Dire Sì a Dio
Rifletto con senso di preoccupazione e confusione su come vanno le cose, anche in questo tempo che, dobbiamo ammetterlo, è vicino a quanto è stato predetto. Sono quindi tempi decisivi, di lotta interiore ed esteriore e da credenti non possiamo metterla sul piano sociologico, anche perché non credo che l’ambizione degli uomini, quella più profonda e vera, sia di godersi la vita e di fare una buona morte, magari inconsapevole, come la polvere sparsa al vento.
Ed in tempi difficili un esercito si compatta, il Cielo manda i suoi messaggi, le Sue parole per guidare gli uomini. E chi dovrebbe guidare l’esercito sulla terra, chi i generali, chi gli ufficiali e chi i sottoufficiali, e chi i soldati?
Se chi comanda le truppe non può esprimersi per non sbagliare e sta dietro decenni rispetto a semplici persone che cercano di fidarsi del soprannaturale ed esporsi alle trame della vita e della storia.
Si parla sempre al plurale ma si vive singolarmente e quando si parla di Chiesa la si confonde spesso e solo come di un ente benefico che si occupa del sociale, degli oratori che funzionano come villaggi turistici, dei seminari dove vengono insegnate teorie da teologi avanguardisti. E non c’è molto da rifugiarsi nel passato perché prima del Concilio Vaticano II la partecipazione della gente alla Liturgia ed alla vita della Chiesa era da gente esterna e di passaggio, che assisteva a quanto i sacerdoti facevano muovendosi sull’altare e sui pulpiti delle chiese.
Chiedo solo che Dio dia una risposta ad ognuno, che faccia chiarezza in questa esistenza per noi spesso indecifrabile.
Medjugorje, 25 marzo 2025
Gesù, io confido in Te!
Pater, Ave, Gloria,
Remo Rosati
Nell’immagine: Pietro Perugino – The Combat of Love and Chastity