Chi è Maria?
Dice Gesù ne “L’Evangelo come mi è stato rivelato”, di Maria Valtorta, ed. CEV:
Poema: I, 6
Dice Gesù:
«La Sapienza, dopo averli illuminati coi sogni della notte, scese, Essa, “vapore delle virtù di Dio, certa emanazione della gloria dell’Onnipotente”, e divenne Parola per la sterile. Colui che ormai vedeva prossimo il suo tempo di redimere, Io, il Cristo, nipote di Anna, quasi cinquant’ anni dopo, mediante la Parola, opererò miracoli sulle sterili e le malate, sulle ossesse, sulle desolate, su tutte le miserie della terra. Ma intanto, per la gioia di avere una Madre, ecco che mormoro arcana Parola nell’ombra del Tempio che conteneva le speranze d’Israele, del Tempio ormai al limitare della sua vita, perché nuovo e vero Tempio, non più contenente speranze di un popolo, ma certezza di Paradiso per il popolo di tutta la terra, e per i secoli dei secoli sino alla fine del mondo, sta per essere sulla terra.
E questa Parola opera il miracolo di render fecondo ciò che infecondo era. E di darmi una Madre, la quale non ebbe soltanto ottimo naturale, come era sorte lo avesse nascendo da due santi; e, non avendo soltanto un’anima buona come molti ancor l’hanno, non avendo soltanto continuo accrescimento di questa bontà per il suo buon volere, non avendo soltanto un corpo immacolato, ebbe, unica fra le creature, immacolato lo spirito.
6Tu hai visto la generazione continua delle anime da Dio. Ora pensa quale dovette esser la bellezza di quest’anima che il Padre aveva vagheggiata da prima che il tempo fosse, di quest’anima che costituiva le delizie della Trinità, la quale Trinità ardeva di ornarla dei suoi doni per farne dono a Se stessa. O Tutta Santa, che Dio creò per Sé e poi per salute agli uomini! Portatrice del Salvatore, la prima salvezza tu fosti. Vivente Paradiso, hai col tuo sorriso cominciato a santificare la terra.
L’anima creata per esser anima della Madre di Dio! Quando, da un più vivo palpito del Trino Amore, scaturì questa scintilla vitale, ne giubilarono gli angeli, ché luce più viva mai aveva visto il Paradiso. Come petalo di empirea rosa, un petalo immateriale e prezioso che era gemma e fiamma, che era alito di Dio che scendeva ad animare una carne ben diversamente che per le altre, che scendeva tanto potente nel suo fuoco che la Colpa non poté contaminarla, essa valicò gli spazi e si chiuse in un seno santo.
La terra aveva, e non lo sapeva ancora, il suo Fiore. Il vero, unico Fiore che fiorisce eterno: giglio e rosa, mammola e gelsomino, elianto e ciclamino insieme fusi, e con essi tutti i fiori della terra in un Fiore solo, Maria, nella quale ogni virtù e grazia si aduna. Nell’aprile la terra di Palestina pareva un enorme giardino, e fragranze e colori davano delizia al cuore degli uomini.
Ma ancora ignota era la più bella Rosa. Ella era già fiorente a Dio nel secreto dell’alvo materno, poiché mia Madre amò da quando fu concepita, ma solo quando la vite dà il suo sangue per farne vino, e l’odor dei mosti, zuccherino e forte, empie le aie e le nari, Ella avrebbe sorriso prima a Dio e poi al mondo, dicendo col suo superinnocente sorriso: “Ecco, la Vite che vi darà il Grappolo da esser premuto nello strettoio per divenire Medicina eterna al vostro male, è fra voi”.
Ho detto: “Maria amò da quando fu concepita”. Cosa è che dà allo spirito luce e conoscenza? La Grazia. Cosa è che leva la Grazia? Il peccato d’origine e il peccato mortale. Maria, la Senza Macchia, non fu mai priva del ricordo di Dio, della sua vicinanza, del suo amore, della sua luce, della sua sapienza. Ella poté perciò comprendere e amare quando non era che una carne che si condensava intorno ad un’anima immacolata che continuava ad amare.
