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Gio. Giu 26th, 2025

Il Bambino Come Volto di Cristo: Riflessione su Maria Montessori e il Giudizio Evangelico

Il Bambino Come Volto di Cristo: Riflessione su Maria Montessori e il Giudizio Evangelico

 

«Senza il bambino che l’aiuta a rinnovarsi, l’uomo degenererebbe. Se l’adulto non cerca di rinnovarsi, una dura corazza si va formando attorno al suo spirito e finisce col renderlo insensibile: e in questo insensato modo il suo cuore si perderà. Questo ci fa pensare alle parole del giudizio finale, quando Cristo, rivolgendosi ai dannati, a coloro che mai hanno utilizzato i mezzi di rinascita incontranti durante la vita, li maledice: “Andate maledetti, perché mi incontraste […] e non mi curaste!”. Ed essi rispondono ” Ma quando mai signore ti incontrammo […]? […] La drammatica pagina del Vangelo sta a Significare che l’adulto deve consolare Cristo nascono in ogni povero, in ogni condannato, in ogni sofferente. Ma se la meravigliosa scena evangelica si applicasse al caso del bambino, vedremmo che Cristo aiuta tutti gli uomini sotto le sembianze del bambino. “Io t’ho amato, son venuto a svegliarti la mattina, e tu mi respingesti”. “Ma quando mai, o Signore, sei venuto a casa mia la mattina, a svegliarmi, e io ti respinsi?”. “Il figlio delle tue viscere che venne a chiamarti, ero Io. Colui che ti prega di non lasciarlo, ero Io!». Insensati! E noi pensavamo che si trattasse di un capriccio infantile e così perdemmo il nostro cuore!» (Maria Montessori).
 
 

 

Questo brano di Maria Montessori è un potente invito alla conversione interiore, che mette in relazione la pedagogia con il Vangelo. Montessori non solo esalta il valore del bambino come guida spirituale dell’adulto, ma interpreta in chiave cristologica l’incontro tra l’adulto e il bambino: è Cristo stesso che si presenta nella fragilità, nella richiesta, nella voce mattutina del figlio che chiede amore, ascolto, tempo.

Montessori sembra dire che il bambino è segno sacramentale della presenza di Dio, che rinnova e giudica l’adulto non con parole, ma con la sua stessa esistenza, come via di salvezza o di dannazione. Il riferimento al giudizio finale (“Andate maledetti…”) è sorprendente: l’adulto che non ha saputo riconoscere Cristo nel bambino, come nel povero, è colui che ha indurito il cuore, ha perso la capacità di sentire.

Questa visione ribalta la pedagogia tradizionale: non è il bambino a dover essere formato dall’adulto, ma l’adulto a dover rinascere grazie al bambino. Il capriccio, la richiesta insistente, la fragilità infantile diventano allora luogo di rivelazione. Se l’adulto si chiude, si forma quella “dura corazza” che lo rende insensibile alla grazia.

 

Verità Eterna

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