenza la Conoscenza la Redenzione nella Grazia