7Più avanti ti farò contemplare mentalmente la profondità delle verginità in Maria. Ne avrai una vertigine celeste come quando ti ho fatto considerare la nostra eternità. Intanto considera come il portare in seno una creatura esente dalla Macchia, che priva di Dio, dia alla madre, che pure l’ha concepita naturalmente, umanamente, una intelligenza superiore e ne faccia un profeta. Il profeta della figlia sua, che ella chiama: “Figlia di Dio”.
E pensa cosa sarebbe stato se dai Primi genitori innocenti fossero nati innocenti figli, come Dio voleva. Questo, o uomini che dite di avviarvi al “superuomo”, e coi vostri vizi vi avviate unicamente al superdemone, sarebbe stato il mezzo per portare al superuomo”.
Saper rimanere senza contaminazione di Satana per lasciare a Dio l’amministrazione della vita, della conoscenza, del bene, non desiderando più di quanto – ed era poco meno che infinito – Dio non vi avesse dato, per poter generare, in una continua evoluzione verso il perfetto, dei figli che fossero uomini nel corpo e figli dell’Intelligenza nello spirito, ossia trionfatori, ossia forti, ossia giganti su Satana, che sarebbe stato atterrato tante migliaia di secoli avanti l’ora in cui lo sarà, e con lui tutto il suo male».
E’ scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica:
Paragrafo 2: «…FU CONCEPITO DI SPIRITO SANTO, NACQUE DA MARIA VERGINE»
I. Fu concepito di Spirito Santo…
484 – L’annunciazione a Maria inaugura la «pienezza del tempo» (GaI 4,4), cioè il compimento delle promesse e delle preparazioni. Maria è chiamata a concepire colui nel quale abiterà «corporalmente tutta la pienezza della divinità» (Col 2,9). La risposta divina al suo: «Come è possibile? Non conosco uomo» (Lc 1,34) è data mediante la potenza dello Spirito: «Lo Spirito Santo scenderà su di te» (Lc 1,35).
485 – La missione dello Spirito Santo è sempre congiunta e ordinata a quella del Figlio. Lo Spirito Santo, che è «Signore e dà la vita», è mandato a santificare il grembo della Vergine Maria e a fecondarla divinamente, facendo sì che ella concepisca il Figlio eterno del Padre in un’umanità tratta dalla sua.
486 – Il Figlio unigenito del Padre, essendo concepito come uomo nel seno della Vergine Maria, è «Cristo», cioè unto dallo Spirito Santo, sin dall’inizio della sua esistenza umana, anche se la sua manifestazione avviene progressivamente: ai pastori, ai magi, a Giovanni Battista, ai discepoli. L’intera vita di Gesù Cristo manifesterà dunque «come Dio [lo] consacrò in Spirito Santo e potenza» (At 10,38).
Il. …nacque da Maria Vergine
487 – Ciò che la fede cattolica crede riguardo a Maria si fonda su ciò che essa crede riguardo a Cristo, ma quanto insegna su Maria illumina, a sua volta, la sua fede in Cristo.
LA PREDESTINAZIONE DI MARIA
488 – «Dio ha mandato suo Figlio» (Gal 4,4), ma per preparargli un corpo ha voluto la libera collaborazione di una creatura. Per questo, Dio, da tutta l’eternità, ha scelto, perché fosse la Madre del Figlio suo, una figlia d’israele, una giovane ebrea di Nazaret in Galilea, «una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria» (Lc 1,26-27): «Volle il Padre delle misericordie che l’accettazione di colei che era predestinata a essere la Madre precedesse l’incarnazione, perché così, come la donna aveva contribuito a dare la morte, la donna contribuisse a dare la vita».
489 – Nel corso dell’Antica Alleanza, la missione di Maria è stata preparata da quella di sante donne. All’inizio c’è Eva: malgrado la sua disobbedienza, ella riceve la promessa di una discendenza che sarà vittoriosa sul maligno, e quella d’essere la madre di tutti i viventi. In forza di questa promessa, Sara concepisce un figlio nonostante la sua vecchiaia. Contro ogni umana attesa, Dio sceglie ciò che era ritenuto impotente e debole per mostrare la sua fedeltà alla promessa: Anna, la madre di Samuele, Debora, Rut, Giuditta e Ester, e molte altre donne. Maria «primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza. Infine con lei, la eccelsa figlia di Sion, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova economia».
