Pollien – Siate Cristiani #1

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Siate cristiani

Consigli fondamentali alle anime serie

di Dom Francesco di Salles Polline, certosino

 

 

Titolo originale francese: Siate cristiani!

Versione dal francese di Padre G.S. Nivoli O.P.

Nulla Osta: Casale 10-X-1958 – Can. Luigi Baiano, Rev. Eccl.

Imprimatur: Casale 12-X-1958 – Can. M. Debernardis, Vic. Gen.

Prefazione del Ven. prof. Giuseppe Toniolo al volume di M. A. Saint-Clair e P. Polien

“Siate cristiani”

 

 

Prefazione a  M. Andre Saint-Clair, P. Francois de Sales Pollien, Siate cristiani! Consigli fondamentali dedicati alla gioventù che vuole vivere ed operare [Siena, Tip. S. Bernardino, 1914], ora in Opera Omnia di Giuseppe Toniolo, Città del Vaticano, 1952, s. V, vol. I, Scritti spirituali religiosi familiari e vari, pp. 113-117. La traduzione italiana del testo francese è “dovuta in gran parte al T.” (O.O., s. V, vol. I, Nota sul testo, p. XIX). Il testo ebbe una prima edizione [Siate cristiani! Consigli fondamentali dedicati ai giovani coscienti ed operosi, Siena, Tip. Pont. S. Bernardino, 19041] sempre con Prefazione di Giuseppe Toniolo. La seconda prefazione “riproduce con un’aggiunta la prefazione pure del T. alla prima edizione” (O.O., s. V, vol. I, Nota sul testo, p. XIX).

 

 

 “Siate cristiani!” Il titolo di questa pubblicazione non è soltanto l’intimazione forte ed amorosa di un imperativo religioso, diretto ad anime avviate all’ascetica perfezione. Nella mente del suo autore, anima gagliarda, meditativa ed operativa insieme, questo libro semplice e denso, che racchiude in forma vibrata, scultoria, fulgidissima talune verità maestre del cristianesimo, troppo spesso obliate, è destinato a formare nei giovani una tempra di uomini, che “vogliono essere alcunché e fare qualche cosa”, non soltanto nelle intime profondità dello spirito, ma in tutte le appartenenze esteriori della vita individuale e sociale. E ancora nella intenzione di chi curò la traduzione, queste pagine mirano ad educare con robusta ginnastica la gioventù d’Italia alle grandi lotte dell’età presente, le quali solo con la scorta e per virtù soprannaturale del cattolicesimo promettono di riuscire a quel rinnovamento sociale e civile, che è nei propositi e nelle speranze di ogni anima eletta.

 Ma avviene che in codesta vivissima comprensione di una necessaria riforma sociale, spesso intendiamo ripetere fra i credenti stessi, che all’intento nobile, doveroso, urgentissimo di cooperarvi colla maggiore possibile efficacia, bisogna essere – uomini che sentano le esigenze e quasi il grido della natura umana in seno agli odierni problemi, figli dell’età presente, che ne condividano le vocazioni storiche – e infine cittadini della società moderna, compartecipi della sua vita vissuta e delle sue aspirazioni avvenire.

 E sta bene; chè nessuno dei credenti illuminati dalla luce della fede e dall’esempio della Chiesa pone in dubbio che noi non dobbiamo vivere, agitarci, riedificare nell’ora presente, nella quale piacque alla Provvidenza di collocarci, per cooperare ai suoi fini sublimi. Ma ciò ad una condizione, sulla quale non deve correre equivoco: che cioè tutta la estimazione pratica di questi accorgimenti e mezzi umani, storici e moderni, ossia naturali, non detragga nel nostro giudizio al valore inestimabile, perenne, superiore, che hanno i veri e i presidi sovrannaturali, non solo per la salute delle anime, ma ancora per le nazioni e per la civiltà.

 Appunto da ogni pagina di questo libro, che si propone di restaurare nelle menti obliose o confuse l’ordine dei fini e dei mezzi, che ricollegano l’uomo e l’umanità a Dio, spunta, sgorga, prorompe implicitamente ed esplicitamente questa verità comprensiva: che solo chi si porta fino al centro del soprannaturale comprende appieno la natura; – chi vive delle verità religiose, che restano immutate, penetra il senso delle età storiche che si avvicendano; – e chi aspira agli eterni ideali del cristianesimo, acquista il senso della realtà del mondo e della stessa modernità della vita.

