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Ven. Lug 4th, 2025

Venerdì Santo 1949.

Passai tutto il giorno unita a Gesù e a Maria. Gesù si presentava a me in tutta la sua passione: dal Getsemani alla prigionia, alle interrogazioni, la flagellazione, l’incoronazione di spine, il viaggio al Calvario, le beffe, gli sputi, le carni scarnificate, tutto coperto di lividure e di sangue sino all’ora della crocifissione. Poi le parole in croce, la morte, la ferita al costato, la Vergine Addolorata ecc.

Ogni ora passavano davanti al mio intelletto i dolorosi quadri della sua passione e morte senza che io facessi sforzi per meditare, perché Gesù stesso io lo vedevo nell’anima mia, in braccio all’Addolorata che mi mo­strava la passione in Lui stesso. Era tutto lacero e contuso, ma quale dol­cezza spirava da tutto il suo volto!

Mi diceva, stringendomi a Sé: «Non restare ai miei piedi, immergiti in Me, nel mio Sangue prezioso, nel mio dolore, nel mio Amore. Vedi come ti ho amata e come ho amato gli uomini! Per riscattarli da Satana, per non lasciarli cadere all’inferno, lo ho dato la vita. Senti come il popolo di oggi grida come allora: “Toglilo, crocifiggilo, lo vogliamo distruggere!”. Sì, pro­prio così. E mi crocifiggono nuovamente nella mia Chiesa, nel Papa, nei miei sacerdoti che vorrebbero far morire, e tanti li flagellano e li uccidono veramente. Sono i miei martiri di oggi».

Gesù continuò: «Lascia che lo mi nasconda in te, dal furore dei miei nemici. Vedi, Io continuo a vivere in te la mia passione; Io non posso più soffrire nel mio corpo glorioso, ma soffro nei miei membri, cioè soffro in loro le ignominie, i disprezzi, le torture, le pene fisiche, morali e spirituali. Essi, essendo uniti a Me, ricevono gli effetti e i meriti della mia Divinità; come la mia natura umana riceveva vigore dalla mia natura divina. Così essi completano nella loro carne ciò che mancava alla mia passione. Perché Io, che sono il Capo, soffro e continuo a soffrire la mia passione in Loro, miei figli, figli della Chiesa. Questi martiri con il loro sangue germi­nano nuovi figli nella mia Chiesa. Essi sono la mia gloria».

«L’amo tanto questa povera umanità, che se potessi morire un’altra vol­ta per salvarla, non esiterei un istante. Ma oggi sono più forsennati di allo­ra. Senti come gridano: “Crocifiggilo, crocifiggilo, toglilo di mezzo!”. Popo­lo eletto, che ti ho fatto perché tu mi abbia ad odiare così? Tu vorresti crocifiggermi ancora e prepari la croce ove crocifiggi i miei martiri, e mi fai tanto soffrire misticamente nella mia Chiesa».

«Dimmi, che ti ho fatto di male? T’ho fatto nascere nella mia religione, e tu come Giuda mi tradisci. Ti ho dato i miei sacramenti e tu li calpesti. Ti ho lasciato in dono tutto Me stesso, e tu profani le mie Ostie consacrate, il mio Sacramento d’amore. Sei parte del mio popolo cristiano e vuoi negare la mia esistenza, l’anima, l’aldilà, e segui i miei nemici, i figli di Satana».

«Dimmi, o società tutta, che mi odii, o resti indifferente, o mi neghi: che ti ho fatto di male? Per te ho dato la vita, ho creato le bellezze del cie­lo e della terra. Ti ho donato la Madre mia divina e la mia Chiesa. E tu tenti di uccidere il Papa! Ma Io lo salverò».

«Tutto ti ho dato, e vorrei darti il Paradiso, la gloria. Ma perché mi odii tanto, perché vuoi distruggermi nella mia Chiesa? Rispondimi: che ti ho fatto di male? Ti ho fatto anche ora tanti miracoli, ma tu non credi. Popo­lo ingrato, lo ti amo tanto tanto, malgrado tutto, perché sei mio, il mio po­polo»

E così lamentandosi, Gesù m’immergeva continuamente in Sé e mi co­municava il suo dolore e il suo Amore. Io provai continuamente un dolo­re forte dei miei peccati e la solita fiamma d’amore; e mentre Gesù si la­mentava, io offrivo continuamente al divin Padre tutto lo strazio di Gesù e di Maria, i loro meriti, il Sangue prezioso, e le lacrime della Madonna.

Stringendomi a Sé, Gesù mi diceva: «Sei mia, lascia che ti offra con Me; voglio viverla tutta in te la mia passione dolorosa; tu mi ami e come la Maddalena conforti il mio Cuore. Lascia che lo mi nasconda in te, per non sentire 1’odio dei cattivi».

Io gli dissi: «Gesù, sei tanto buono, perdona ancora a tutti, non casti­garci».

Ed Egli: «Devo mandare i castighi per la mia gloria. Ma ti ripeto che sa­ranno mitigati per i buoni e per i miei Martiri, e per l’intercessione di Ma­ria Santissima. Ti ripeto: saranno mitigati e trionferà il mio Amore, perché tanti si salveranno anche se moriranno, perché lo darò a tutti luce per pentirsi».

Quando, alle due del pomeriggio, ascoltavo la parola di Gesù: «Dio mio, perché mi hai abbandonato?», Egli mi disse: «Anche tu proverai que­sta pena straziante, ma lo ti sosterrò anche se tu non l’avvertirai, perché voglio viverla tutta in te la mia passione; poi avrai parte alla mia gloria».


“L’Oasi di Engaddi” – “Il Regno è già in mezzo a voi”(Lc.17,20)

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