L’IMMACOLATA CONCEZIONE
490 – Per essere la Madre del Salvatore, Maria «da Dio è stata arricchita di doni degni di una così grande missione». L’angelo Gabriele, al momento dell’annunciazione, la saluta come «piena di grazia» (Le 1,28). In realtà, per poter dare il libero assenso della sua fede all’annunzio della sua vocazione, era necessario che fosse tutta sorretta dalla grazia di Dio.
491 – Nel corso dei secoli la Chiesa ha preso coscienza che Maria, «colmata di grazia» da Dio, era stata redenta fin dal suo concepimento. È quanto afferma il dogma dell’immacolata concezione, proclamato da papa Pio IX nel 1854: La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale.
492 – Questi «splendori di una santità del tutto singolare» di cui Maria è «adornata fin dal primo istante della sua concezione» le vengono interamente da Cristo: ella è «redenta in modo così sublime in vista dei meriti del Figlio suo». Più di ogni altra persona creata, il Padre l’ha «benedetta con ogni benedizione spirituale, nei cieli, in Cristo» (Ef 1,3). In lui l’ha scelta «prima della creazione del mondo, per essere» santa e immacolata «al suo cospetto nella carità» (Ef 1,4).
493 – I Padri della Tradizione orientale chiamano la Madre di Dio «la Tutta Santa» la onorano come «immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa una nuova creatura» Maria, per la grazia di Dio, è rimasta pura da ogni peccato personale durante tutta la sua esistenza.
«AVVENGA DI ME QUELLO CHE HAI DETTO…»
494 – All’annunzio che avrebbe dato alla luce «il Figlio dell’Altissimo» senza conoscere uomo, per la potenza dello Spirito Santo, Maria ha risposto con «l’obbedienza della fede» (Rm 1,5), certa che nulla è impossibile a Dio: «Io sono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). Così, dando il proprio assenso alla parola di Dio, Maria è diventata Madre di Gesù e, abbracciando con tutto l’animo e senza essere ritardata da nessun peccato la volontà divina di salvezza, si è offerta totalmente alla persona e all’opera del Figlio suo, mettendosi al servizio del mistero della redenzione, sotto di lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente: «Come dice sant’Ireneo, obbedendo divenne causa della salvezza per sé e per tutto il genere umano». Con lui, non pochi antichi Padri affermano: “Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione con l’obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva aveva legato con la sua incredulità, la Vergine Maria ha sciolto con la sua fede”, e, fatto il paragone con Eva, chiamano Maria la Madre dei viventi” e affermano spesso: “La morte per mezzo di Eva, la vita per mezzo di Maria”.
LA MATERNITÀ DIVINA DI MARIA
495 – Maria, chiamata nei Vangeli «la Madre di Gesù» (Gv 2,1; l9,25), prima della nascita del Figlio suo è acclamata, sotto la mozione dello Spirito, «la Madre del mio Signore» (Lc 1,43). Infatti, colui che Maria ha concepito come uomo per opera dello Spirito Santo e che è diventato veramente suo Figlio secondo la carne, è il Figlio eterno del Padre, la seconda Persona della Santissima Trinità. La Chiesa confessa che Maria è veramente Madre di Dio.
LA VERGINITÀ DI MARIA
496 – Fin dalle prime formulazioni della fede, la Chiesa ha confessato che Gesù è stato concepito nel seno della Vergine Maria per la sola potenza dello Spirito Santo, ed ha affermato anche l’aspetto corporeo di tale avvenimento: Gesù è stato concepito «senza seme […], per opera dello Spirito Santo». Nel concepimento verginale i Padri ravvisano il segno che si tratta veramente del Figlio di Dio, il quale è venuto in una umanità come la nostra: Così, sant’Ignazio di Antiochia (inizio Il secolo): «Voi siete pienamente convinti riguardo a nostro Signore che è veramente della stirpe di Davide secondo la carne, Figlio di Dio secondo la volontà e la potenza di Dio, veramente nato da una Vergine; […] veramente è stato inchiodato [alla croce] per noi, nella sua carne, sotto Ponzio Pilato. […] Veramente ha sofferto, così come veramente è risorto.
497 – I racconti evangelici considerano la concezione verginale un’opera divina che supera ogni comprensione e ogni possibilità umana: «Quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo», dice l’angelo a Giuseppe riguardo a Maria, sua sposa (Mt 1,20). La Chiesa vede in ciò il compimento della promessa divina fatta per bocca del profeta Isaia: «Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio» (Is 7,14), secondo la versione greca di Mt 1,23.
