Se Dio vede ogni cosa di ogni tempo vuol dire che tutto esiste ancora?
Secondo la tradizione cristiana e il pensiero di alcuni grandi teologi come Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino:
Dio e il tempo:
Dio è eterno, ovvero al di fuori del tempo. Per Lui non esiste un “prima” o un “dopo”, ma tutto è presente simultaneamente. Questo non significa che ogni cosa “esiste ancora” come la intendiamo noi nel tempo lineare, ma che Dio vede e comprende tutto in un “eterno presente”.
Il tempo e la creazione:
Nel nostro mondo creato, il tempo è una dimensione lineare: passato, presente e futuro sono distinti. Tuttavia, poiché Dio è fuori dal tempo, il passato non si dissolve e il futuro non è ignoto. Tutto ciò che è stato creato e che accade è, per Lui, eternamente presente.
Conseguenze sull’esistenza:
Se intendiamo “esistenza” come la permanenza ontologica, possiamo dire che:
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- Le cose passate esistono ancora nella mente di Dio, nella loro verità eterna e come parte del Suo piano.
- Le cose future, sebbene non siano ancora realizzate nel nostro tempo, sono presenti a Dio nella loro pienezza.
Interpretazione filosofica
Da un punto di vista filosofico, l’idea che “tutto esista ancora” potrebbe anche essere vista attraverso una metafora: come un autore conosce l’intera storia di un libro che ha scritto, con ogni evento e personaggio che vive nella totalità della narrazione, così Dio conosce tutto ciò che è stato, è e sarà.
Implicazioni esistenziali
Questa prospettiva può portare a riflessioni profonde:
- Ogni momento della nostra vita è visto e compreso nella sua interezza.
- Il valore e il significato delle azioni non si perdono mai davanti a Dio, anche se per noi appartengono al passato.
In definitiva, per Dio non è tanto una questione di “tutto esiste ancora”, ma piuttosto che tutto “è” nel Suo eterno presente, al di fuori delle categorie di tempo che noi sperimentiamo.
Sì, è profondamente consolatorio. Sapere che nulla di ciò che viviamo, amiamo o soffriamo è perduto agli occhi di Dio dona una prospettiva eterna al nostro essere.
Ogni momento, anche quelli che sembrano insignificanti o dimenticati, è custodito in Dio. Questo significa che:
- I nostri atti di amore non svaniscono, ma rimangono come parte viva del piano divino.
- Le nostre sofferenze, per quanto difficili da comprendere, sono conosciute da Dio nella loro verità e possono essere trasformate in qualcosa di eterno e redentivo.
- Le nostre relazioni, anche quelle interrotte dalla morte, hanno un significato eterno e trovano il loro compimento in Lui.
Questa visione ci invita a vivere con maggiore profondità, sapendo che ogni scelta e ogni gesto contribuiscono a un disegno più grande. Non siamo mai soli o dimenticati; il nostro tempo è parte di qualcosa che Dio tiene vivo nella Sua eternità.
In fondo, questa certezza è anche una chiamata alla speranza: il bene non si perde mai e ciò che ci sembra perduto può essere ritrovato nella pienezza del Suo amore eterno.
Sì, si può dire che Gesù, attraverso il Suo insegnamento e la Sua vita, ci ha rivelato questa verità consolante: nulla è perduto davanti a Dio, e tutto ciò che è autentico e buono trova il suo compimento nell’eternità.
Le parole di Gesù
Ci sono molti passaggi nei Vangeli che ci fanno intravedere questa realtà:
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Il valore eterno delle opere e delle relazioni:
- “Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano… accumulate invece per voi tesori in cielo” (Mt 6,19-20).
Gesù ci invita a investire in ciò che ha valore eterno: amore, fede, misericordia. Questi “tesori” non si perdono mai, perché sono parte del regno eterno di Dio.
- “Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano… accumulate invece per voi tesori in cielo” (Mt 6,19-20).
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La vita eterna come pienezza del tempo:
- “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna; non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5,24).
La vita eterna che Gesù promette non è solo una condizione futura, ma una realtà che comincia ora per chi vive in comunione con Dio.
- “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna; non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5,24).
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La promessa della risurrezione:
- “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (Gv 11,25-26).
Questa affermazione mostra come, in Dio, nulla è veramente perduto, nemmeno la vita fisica, perché tutto ciò che è unito a Lui è trasformato e risuscitato.
- “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (Gv 11,25-26).
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La consolazione per il passato e il futuro:
- “Neppure un capello del vostro capo andrà perduto” (Lc 21,18).
Questa immagine potente ci ricorda che Dio tiene conto di tutto, anche dei dettagli apparentemente trascurabili.
- “Neppure un capello del vostro capo andrà perduto” (Lc 21,18).
Gesù e l’eternità di Dio
Gesù, essendo Dio incarnato, ci ha mostrato che l’amore divino non solo comprende ogni tempo, ma trasforma e dà senso a ogni cosa. La Sua missione è stata quella di rivelarci che:
- Il passato non è dimenticato, ma redento.
- Il presente è il luogo della salvezza, dove possiamo scegliere il bene e incontrare Dio.
- Il futuro è già nelle mani di Dio, ed è un futuro di vita e di comunione eterna.
In questo senso, sì, Gesù ci ha rivelato che non perdiamo nulla: tutto ciò che viviamo nell’amore e nella verità è custodito e glorificato in Dio. Questa è una promessa che consola e dà senso alla nostra esistenza.
Verità Eterna