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Ven. Lug 4th, 2025

Da: “Le Rivelazioni Celesti di Santa Brigida di Svezia”

  1. Capitolo Quarantaquattresimo

Io sono il Creatore di tutto, il Signore. Io feci il mondo e il mondo mi ha disprezzato. Sento come una voce dal mondo, quella di un’ape regina la quale raccoglie il miele. Difatti come l’ape regina, quando vola, subito torna a terra ed emette voci roche e soffocate, così odo come una voce soffocata nel mondo che dice: Non m’importa che cosa avvenga poi. E tutti dicono: Non ci importa.

Davvero all’uomo non importa, né considera quello che io ho fatto per amore, parlando per bocca dei Profeti, predicando io stesso e soffrendo per lui. Non si cura di quel che fece la mia ira, castigando i cattivi e i ribelli. S’accorgono d’essere mortali, sono incerti dell’ora, e non se ne curano. Odono e vedono la mia giustizia, applicata per i peccati, al Faraone, ai Sodomiti; quella che usai con i Re e gli altri Principi e che ogni giorno permetto nelle guerre e in altre tribolazioni: e tutto questo per loro è oscuro.

Perciò come api regine svolazzano dove vogliono. Volano a volte infatti, come saltellando, perché s’alzano con la superbia loro e subito s’abbassano quando tornano alla loro lussuria e gola. Raccolgono anche il dolce, ma per se stessi e terra terra, perché l’uomo lavora e raccoglie per l’utile del corpo, non dell’anima; per l’onore terreno, non per quello eterno. Mutano quell’utile temporale in pena, che a nulla loro giova, in eterno supplizio. Perciò, per le preghiere della Madre mia manderò la mia voce a quelle api, dalle quali sono segregati gli amici miei, i quali non sono nel mondo se non col corpo; la mia voce chiara, che annunzierà la misericordia. E se l’ascolteranno, si salveranno.

Parole della Madre e del Figlio, di benedizione e di lode reciproca e per la grazia concessa alla Madre per quelli che sono in Purgatorio e in questo mondo.

 

 

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