498 – Il silenzio del Vangelo secondo san Marco e delle lettere del Nuovo Testamento sul concepimento verginale di Maria è stato talvolta causa di perplessità. Ci si è potuto anche chiedere se non si trattasse di leggende o di elaborazioni teologiche senza pretese di storicità. A ciò si deve rispondere; la fede nel concepimento verginale di Gesù ha incontrato vivace opposizione, sarcasmi o incomprensione da parte dei non-credenti, giudei e pagani: essa non proveniva dalla mitologia pagana né da qualche adattamento alle idee del tempo. Il senso di questo avvenimento è accessibile soltanto alla fede, la quale lo vede in quel «nesso che lega tra loro i vari misteri» nell’insieme dei misteri di Cristo, dalla sua incarnazione alla sua pasqua. Sant’Ignazio di Antiochia già testimonia tale legame: «Rimase nascosta al principe di questo mondo la verginità di Maria e il suo parto, come pure la morte del Signore: tre misteri sublimi che si compirono nel silenzio di Dio.
MARIA – «SEMPRE VERGINE»
499 – L’approfondimento della fede nella maternità verginale ha condotto la Chiesa a confessare la verginità reale e perpetua di Maria anche nel parto del Figlio di Dio fatto uomo. Infatti la nascita di Cristo «non ha diminuito la sua verginale integrità, ma l’ha consacrata». La liturgia della Chiesa celebra Maria come la, «sempre Vergine».
500 – A ciò si obietta talvolta che la Scrittura parla di fratelli e di sorelle di Gesù. La Chiesa ha sempre ritenuto che tali passi non indichino altri figli della Vergine Maria: infatti Giacomo e Giuseppe, «fratelli di Gesù» (Mt 13,55), sono i figli di una Maria discepola di Cristo, la quale è designata in modo significativo come «l’altra Maria» (Mt 28,1). Si tratta di parenti prossimi di Gesù, secondo un’espressione non inusitata nell’Antico Testamento.
501 – Gesù è l’unico Figlio di Maria. Ma la maternità spirituale di Maria estende a tutti gli uomini che egli è venuto a salvare: «Ella ha dato alla luce un Figlio, che Dio ha fatto il primogenito di una moltitudine di fratelli» (Rm 8,29), cioè dei fedeli, alla cui nascita e formazione ella coopera con amore di madre».
La maternità verginale di Maria nel disegno di Dio
502 – Lo sguardo della fede può scoprire, in connessione con l’insieme della Rivelazione, le ragioni misteriose per le quali Dio, nel suo progetto salvifico, ha voluto che suo Figlio nascesse da una Vergine. Queste ragioni riguardano tanto la persona e la missione redentrice di Cristo, quanto l’accettazione di tale missione da parte di Maria in favore di tutti gli uomini.
503 – La verginità di Maria manifesta l’iniziativa assoluta di Dio nell’incarnazione. Gesù come Padre non ha che Dio. «La natura umana che egli ha assunto non l’ha mai separato dal Padre. […] Per natura Figlio del Padre secondo la divinità, per natura Figlio della Madre secondo l’umanità, ma propriamente Figlio di Dio nelle sue due nature ».
504 – Gesù è concepito per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria perché egli è il nuovo Adamo che inaugura la nuova creazione: «Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo» (1 Cor 15,47). L’umanità di Cristo, fin dal suo concepimento, è ricolma dello Spirito Santo perché Dio gli «dà lo Spirito senza misura» (Gv 3,34). «Dalla pienezza» di lui, capo dell’umanità redenta, «noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia» (Gv 1,16).
505 – Gesù, il nuovo Adamo, inaugura con il suo concepimento verginale la nuova nascita dei figli di adozione nello Spirito Santo per la fede. «Come è possibile?» (Lc l,34). La partecipazione alla vita divina non proviene «da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio» (Gv 1,13). L’accoglienza di questa vita è verginale perché è interamente donata all’uomo dallo Spirito. Il senso sponsale della vocazione umana in rapporto a Dio si compie perfettamente nella maternità verginale di Maria.