 Donde l’ammaestramento fornito di urgente necessità pratica: – che cioè è indispensabile essere cristiani in tutta la pienezza della parola, senza reticenze, ambagi, transazioni, per essere uomini adatti al compito immenso di questo tempo di lotta e di rinnovamento sociale; che, per il connubio inscindibile del sovrannaturale colla natura, noi non ci sentiamo mai tanto uomini, quanto allora che siamo completamente cristiani; che non diventiamo mai così operosi e vittoriosi cittadini di questa terra, che quando siamo fedeli contemplatori del cielo; e che infine nessuna società arriva a perfezione civile, se non in quanto si immedesimi colla civiltà cristiana e colla missione divina della Chiesa quaggiù.

 Fin qui, le parole di prefazione alla prima edizione del libro, le quali mantengo anche per la seconda; perché questo volume traccia e compendia in modo mirabile le linee maestose della dottrina del cristianesimo, in quanto vi ha in esso di sostanzialmente immutabile per ricollegare in ogni tempo e luogo la terra al cielo. Ma se nulla è da mutare in tale giudizio, non merita forse aggiungere alcunché intorno al valore delle sublimi verità ivi esposte, in relazione all’ora presente.

 Il volgere rapido del pensiero di questi ultimi anni converse per mille vie ad insinuare anche fra noi il concetto, che l’eccellenza intrinseca e l’efficacia pratica del cristianesimo derivi dal suo contenuto e dal suo spirito astratto, meglio che inteso, sentito dalle coscienze, all’infuori di ogni principio definito e precetto imperativo; cristianesimo perciò proludente ad una religione universale senza dogmi, quale il neoprotestantesimo o modernismo propugna e vanta.

 Indubbiamente no: da questo libro appare manifestamente come il cristianesimo che dischiude così luminosi e vasti orizzonti, che suscita nel volere così nobili e possenti energie, che è fonte per noi di elevazione sconfinata di vita umana e divina insieme, che tempra le anime grandi e che consacra ogni verace bene nel mondo, – non è concezione soggettiva e vaporosa, o sentimentalismo passeggero e morboso; ma sistema di verità e norme positive e rigorose, in altre parole rivelate e dogmatiche, quale ognora custodì, e sola ancor oggi professa e propone a credere la Chiesa cattolica.

 Così ognuno, che dietro la lettura di queste pagine venga a ravvalorare in se medesimo la propria fede intorno alla dignità dell’uomo pienamente cristiano, alla sua vocazione ultramondana ed alla sua stessa missione in ordine all’incivilimento quaggiù, – rimarrà ad un tempo convinto che tutto questo non si può difendere se non difendendo la Chiesa cattolica nella guerra formidabile, che per bandire Dio e il sovrannaturale dall’umanità, è già contro di essa soltanto ingaggiata.

 Allora si comprende il profondo significato della esortazione diretta ad ogni uomo generoso, in ispecie fra i giovani, dall’autore di quest’opera, dal quale togliamo qualche concetto ed espressione.

 “Sarai tu soldato di Dio? E scorgi tu ciò che formò l’obbiettivo lungo i secoli dei massimi eroismi? In tal caso, io sono sicuro che tu non assisterai impassibile agli attacchi che da ogni parte scuotono quanto nel mondo v’è di più prezioso della tua stessa vita, cioè il tuo Dio e la tua religione. Sì, Dio e la Chiesa domandano anche oggi dei difensori, ma dei veri difensori che non abbandonano mai il loro posto, fedeli alla consegna fino alla morte, abituati a tutte le asprezze della disciplina, pronti sempre alla battaglia. Ah! La debolezza, le scissure, le codardie dei buoni provengono dall’aver essi abbandonato l’armatura dei forti e la disciplina degli eroi; ed è questo che forma la forza dei cattivi. Riprendi l’una e l’altra, e combatterai i gloriosi combattimenti delle grandi epoche della fede. Certamente c’è molto da imprendere e fare anche oggi dentro e d’intorno a noi; ed è propriamente per questo, checché se ne pensi, che la vita si apre bella ad un giovane che ha l’idea cristiana nella testa, l’amor cristiano nel cuore, il sangue cristiano nelle vene. Ora va e dì a te stesso: sì, un immenso compito di opere salutari e gloriose incombe anche alle generazioni presenti per Iddio, per la Chiesa, per le anime, per il popolo, per la patria, per la civiltà, ed io le compirò, nella sicurezza che nel mondo vi ha una potenza che trionfa di tutto, e questa è la nostra fede”.

