C.S. Lewis
Le lettere
di Berlicche
IX
Mio caro Malacoda, spero che la mia ultima lettera t’abbia convinto che la fase depressiva di ottusità o di “aridità” che il tuo paziente sta ora attraversando non ti può dare, per se stessa, la sua anima, ma deve essere sfruttata convenientemente. Ora voglio considerare le forme che dovrebbe prendere lo sfruttamento. In primo luogo ho sempre visto che il periodo di depressione dell’ondulazione umana offre un’occasione eccellente per tutte le tentazioni sensuali in particolar modo per quelle che hanno relazione col sesso. Ciò può recarti sorpresa perché, naturalmente, l’energia fisica, e perciò l’appetito potenziale sono maggiori nei periodi dell’elevazione che non in quelli della depressione; ma devi ricordare che allora anche le forze della resistenza sono al massimo grado. La salute e la vivacità che tu hai bisogno di usare nel produrre la libidine, possono anche, ahimè! essere usati molto facilmente per il lavoro, o per il giuoco, per il pensiero, per un divertimento innocuo. L’attacco ha una ben più grande possibilità di successo quando tutto il mondo interiore dell’uomo è grigio, freddo, vuoto. E si deve inoltre notare che la sessualità della depressione possiede una qualità sottilmente diversa da quella della elevazione – che vi sono minori probabilità di dirigerla a quel fenomeno d’acqua e di latte che gli umani chiamano “essere innamorati”, che si può molto più facilmente trascinare alla perversione, che è molto meno contaminata da quelle qualità concomitanti, generose e colme d’immaginazione e perfino di spiritualità, che spesso rendono la sessualità umana fonte di tante disillusioni. Lo stesso avviene con desideri della carne d’altro genere. È molto più probabile che tu riesca a fare un ubriacone del tuo giovanotto spingendolo al bere come a un qualcosa di anodino quando è stanco e insensibile che non incoraggiandolo a usarne come di un mezzo per stare allegro con i suoi amici quando è felice ed espansivo. Non dimenticare mai che quando stiamo trattando con il piacere, con qualsiasi piacere, nella sua forma sana e normale e soddisfacente, siamo, in un certo senso, sul terreno del Nemico. So benissimo che abbiamo guadagnato un buon numero di anime attraverso il piacere. Tuttavia il piacere è un’invenzione Sua, non nostra. I piaceri li ha inventati Lui. Finora tutte le nostre ricerche non ci hanno reso capaci di produrne neppure uno. Tutto quanto ci è dato di fare è di incoraggiare gli umani a servirsi dei piaceri che il Nemico ha prodotto, nei tempi, o nei modi, o nella misura che gli ha proibito. Per cui noi ci sforziamo sempre di allontanare dalla condizione naturale del piacere per far scivolare in quella che è meno naturale, che ha meno l’odore del suo Fattore, e che è meno piacevole. La formula è questa: una brama che aumenta continuamente per un piacere che continuamente diminuisce. È più sicuro; ed è stile migliore. Impossessarsi dell’anima dell’uomo e non dargli nulla in cambio – ecco ciò che riempie veramente di gioia il cuore di Nostro Padre. E i momenti di depressione sono i momenti nei quali cominciare il processo.
Ma v’è una maniera ancora maggiore per sfruttare la depressione: fare in modo che l’ammalato ci pensi. Come sempre, il primo passo consiste nel tener lontano dalla sua mente la conoscenza. Non bisogna permettere che abbia neppure un sospetto sulla legge dell’ondulazione. Fagli credere che i primi ardori della sua conversione si sarebbe potuto attendersi che continuassero, e che avrebbero dovuto continuare, e che la sua attuale aridità è anch’essa una condizione permanente. Una volta che gli si sia ben fissata nella mente codesta concezione errata, puoi continuare in vari modi. Tutto dipende dalla classe alla quale appartiene il tuo uomo. Può appartenere alla classe di coloro che facilmente si scoraggiano e quindi essere preso da disperazione, oppure alla classe di quelli che sono pieni di desideri, ai quali si può infondere la sicurezza che tutto va bene. La prima classe si fa sempre più smilza fra gli esseri umani. Se per caso il tuo ammalato vi appartenesse, allora tutto è facile. Le sole cose da farsi sono di non fargli incontrare cristiani sperimentati (compito facile oggigiorno), di guidare la sua attenzione ai brani adatti della scrittura, e poi di metterlo al lavoro nell’impresa disperata di risentire i suoi vecchi sentimenti unicamente con la forza della volontà, e il gioco è vinto. Se invece è un tipo speranzoso il tuo lavoro consisterà nel farlo star tranquillo nella bassa temperatura del suo presente stato di spirito e di assuefarlo a poco a poco, infondendo la persuasione che dopo tutto la temperatura non è poi tanto bassa. In una settimana o due gli metterai il dubbio che forse nei primi giorni della sua vita cristiana egli era un pochino eccessivo. Parlagli della “moderazione in tutto”. Se ti accadrà di condurlo al punto di pensare che “la religione, sì, va bene, ma fino a un certo punto”, potrai sentirti felicissimo nei riguardi della sua anima.