506 – Maria è Vergine perché la sua verginità è il segno della sua fede che non era alterata da nessun dubbio e del suo totale abbandono alla volontà di Dio. Per la sua fede ella diviene la Madre del Salvatore: «Beatior est Maria percipiendo fidem Christi quam concipiendo carnem Christi – Maria è più felice nel ricevere la fede di Cristo che nel concepire la carne di Cristo.
507 – Maria è ad un tempo Vergine e Madre perché è la figura e la realizzazione più perfetta della Chiesa: «La Chiesa […] per mezzo della Parola di Dio accolta con fedeltà diventa essa pure Madre, poichè con la predicazione e il Battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio. Essa è pure la vergine che custodisce integra e pura la fede data allo Sposo.
In sintesi
508 – Nella discendenza di Eva, Dio ha scelto la Vergine Maria perché fosse la Madre del suo Figlio. «Piena di grazia», ella è «il frutto più eccelso della redenzione»: fin dal primo istante del suo concepimento, è interamente preservata da ogni macchia del peccato originale ed è rimasta immune da ogni peccato personale durante tutta la sua vita.
509 – Maria è veramente «Madre di Dio», perché è la Madre del Figlio eterno di Dio fatto uomo, Dio lui stesso.
510 – Maria è rimasta «Vergine nel concepimento del Figlio suo, Vergine nel parto, Vergine incinta, Vergine madre, Vergine perpetua»: con tutto il suo essere, ella è «la serva del Signore» (Lc 1,38).
511 – Maria Vergine «cooperò alla salvezza dell’uomo con libera fede e obbedienza». Ha dato il suo assenso, «loco totius humanae naturae – in nome di tutta l’umanità»: per la sua obbedienza, è diventata la nuova Eva, madre dei viventi.
Maria, dice di sé a S. Brigida di Svezia, nelle Rivelazioni:
La Vergine Maria parla di sé a sua figlia Brigida
«Io sono la Regina del cielo, la Madre di Dio… Da quando, all’inizio dell’infanzia, conobbi il Signore, fui sempre attenta e timorosa per la mia salvezza e la mia obbedienza a lui. Quando seppi che Dio era il mio crea-tore e il giudice di tutte le mie azioni, l’amai intimamen-te; in ogni momento temetti di offenderlo con le mie parole e le mie azioni. Poi, quando seppi che aveva dato la legge e i suoi comandamenti al popolo, e che con essi aveva compiuto molte meraviglie, decisi risolutamente nella mia anima di non amare altri che lui; e le cose del mondo mi davano grande amarezza. Quando, venni a conoscenza anche del fatto che Dio avrebbe riscattato il mondo e sarebbe nato da una Vergine, mi sentii com-mossa e animata da così tanto amore nei suoi confronti, che pensavo solo a lui e non desideravo altri che lui. Mi allontanai il più possibile dai discorsi di tutti i giorni, e dalla presenza di genitori e amici; diedi ai poveri tutto ciò che avevo, e tenni per me solo un abito semplice e poche cose per vivere. Non mi piaceva nulla che
non fosse Dio. Nel mio cuore nutrivo il desiderio incessante di vivere fino al giorno della sua nascita, per meritare di essere la serva della Madre di Dio, sebbene non mi rite-nessi degna di ciò. Dentro di me feci voto di rimanere vergine, se ciò era gradito a Dio, e di non possedere nient’altro al mondo. Ora, se la volontà di Dio fosse stata diversa, avrei desiderato che fosse fatta la sua volontà, non la mia, perché temevo che egli non potesse e non volesse niente che fosse utile per me; per questo, dunque, mi rimisi al-la sua volontà. Poiché si avvicinava il tempo della pre- sentazione delle vergini al Tempio, secondo la legge, che i miei genitori rispettavano, venni presentata con le altre fanciulle; dentro di me pensavo che nulla fosse im-possibile a Dio; e poiché egli sapeva che non desideravo né volevo altri che lui, poteva conservarmi nella vergi-nità, se ciò gli era gradito; diversamente, che fosse fatta la sua volontà. Dopo avere udito al Tempio ogni disposizione ed essere tornata a casa, bruciavo ancora di più dell’amore di Dio, ed ogni giorno ero accesa da un nuovo fuoco e da nuovi desideri