 

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P R E F A Z I O N E

 

 

Chi è colui che ama la vita e desidera vedere giorni felici? Venite, o figliuoli, ascoltatemi, v’insegnerò a temere il Signore[1] ‘; v’insegnerò che cosa significa vivere. Lo sapete cosa significa? Vivere non vuol dire consumare tutte le proprie energie nel mangiare e nel bere, verso ciò che lo attrae, espandere il cuore o svagare l’anima nelle bellezze esteriori. Questo non è altro che ciò che comunemente si dice “ trascinare la propria esistenza ”. E dove? Al macello ed alla fogna.

Questo significa sprecare la propria intelligenza, prostituire il cuore, vendere l’anima, smerciare la propria vita al minuto. Che rimane d’un’esistenza vissuta in questo modo? Il vuoto e il disgusto, la sterilità e l’infamia, il rimorso e il castigo.

Tu sei cristiano, vedi la vita aprirsi davanti a te, la senti fremere in te. Che abbondanza di linfa vitale! Vuoi lasciarla scorrere inutilmente? Se sapessi quali tesori di vita ha posto in te Chi ti ha creato! O cuore cristiano, così pieno di vita, giura adunque di non sprecarne nulla, giura di utilizzarla fino all’ultima goccia. Ah! s’io potessi indurti a far questo giuramento, ed insegnarti ad osservarlo! Giurare di “ vivere ”, poi mantenere questo giuramento!

Ma qui non mi rivolgo se non agli uomini che sentono e comprendono, a quelli che hanno bisogno di grandi cose, a quelli che sono decisi a vivere in Pieno una vita seria. Quelli che per Dio vogliono essere qualche cosa; quelli che sentono il prepotente bisogno d’esser totalmente di Dio, di vivere interamente per Dio, morire per Dio senza esitazione, ecco quelli – gli unici – a cui faccio appello, perché solo essi sono capaci di comprendermi. Se tu non sei di quelli, chiudi il libro, quest’appello non fa per te.

Qui non ci devono essere mezze misure, uomini mediocri, cristiani per metà: o tutto o niente. Un principio assoluto, conclusioni rigorose, conseguenze estreme, e si accetta tutto senza batter ciglio, e si eseguisce colla freddezza della ragione e l’ardore della fede. Non calcoli interessati, bando ai vili pretesti ed alle paurose distinzioni: principii, principii!… il cristianesimo integrale, nell’assoluta pienezza della sua verità.

O cuore, che Dio fece tanto grande, tu non sei fatto per vegetare nelle mezze misure, e per rasentare la terra co’ tuoi meschini espedienti. Non senti d’aver bisogno d’aria libera, di piena luce e di cibi sostanziosi? Come potresti adattarti a vivere meschinamente ed a morir come un essere inutile? Vieni qua ed impara i segreti della vita, della vita in tutta la sua pienezza e nella sua incomparabile verità.

Lascia ch’io ti dica: Sii un uomo. Intendi bene: Sii uomo; è pur una gran cosa esser uomo! E sii uno: non sarai mai uomo, se non sei uno. Ed è questo ch’io voglio mostrarti.

Lascia ch’io ti dica: Sii un cristiano. Sii cristiano; il cristiano è la più perfetta delle opere di Dio. E sii uno: camminando per la tua unica via verso la tua unica mèta, senza deviare né a destra né a sinistra.

UN CRISTIANO! … sei risoluto ad esserlo?… ad esserlo totalmente? … ad esserlo unicamente?… Vieni, io ti dirò che cosa significa essere cristiano e come lo si diventa.

Ma, ripeto, sii deciso di finirla con le mezze misure e coi compromessi, colla mescolanza delle massime e cogli accomodamenti di principii. Se continui a credere che si possono fare degli accomodamenti col cielo, che i diritti di Dio non sono così esigenti, che nelle parole del Vangelo e della Chiesa qualcuna la si può prendere e qualche altra lasciare; se credi che la fede non sia altro che un armadio, in cui sono racchiusi alcuni ingredienti destinati a tranquillar la coscienza, e ch’essa non deve entrare nei particolari della vita pratica; se non vuoi prendere la fede nella sua verità e il Vangelo nella sua nudità, se non sei disposto ad esser cristiano dovunque, a non esser se non cristiano, integrale ed assoluto, senza calcoli interessati, no, tu non capirai affatto questo linguaggio. Lascialo.

Troverai qui idee e modi di pensare diametralmente opposti a quelli che si trovano nel mondo, in cui i principii si accomodano in tutte le salse, si contornano, si piegano, sì sminuzzano secondo i gusti di ognuno. E poi ci si mostra intransigenti su certi usi convenzionali e per meschini particolari di convenienza. Qui invece i principii sono tutto, e i particolari sono ben poca cosa; si è intransigenti nelle verità fondamentali, ed estremamente larghi nelle questioni di mezzi e di pratiche. Si diventa schiavi della verità e padroni delle inezie. Oggi il mondo mutila la verità come più gli piace, e divento schiavo della futilità. Ah! se tu hai il coraggio di guardare in faccia la vita cristiana, e la fortuna di comprenderla nella sua vera essenza, vedrai da qual parte si trovano la vera grandezza e la libertà d’anima, la vita e la felicità.

