Festa del “Magnificat”, la Visitazione prolunga ed espande la gioia messianica della salvezza.
Maria, arca della nuova alleanza, è “teofora” e viene salutata da Elisabetta come Madre del Signore.
La Visitazione è l’incontro fra la giovane madre, Maria, l’ancella del Signore, e l’anziana Elisabetta simbolo degli aspettanti di Israele. La premura affettuosa di Maria, con il suo cammino frettoloso, esprime insieme al gesto di carità anche l’annunzio che i tempi si sono compiuti. Giovanni che sussulta nel grembo materno inizia già la sua missione di Precursore. Il calendario liturgico tiene conto della narrazione evangelica che colloca la Visitazione entro i tre mesi fra l’Annunciazione e al nascita del Battista. (Mess. Rom.)
Martirologio Romano: Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, quando venne da Elisabetta sua parente, che nella vecchiaia aveva concepito un figlio, e la salutò. Nel gioioso incontro tra le due future madri, il Redentore che veniva santificò il suo precursore già nel grembo e Maria, rispondendo al saluto di Elisabetta ed esultando nello Spirito, magnificò il Signore con il cantico di lode.
Dopo l’annuncio dell’Angelo, Maria si mette in viaggio frettolosamente” dice S. Luca) per far visita alla cugina Elisabetta e prestarle servizio. Aggregandosi probabilmente ad una carovana di pellegrini che si recano a Gerusalemme, attraversa la Samaria e raggiunge Ain-Karim, in Giudea, dove abita la famiglia di Zaccaria. E’ facile immaginare quali sentimenti pervadano il suo animo alla meditazione del mistero annunciatole dall’angelo. Sono sentimenti di umile riconoscenza verso la grandezza e la bontà di Dio, che Maria esprimerà alla presenza della cugina con l’inno del Magnificat, l’espressione “dell’amore gioioso che canta e loda l’amato” (S. Bernardino da Siena): “La mia anima esalta il Signore, e trasale di gioia il mio spirito…”.
La presenza del Verbo incarnato in Maria è causa di grazia per Elisabetta che, ispirata, avverte i grandi misteri operanti nella giovane cugina, la sua dignità di Madre di Dio, la sua fede nella parola divina e la santificazione del precursore, che esulta di gioia nel seno della madre. Maria rimane presso Elisabetta fino alla nascita di Giovanni Battista, attendendo probabilmente altri otto giorni per il rito dell’imposizione del nome. Accettando questo computo del periodo trascorso presso la cugina Elisabetta, la festa della Visitazione, di origine francescana (i frati minori la celebravano già nel 1263), veniva celebrata il 2 luglio, cioè al termine della visita di Maria. Sarebbe stato più logico collocarne la memoria dopo il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, ma si volle evitare che cadesse nel periodo quaresimale.
La festa venne poi estesa a tutta la Chiesa latina da papa Urbano VI per propiziare con la intercessione di Maria la pace e l’unità dei cristiani divisi dal grande scisma di Occidente. Il sinodo di Basilea, nella sessione del 10 luglio 1441, confermò la festività della Visitazione, dapprima non accettata dagli Stati che parteggiavano per l’antipapa.
L’attuale calendario liturgico, non tenendo conto della cronologia suggerita dall’episodio evangelico, ha abbandonato la data tradizionale del 2 luglio (anticamente la Visitazione veniva commemorata anche in altre date) per fissarne la memoria all’ultimo giorno di maggio, quale coronamento del mese che la devozione popolare consacra al culto particolare della Vergine.
“Nell’Incarnazione – commentava S. Francesco di Sales – Maria si umilia confessando di essere la serva del Signore… Ma Maria non si indugia ad umiliarsi davanti a Dio perché sa che carità e umiltà non sono perfette se non passano da Dio al prossimo. Non è possibile amare Dio che non vediamo, se non amiamo gli uomini che vediamo. Questa parte si compie nella Visitazione”. Autore: Piero Bargellini
Visitati da Maria
La Visita di Maria ci colma della gioia: della gioia della vita.
“Appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio seno”.
Maria ci visita, come è stata prima lei visitata dal germe della vita.
Ci visita e ci propone l’accoglienza dei germi di vita, di speranza e di pace.
Lei che è stata vista e considerata nella sua vita, diventa in nome di Dio e con la sua autorità offerta a noi della proposta della vita da accogliere, promuovere e esprimere.
“CHE COSA STAI ACCOGLIENDO COME GERME DI VITA OGGI?”
Questa è la domanda che suscita la visita di Maria in noi, oggi, adesso.
Cosa sono in grado di rispondere? Cos’è il germe della vita oggi per me?
Maria ci guarda, ci considera e ci visita con gli occhi e lo sguardo di Dio.
Affinché anche noi impariamo a visitarci a vicenda con questo stile, con questo spirito e con questa modalità, che fa crescere nella Chiesa ogni occasione di vita che Dio propone proprio attraverso Maria.
GRAZIE E GRAZIA.
Occasione della conclusione del mese di Maggio, per esprimere il nostro grazie a Maria, e per essere visitati così dalla grazia di Dio.
Dalle omelie di don Luciano Sanvito
Con la povertà del cuore potremo accogliere le esperienze altrui come doni. Le loro storie potranno collegarsi creativamente alla nostra, le loro esistenze potranno dare un nuovo significato alla nostra e il loro Dio parlare al nostro, in mutua rivelazione.
Henri Nouwen
Tu vedi che Maria non ha dubitato, ma ha creduto, e ha ottenuto perciò la ricompensa della sua fede. «Beata» – dice Elisabetta – «tu che hai creduto». Ma anche voi siete beati, perché avete udito e avete creduto: ogni anima che crede, concepisce e genera la Parola di Dio e riconosce le sue opere. Che in ciascuno sia l’anima di Maria, per glorificare il Signore; che in ciascuno sia lo spirito di Maria per esultare in Dio.
S.Ambrogio
Visitazione
Questo incontro delle due madri che attendono un figlio è fuori dell’ordinario. Nelle loro coscienze di credenti, illuminate dallo Spirito Santo, comprendono che il tempo della salvezza viene inaugurato da queste due giovani vite che portano in loro. E’ certezza che Dio non ci inganna, ci tiene tra le sue mani, ci vuole bene e guiderà ogni attimo della nostra esistenza per appoggiarla su di Lui.
Card. Carlo Maria Martini