da: https://it.aleteia.org/2018/11/03/vuoi-unindulgenza-plenaria-puoi-ottenerla-al-santuario-di-san-riccardo-pampuri/
La disposizione della Penitenzeria Apostolica: andate a Trivolzio e pregate per il santo medico che salvò la vita a tantissime persone
Indulgenza plenaria per chi, dal primo maggio 2019 al primo maggio 2020, si recherà in preghiera nella chiesa del comune di Trivolzio (Pavia), dove sono custodite le spoglie di San Riccardo Pampuri. Lo ha annunciato il 2 novembre la Diocesi di Pavia, attraverso il vescovo Corrado Sanguineti e don Paolo Serralessandri, parroco di Trivolzio, rendendo noto il decreto emanato lo scorso 27 ottobre dalla Penitenzieria Aspostolica del Vaticano (Avvenire, 2 novembre 2018).
Come ottenere l’indulgenza
La Penitenzieria Apostolica della Santa Sede ha precisato, nel decreto, che per acquisire l’indulgenza plenaria in occasione del «giubileo di San Riccardo», sarà necessario recarsi alla chiesa di Trivolzio alle condizioni indicate (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo l’intenzione del Sommo Pontefice) e partecipare «alle celebrazioni giubilari o sostare in adorazione davanti alle spoglie del Santo recitando la Preghiera del Signore, il Simbolo di Fede e alcune invocazioni alla Beata Vergine Maria e a San Riccardo Pampuri».
Anziani e ammalati
Anche «gli anziani, gli ammalati e tutti coloro che per grave causa sono impediti ad uscire di casa» potranno ottenere l’indulgenza «unendosi spiritualmente alle celebrazioni giubilari e offrendo i propri dolori e sofferenze a Dio misericordioso».
Il salvataggio dei medicinali
San Riccardo è stato un uomo eroico. Il suo vero nome è Erminio Pampuri. A 20 anni, è un soldato italiano impegnato a Caporetto, nel corso della prima guerra mondiale.
I suoi superiori lo ammirano, per la dedizione e il coraggio, e anche durante la “rotta” Pampuri si distingue con un’azione eroica: conducendo un carro tirato da una coppia di buoi, per 24 ore sotto la pioggia battente, mette in salvo il materiale sanitario che era stato abbandonato. Sa quanto saranno preziose quelle medicine, una volta finita quella sanguinosa ritirata (Aleteia, 17 ottobre 2017).
Il carico di cibo e vestiti a sue spese
Questa fatica gli procura una medaglia al valore e la pleurite che riuscirà a sconfiggere. Un eroe, ma anche un santo. Perché Erminio, decimo di undici figli, originario di Trivolzio (Pavia), dopo il liceo Manzoni a Milano e l’Università a Pavia, vivrà con grande fede sia la professione medica che quella religiosa.
Nel 1921, laureatosi in Medicina, va a Morimondo (Milano) come medico condotto. Fa parte dell’Azione cattolica, militante e dirigente. E lo si vede sempre in giro assai carico, perché oltre alla borsa professionale porta cibo, vestiti, coperte per gli ammalati poveri: roba in gran parte comprata con il suo stipendio; e per le spese personali ricorre alla zia Maria.
L’esempio della sorella
Ma vuole fare altro ancora: portare agli ammalati anche se stesso. D’altra parte, sua sorella Longina, missionaria francescana in Egitto, fa appunto questo. E lui ne segue l’esempio, entrando in quello che ufficialmente si chiama “Ordine ospitaliero di San Giovanni di Dio”, meglio noto come “Fatebenefratelli” (La Stampa, 1 maggio 2015).
Fra’ Riccardo
Il suo gesto suscita enorme scalpore e viene riportato anche dai giornali (“Un medico si fa frate” titola il Corriere della Sera il 20 agosto del 1927). Novizio nella casa religiosa di Brescia, prende il nome di fra’ Riccardo. All’ospedale dei Fatebenefratelli, vuol essere un umile frate ma presto viene chiamato a fare anche il medico.
La fama di santità
A 30 anni, già gode fama di santità, ma è di salute cagionevole. Forse un retaggio delle 24 ore di pioggia battente subite a Caporetto gli fa insorgere nuovamente la pleurite. Il 1° maggio 1930, all’inizio del mese della Madonna alla Quale aveva affidato fin da bambino gli studi, a 33 anni, muore (Askanews, 24 ottobre).
Verrà beatificato per le sue incredibili virtù da Giovanni Paolo II nel 1981 e diventerà santo il 4 ottobre 1989. Oggi riposa nella chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano a Trivolzio (Pavia).
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