Credimi, in questo libro c’è più sostanza di quello che potresti digerire in una lettura corrente. Leggilo attentamente e a più riprese. Ti dico che le parole nascondono più cose che non ne esprimano, le frasi racchiudono più conclusioni che non ne enuncino. Ho voluto darti una chiave; se mi dai retta, questa chiave ti aprirò molti orizzonti e molti libri, orizzonti e libri serii; ti chiuderà altresì molti orizzonti e libri falsi. Ai giorni nostri è questo un doppio vantaggio assai prezioso; tuttavia non l’apprezzerai veramente, se non nella misura in cui saprai servirti della chiave ch’io ti metto nelle mani. Quanto più la maneggerai, tanto maggiori cose ti accorgerai ch’essa apre e chiude. T’auguro di sapertene servire, e ti domando di pregare un po’ per me, quando sentirai che ti ho reso qualche servizio.

 

 

 

 

 

Parte I

 

 

 

  1. La fede in Dio.

 

 

“Credi tu in Dio?” – “Che domanda! ” mi dirai.

Sì, certamente…. che domanda! e che gran domanda! E la ripeto: “Credi tu in Dio? ” – “Sì”, mi dici tu. – “Forse, ti dirò io”. – “Come, forse?”

Orsù, credi a me, ci sono due cose a cui bisogna essere assolutamente risoluti:

1° Non accontentarsi mai di parole;

2° Non mentire mai a se stesso.

Tu non potresti credere quanto noi viviamo nella vanità delle parole, e nella menzogna dei nostri interessi. Se sei deciso a non accontentarti mai della superficie d’una parola senza penetrare nel fondo della cosa, e a non lasciarti mai lusingare da un interesse qualunque, e a mandar giù ad ogni costo la verità, nella sua severa pienezza, nonostante le ripugnanze e le impossibilità, allora puoi comprendermi.

Dunque: “Credi in Dio?” – “Sì, certo, e l’amo”.

“Credi che esista?” – “Sì, e darei la mia vita per affermare la sua di fronte ai miscredenti”.

“Credi che egli tutto ha creato?” – “Sì, e adoro la sua potenza, ammiro la sua sapienza, e benedico la sua bontà”.

“Credi che è stato lui a creare anche te?” – “Sì, e il mio più grande desiderio è di attestargliene la mia riconoscenza”.

“Ma se t’ha creato, perché lo ha fatto?” – “Certamente per lui e per lui solo. Io so ch’essendo l’infinito, al di sopra di tutto, egli non può agire che per se stesso. Non potrebbe essere un operaio al servizio di qualcun altro”.

– “Credi dunque che sei fatto tutto per Dio?” – “Sì, tutto; è lui il mio unico fine, e sarà anche il mio eterno riposo. Con viva gioia a lui rivolgo le parole di Sant’Agostino: Ci hai fatto per te, o Dio, e il nostro cuore sarà instabile finché non riposerà in te. Questo io lo credo, ed amo quanto credo e di questo intendo vivere”.

Bene! tu credi in Dio, hai i germi della fede, ed è un gran tesoro. Adesso bisogna che tu venga a capo della tua fede. Avendo il principio, dovrai trarne le conclusioni. È necessario che tu mostri nelle opere la tua fede, perché sai che la fede senza le opere è morta. Coi germi della fede tu hai anche il desiderio sincero di vivere di essa. Senti il bisogno e sei fermo nella tua risoluzione d’esser un cristiano puro sangue: Dio sia benedetto! Adesso io desidero mettere il tuo sapere all’altezza del tuo volere. Poiché la buona volontà, che non è illuminata, corre rischio di sbagliare strada, e questa disgrazia è abbastanza comune.

Tu sei fatto per Dio, cioè, per la sua gloria; tu lo devi glorificare: ecco lo scopo della tua vita. Il perché della tua venuta in questo mondo, del tuo soggiorno quaggiù, della tua partenza e della tua eternità, consiste essenzialmente in queste parole. La vita è moto; essa s’agita, s’affanna, avanza, per giungere dove? Alla gloria di Dio; e se non giunge là, va a finire nella morte. Le azioni della vita sono molteplici quanto mai, ma il suo fine è uno: e se le azioni così molteplici non sono dirette a quell’unico fine, la vita si vuota.

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