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Ven. Lug 4th, 2025

Il compimento di tutte le cose

 

Fino a quando, attendere che tutto si compia in bene?
 

È una domanda che tocca l’attesa, la speranza e la fatica del tempo. Quando si conoscono o si temono gli avvenimenti futuri, può nascere una stanchezza spirituale, come se il cuore si logorasse nel dover resistere ancora. È umano chiedersi “fino a quando?”, come fanno i salmi:

“Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?” (Sal 13,2)

“Fino a quando giudicherete ingiustamente?” (Sal 82,2)

Ma proprio in questo “fino a quando” si nasconde un’attesa che non è passiva: è il luogo della fede viva, che si nutre della promessa. L’attesa cristiana non è inerzia, ma tensione verso il compimento, perché sappiamo che tutto concorre al bene per quelli che amano Dio (Rm 8,28).

Nei Vangeli, Gesù parla di segni che annunceranno questo tempo, tra cui conflitti tra nazioni, carestie, terremoti e la comparsa di falsi profeti che cercheranno di ingannare molti . Inoltre, si fa riferimento a una diffusa apostasia, ovvero un allontanamento dalla fede autentica.

È importante notare che, nonostante questi segni, Gesù stesso ha sottolineato che il momento esatto della fine non è noto a nessuno, se non al Padre . Pertanto, l’invito per i credenti è a vivere in uno stato di vigilanza e preparazione spirituale, mantenendo una fede salda e operando nel bene.

In questo contesto, l’attesa non è passiva, ma un’opportunità per crescere nella fede, nella speranza e nell’amore, confidando nella promessa che, alla fine, il bene trionferà.

La Scrittura non dice mai un “quando” preciso, ma ci dà immagini forti di ciò che precederà la fine: disordine crescente, inganno, persecuzioni, la carità che si raffredda (Mt 24), ma anche la predicazione del Vangelo a tutte le genti. Tutto questo non è solo “fine”, ma anche gestazione del Regno.

Il “presumibile stop” – se lo intendiamo come momento storico che chiuderà l’era presente – è qualcosa che molti avvertono oggi, anche fuori dalla fede: crisi ambientale, conflitti continui, perdita di senso, tecnologie che alterano la percezione umana. Ma per il cristiano, tutto questo è segno che il compimento si avvicina, non che è il caos a vincere.

San Paolo dice che “quando diranno: ‘Pace e sicurezza!’, allora d’improvviso li colpirà la rovina” (1Ts 5,3). Ma aggiunge: “Ma voi non siete nelle tenebre, così che quel giorno vi sorprenda come un ladro” (1Ts 5,4).

 

Su quali basi nasce lo stop?
 

Questa è una domanda profondissima: su quali basi nasce lo stop della storia? Cosa rende “necessario” o “inevitabile” che tutto si compia?

Dal punto di vista della fede cristiana, lo “stop” del tempo non nasce da un capriccio o da un incidente cosmico, ma da una volontà divina orientata al compimento. E questo compimento ha un fondamento molto chiaro: l’amore e la giustizia di Dio.

Ecco alcune basi profonde su cui, secondo la rivelazione, nasce lo “stop”:


Il tempo è creato e ha uno scopo

“Nel principio Dio creò il cielo e la terra.” (Gen 1,1)

Il tempo non è eterno: ha un inizio e avrà una fine. È una storia, non un ciclo infinito. Quindi non può durare per sempre, ma solo finché compie il suo scopo: condurre la libertà dell’uomo alla verità e alla salvezza.


La giustizia chiede una resa dei conti

“Verrà il giorno del Signore, come un ladro; allora i cieli spariranno con fragore […] e la terra, con quanto c’è in essa, sarà distrutta.” (2Pt 3,10)

Non può esserci ingiustizia eterna. Il male, l’inganno, la persecuzione dei giusti, devono avere un termine. Il tempo è anche tempo concesso alla conversione (2Pt 3,9), ma non per sempre. Quando la misura sarà colma, la giustizia si compirà.


Il Vangelo deve raggiungere ogni popolo

“Questo Vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, a testimonianza per tutte le genti; e allora verrà la fine.” (Mt 24,14)

La fine non è arbitraria: Dio attende che la salvezza sia annunciata a tutti. La fine sarà permessa quando ogni uomo avrà avuto la possibilità di dire “sì” o “no” alla verità.


L’amore rifiutato prepara la fine

Quando l’amore viene continuamente respinto, la terra si svuota di significato. “Per il moltiplicarsi dell’iniquità, l’amore di molti si raffredderà” (Mt 24,12). Questo raffreddarsi non è solo un sintomo della fine: la genera. Perché se l’amore non trova più spazio, il tempo stesso implode.


Il compimento è promesso

“Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine.” (Ap 22,13)

La storia non è lasciata a se stessa. Dio ha promesso un compimento, una Gerusalemme nuova, un tempo senza tempo. Lo “stop” non è tanto una fine quanto una nascita.


Lo stop non nasce dalla paura o dalla distruzione, ma da una logica divina di pienezza, come il termine naturale di una gestazione. Il problema è: il mondo vuole nascere davvero? O si attacca alla placenta, senza voler uscire dal ventre del tempo?

 

Verità Eterna

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