di lui. Per questo mi allontanai più del consueto da tutti, rimanendo sola giorno e notte, con il grande timore che la mia bocca dicesse e che le mie orecchie udissero qualcosa contrario all’amore di Dio, o che i miei occhi vedessero qualcosa di delizioso. Temevo, inoltre, che il mio silenzio mi impedisse di esprimere quello che invece dovevo dire, ed ebbi cura di non fare quest’errore; essendo così turbata nel mio cuore e riponendo ogni mia speranza in Dio, d’un tratto mi ricordai di pensare all’immensa potenza divina, al modo in cui gli angeli e tutto il creato lo servono, e a quanto la sua gloria sia ineffabile e infinita. In estasi, vidi tre meraviglie: un astro, ma non come quello che splende in cielo; una luce, ma non come quel-la che brilla nel mondo; e sentii un profumo, ma non co-me quello delle erbe o di qualche sostanza aromatica, bensì soavissimo e ineffabile, un profumo di cui fui col-ma; ed ebbi un fremito di grande gioia. A quel punto, udii una voce profonda, ma non era una voce umana; e, dopo averla sentita, ebbi il timore che fosse stata un’illu-sione. D’improvviso mi apparve un angelo, simile a un uomo bellissimo, ma non di carne, che mi disse: «Ti salu-to, piena di grazia…». Dopo averne udito le parole, cer-cai di capirne il significato, o il motivo per cui mi avesse salutato in questo modo, poiché ero persuasa di essere indegna di una cosa simile e di qualsiasi bene mi venisse offerto, ma non ignorai il fatto che nulla era impossibile a Dio, e che egli poteva fare di me ciò che desiderava. Allora l’angelo mi disse per la seconda volta: «Colui che nascerà da te è santo, e si chiamerà Figlio di Dio (cfr. Lc 2); e sarà fatta la sua volontà». Io non credevo di esserne degna, e non chiesi all’angelo perché o quan-do si sarebbe compiuto tale mistero; tuttavia mi infor-mai sul modo in cui sarebbe avvenuto, poiché ero inde-gna di essere la Madre del Signore, e non conoscevo uo-mo; come ebbi pronunciato queste parole, l’angelo mi rispose che nulla era impossibile a Dio, e che ogni suo desiderio si sarebbe realizzato. Dopo aver udito l’angelo, provai un immenso desi-derio di essere la Madre di Dio, e mi sentii ricolma di un grande amore; la mia anima parlava con uno smisu-rato amore incomparabile. Per questo pronunciai le pa-role: ‘Sia fatta in me la tua volontà’. A queste parole, il Figlio di Dio fu immediatamente concepito nel mio seno; la mia anima avvertì una gioia ineffabile e tutte le membra del mio corpo ebbero un sussulto. Lo custodivo in me e lo portavo senza dolore, senza pesantezza, senza disagio; mi umiliavo in ogni co-sa, sapendo che colui che portavo in me era onnipotente. Quando lo diedi alla luce, lo partorii senza dolore e senza peccato, così come l’avevo concepito, ma con una tale gioia nello spirito e nel corpo che i miei piedi quasi non toccavano la terra. E così come era entrato in tutte le mie membra con la gioia universale della mia anima, allo stesso modo ne uscì senza ledere la mia verginità, mentre le mie membra e la mia
anima trasalivano di gioia ineffabile. Considerando e ammirando la sua bel-lezza, la mia anima era colma di gioia, poiché sapevo che ero indegna di un simile Figlio. Quando guardavo le sue mani e i suoi piedi nel pun-to in cui sarebbero stati conficcati i chiodi, poiché ave-vo sentito che, secondo i profeti, sarebbe stato crocifis-so, i miei occhi si scioglievano in lacrime, e la tristezza mi straziava il cuore. E quando mio Figlio mi vedeva così sconsolata e lacrimosa, si rattristava tantissimo. Ma quando pensavo alla potenza divina, mi consolavo di nuovo, poiché sapevo che Dio voleva ciò e che era op-portuno che le profezie si avverassero; allora conforma-vo la mia volontà alla sua; così il mio dolore si fondeva sempre con la gioia». Libro 1, 9
Programma dei post:
Introduzione
Chi è Dio?
Chi è Gesù?
Chi è Maria?
La Trinità
La Creazione
Il tempo
L’Eternità
La Pace
La morte
Il peccato
La Redenzione
La Santità