LA PREGHIERA DI CONTEMPLAZIONE ( 2 )
La contemplazione è una dimensione essenziale della preghiera.
E, anche se la gente comune la ritiene al di fuori della propria portata, riservandone volentieri la specializzazione ad alcuni individui privilegiati, che dimorano nella quiete dei chiostri, essa deve entrare a far parte dell’esperienza ordinaria.
….. ha lo sguardo incendiato dalla luce
Il contemplativo ottiene in dono uno sguardo “diverso” sulle cose,
sulle persone, sugli avvenimenti della storia.
Uno sguardo penetrante, senza essere indagatore.
Sicuro, ma privo di durezza.
Dolce, disarmato, che non vuol dire ingenuo.
Uno sguardo intelligente, ossia capace di esplorare
le profondità senza divagare in superficie.
L’intelligenza di un cuore bruciato dalla passione dell’invisibile.
…ha capacità di sintesi
Lui vede meglio perché riesce a “prendere le distanze” dalla realtà,
a collocarsi nella prospettiva giusta.
Ha uno sguardo d’insieme, globale,
che gli consente di osservare le cose nelle loro vere proporzioni.
Non drammatizza una difficoltà, un’incomprensione, un rifiuto.
Riesce ad interpretare anche le realtà meno piacevoli,
in un contesto di grazia.
Non sprofonda mai nello scoraggiamento.
Ed è sempre pronto a riprendere il cammino.
…..è magnanimo
Non è intollerante, fanatico, aggressivo.
Non ha pregiudizi, rispetta le vocazioni, i punti di vista diversi
e non ha la pretesa di imporre come assoluta la propria esperienza.
Si mantiene al di fuori delle mischie, dei personalismi,
delle vanità e degli arrivismi.
E’ sempre pronto al perdono, alla comprensione,
alla dimenticanza delle offese.
Capace di cogliere l’essenziale, non perde tempo
in ciò che ha poca importanza.
….è longanime
Deciso, tiene ben presenti la meta e gli obiettivi,
ma non si lascia dominare dall’impazienza.
Sa aspettare.
Sceglie i tempi lunghi, convinto che ogni vera maturazione
è sempre piuttosto lenta.
E’ consapevole del fatto che non si può arrivare
al termine del cammino scavalcando le tappe intermedie.
Per questo sopporta serenamente i contrasti, le opposizioni,
perfino le persecuzioni.
E’ sicuro che Dio, anche quando tace, ha sempre l’ultima parola.
Perciò vive nella pace, pur nell’infuriare della tempesta.
…..è silenzioso
Il contemplativo si riconosce non dai discorsi, ma dalla calma, dalla serenità, dalla pace, dal silenzio luminoso che emana dalla sua persona.
Lui reca sul volto le stimmate della luce.
Se lo incontri, ti ritrovi arricchito, illuminato dentro, pacificato.
….è umano
Un’esperienza del divino che non renda più umani è alquanto dubbia.
L’umanità rappresenta uno dei segni più credibili della vera contemplazione.
Così il contemplativo si rivela sensibile, delicato,
attento alle necessità del prossimo,
capace di compatire le miserie e le debolezze altrui.
Non si vergogna di vere un cuore.
Manifesta tenerezza; ama la solitudine,
ma è anche l’uomo dell’incontro e dell’amicizia.
Gode per le piccole cose e partecipa alle gioie degli altri.
E’ attraverso la sua straordinaria umanità che il contemplativo ti fa sospettare la presenza di Dio in mezzo a noi.
….ha il senso dell’umorismo
Il contemplativo “è leggero”, perché non appesantito dal proprio io,
dalle preoccupazioni di se stesso, del successo, della vanità, della carriera.
Non si prende troppo sul serio.
Sa ridere di sé.
Si adatta alle circostanze con elasticità.
Per lui, il lasciarsi mettere in discussione dalle circostanze della vita,
diventa una forma di sottomissione alla volontà di Dio.
Il contemplativo si costruisce una nicchia nel cuore,
ridimensionando gli altri e se stesso,
abbattendo impalcature ingombranti per coltivare,
nel terreno dell’ umiltà, il fiore prezioso del sorriso.
O Gesù, ti chiedo :
che la fede sia l’Amore che attende,
che l’adorazione sia l’Amore che si prostra,
che la preghiera sia l’Amore
che s’incontra,
che la fatica sia l’Amore che lavora,
che la mortificazione sia l’Amore
che s’immola ,
che soltanto il tuo Amore, o Gesù,
diriga i miei pensieri,
le mie parole e le mie opere.
(B.Elena Guerra)
L’anima dell’uomo che accetta di amare Dio diviene un “paradiso in terra”,
con la presenza reale della Trinità in sé, con l’attività folgorante dello Spirito
e con la volontà suprema da parte di Dio “di manifestarsi,
cioè di farsi conoscere all’uomo”.
Sì; l’amore ci ha ridotti al nulla.
Ci ha tolto ogni presunzione di sapere, di essere;
ci ha ridotti alla vera infanzia spirituale.
Ho tenuto la mia anima
in pace e in silenzio
come un bambino
contro sua madre.
Ecco lo stato più alto della preghiera:
essere bimbi nelle braccia di Dio: tacere, amare, godere.
E se, per questa benedetta voglia di dir qualcosa, di far qualcosa, proprio ti è necessario aprir la bocca, allora fa’ così: scegli una parola, una piccola frase che esprima bene il tuo amore per Lui; e poi ripetila, ripetila con pace, senza cercare di formulare pensieri, senza muoverti, ridotto ad un piccolo punto amante dinanzi a Dio Amore.
E, trasformata questa parola o questa frase in un dardo d’acciaio, simbolo del tuo amore, batti, batti contro la spessa nube dell’inconoscenza di Dio.
Non distrarti, qualunque cosa avvenga. Caccia via anche i buoni pensieri;non servono a nulla.
Il grado superiore della contemplazione, qual si può ottenere in questa vita, risiede tutto interoin questa oscurità e nube d’inconoscenza e con uno slancio di amore e uno sguardo cieco si portano sull’essere nudo di Dio, in Lui stesso e di Dio solo.
Un cieco slancio d’amore che si porta su Dio, considerato in Lui stesso, e che preme segretamente sulla nube dell’inconoscenza è più profittevole alla tua anima, più nobile di qualsiasi altro esercizio.
Esso veramente piace a Dio, ai Santi e agli Angeli del Cielo; ed è veramente utile a tutti coloro che tu ami d’un’amicizia spirituale o naturale, vivi o morti.
(Le nuage de l’inconnaissance, p. 38 ss).
Questo, fratello, è il mio augurio, sintesi di tutti i doni che il deserto mi ha fatto.
Fratel Carlo Carretto
LETTERE DAL DESERTO
Cammino di preghiera
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