Ma v’è una maniera ancora maggiore per sfruttare la depressione: fare in modo che l’ammalato ci pensi. Come sempre, il primo passo consiste nel tener lontano dalla sua mente la conoscenza. Non bisogna permettere che abbia neppure un sospetto sulla legge dell’ondulazione. Fagli credere che i primi ardori della sua conversione si sarebbe potuto attendersi che continuassero, e che avrebbero dovuto continuare, e che la sua attuale aridità è anch’essa una condizione permanente. Una volta che gli si sia ben fissata nella mente codesta concezione errata, puoi continuare in vari modi. Tutto dipende dalla classe alla quale appartiene il tuo uomo. Può appartenere alla classe di coloro che facilmente si scoraggiano e quindi essere preso da disperazione, oppure alla classe di quelli che sono pieni di desideri, ai quali si può infondere la sicurezza che tutto va bene. La prima classe si fa sempre più smilza fra gli esseri umani. Se per caso il tuo ammalato vi appartenesse, allora tutto è facile. Le sole cose da farsi sono di non fargli incontrare cristiani sperimentati (compito facile oggigiorno), di guidare la sua attenzione ai brani adatti della scrittura, e poi di metterlo al lavoro nell’impresa disperata di risentire i suoi vecchi sentimenti unicamente con la forza della volontà, e il gioco è vinto. Se invece è un tipo speranzoso il tuo lavoro consisterà nel farlo star tranquillo nella bassa temperatura del suo presente stato di spirito e di assuefarlo a poco a poco, infondendo la persuasione che dopo tutto la temperatura non è poi tanto bassa. In una settimana o due gli metterai il dubbio che forse nei primi giorni della sua vita cristiana egli era un pochino eccessivo. Parlagli della “moderazione in tutto”. Se ti accadrà di condurlo al punto di pensare che “la religione, sì, va bene, ma fino a un certo punto”, potrai sentirti felicissimo nei riguardi della sua anima.
Per noi una religione moderata vale quanto una religione nulla – ed è più divertente, V’è anche la possibilità di un attacco diretto alla sua fede. Una volta che sarai riuscito a fargli ritenere che il periodo di depressione è permanente, perché non potrai convincerlo che la sua “fase religiosa” sta morendosene, proprio come tutte le sue altre fasi precedenti? Naturalmente non si può concepire che sia ragionevole passare dalla proposizione: « Sto perdendo interesse in questa cosa » alla proposizione: « Questa cosa è falsa ». Ma, come ho già detto, è sul gergo, non sulla ragione che ti devi appoggiare. La stessa parola Fase potrà molto probabilmente raggiungere lo scopo. Ritengo che quella creatura sia passata prima attraverso molte fasi – lo hanno fatto tutte – e che si senta sempre superiore e in una posizione di compassione protettrice verso quegli stati d’animo dai quali è uscita, non proprio perché ne abbia fatto una vera critica, ma semplicemente perché sono nel passato. (Io confido che tu continui a riempirlo ben bene delle vaghe idee di progresso e di sviluppo e di “punto di vista storico”, e che gli faccia leggere una quantità di biografie moderne. Nelle quali le persone di cui si parla escono sempre da fasi, vero?) Capisci ciò che voglio dire? Fa’ in modo che la sua mente stia lontana dalla semplice antitesi di vero e falso. Simpatiche espressioni ermetiche: « Era una fase », « Io sono passato in mezzo a tutto ciò » e non dimenticare quel termine benedetto: « Adolescente ».
Tuo affezionatissimo zio
Berlicche