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Ven. Lug 4th, 2025

Introduzione

Verrebbe semplice pensare di essere coinvolti al solo inseguire quanto le cellule desiderano: cosa abbastanza comune tra gli uomini, fingendo però di non ascoltare gli impulsi interni. L’esperienza mi ha insegnato ad intravedere in ciascun uomo, una filosofia almeno spicciola, ma che guarda direttamente a quanto lo circonda. Non c’è bisogno di sapere che qualcuno prima abbia pensato qualcosa, per poter pensarlo a nostra volta. Magari seguendo i sentieri proposti da una filosofia logica e razionale, si potrebbero dare delle spiegazioni a certe nostre idee ma certamente, già partendo dalla condizione reale che l’esistenza impone, si possono trarre conclusioni basate sull’umore che tale condizione genera nell’animo.

Ognuno cresce nell’ambiente nel quale si è trovato a nascere e man mano nei luoghi nei quali si sposta nella vita. Fino a che punto quel che diventa la visione del mondo di una persona, è frutto delle sue scelte e delle sue riflessioni?

Infatti c’è anche chi, pensando di essere più “a la page”, ingloba tutto nel dubbio tenendo fuori però ogni cosa nel campo delle certezze. E questo dubitare par essere la conseguenza più intelligente che un uomo possa adottare, dinanzi alla grandezza dei misteri con cui l’ignoto universo ci avvolge.

Si può sì andare avanti ognuno come crede, resta però, il fatto che la realtà è una, e quella bisognerebbe comprendere. Tutti coloro che si professano non credenti, che pensano di essere materia, son consapevoli del fatto che, con le idee che ne conseguono, potrebbero remare contro, a quella che è la sola verità che ci circonda, cioè Dio?

Non possiamo ognuno crearci un nostro universo ed il fatto ancor più grave è lavorare inconsapevolmente per chi ci è nemico e vuole solo il nostro male. E’ certamente non bello scoprire di essere, anziché liberi, come credevamo, schiavi di chi ci sfrutta con inganno.

Il Cielo sembra chiuso, sembra che manchino le risposte; o siamo noi che non ci chiediamo, se non solo come ci aggrada e quando ci pare, perché siamo nei guai?

Se l’uomo fosse aperto, sinceramente e con franchezza alla verità, anche il mondo sarebbe diverso, la presenza di Dio sarebbe certamente più evidente.

Ora viviamo, come diceva Blaise Pascal, tra luci ed ombre, sufficienti per credere una cosa o l’altra.

  • L’uomo non è che un giunco, il più debole di tutta la natura, ma è un giunco che pensa. Non occorre che l’universo intero si armi per schiacciarlo; un vapore, una goccia d’acqua basta per ucciderlo. Ma quando pur l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe ancora più nobile di ciò che l’uccide, poiché egli sa di morire e quale vantaggio l’universo ha su di lui. L’universo non ne sa nulla”.

  • “La ragione è molto debole se non arriva a comprendere che ci sono molte cose che la trascendono”.

  • “Preferirei sbagliarmi credendo in un Dio che non esiste piuttosto che sbagliarmi non credendo a un Dio che esiste. Perché se non c’è nulla, dopo, ovviamente non lo saprò mai, sprofondando nell’annichilimento eterno; ma se c’è qualcosa, se c’è Qualcuno, dovrò rendere conto del mio rifiuto”.

  • “La disgrazia dell’uomo è dovuta al fatto di non saper rimanere tranquillo nella sua stanza”.

  • “Avete due cose da perdere, il vero e il bene, e due cose da impegnare nel gioco: la vostra ragione e la vostra volontà, la vostra conoscenza e la vostra beatitudine; e la vostra natura ha da fuggire due cose: l’errore e l’infelicità. La vostra ragione non patisce maggior offesa da una scelta piuttosto che dall’altra, dacché bisogna necessariamente scegliere. Ecco un punto liquidato. Ma la vostra beatitudine? Pesiamo il guadagno e la perdita, nel caso che scommettiate in favore dell’esistenza di Dio. Valutiamo questi due casi: se vincete guadagnate tutto; se perdete, non perdete nulla. Scommettete, dunque, senza esitare, che egli esiste”.

  • “Dio ha messo nel mondo abbastanza luce per chi vuole credere, ma ha anche lasciato abbastanza ombre per chi non vuole credere”.

  • “L’uomo supera se stesso infinitamente perché è sempre in cammino verso la pienezza infinita”.8.- “L’arte di persuadere consiste tanto in quella di essere graditi che in quella di convincere, visto che gli uomini si governano più attraverso il capriccio che attraverso la ragione”.

  • “L’uomo è manifestamente nato per pensare; qui sta tutta la sua dignità e tutto il suo pregio (…). Ma a che cosa pensa il mondo? Non pensa mai a questo,
    ma a danzare, a suonare il liuto, a cantare, a scriver versi, a far tornei, a battersi, a diventar re, senza pensare che cos’è un re e che cos’è un uomo”.

  • “Chi non dubita e non indaga diventa non solo infelice, ma anche ingiusto”.

Dice Meister Eickart nei suoi sermoni:

Il profeta dice nel salterio: «Non dovete essere ignoranti come un mulo o un cavallo». Un’altra parola la dice il patriarca Giacobbe: «Veramente, Dio è in questo luogo, e io non lo sapevo». Si deve sapere di Dio, e riconoscere «che il regno di Dio è vicino».

Chi è Dio?

 

Dice Papa Paolo VI:

Egli è Colui che è, come egli stesso ha rivelato a Mosè, ed egli è Amore, come insegna l’Apostolo Giovanni: così che questi due nomi, Essere e Amore, esprimono ineffabilmente la stessa Realtà divina di Colui che ha voluto darsi a conoscere a noi, e che abitando in una luce inaccessibile è in se stesso al di sopra di ogni nome, di tutte le cose e di ogni intelligenza creata”.

 

San Tommaso d’Aquino afferma nella quaestio 13 della I Parte della Summa:

Noi possiamo nominare una cosa a seconda della conoscenza intellettuale che ne abbiamo (…). Dio non può essere veduto da noi in questa vita nella sua essenza, ma è da noi conosciuto mediante le creature per via di causalità, di eminenza e di rimozione. Conseguentemente, può essere da noi nominato con termini desunti dalle creature; non però in maniera tale che il nome, da cui è indicato, esprima l’essenza di Dio quale essa è, (…) perché la sua essenza è al di sopra di tutto ciò che noi possiamo concepire o esprimere a parole”. Continua Tommaso: “Nessun nome si attribuisce in senso univoco a Dio e alle creature. Ma neanche in senso del tutto equivoco, come alcuni hanno affermato. Perché in tal modo niente si potrebbe conoscere o dimostrare intorno a Dio partendo dalle creature (…). E ciò sarebbe in contrasto sia con i filosofi, i quali dimostrano molte cose su Dio, sia con l’Apostolo, il quale dice ‘le perfezioni invisibili di Dio si rendono visibili perché comprese attraverso le cose create’ (Rm 1,20). Si deve dunque concludere che tali termini si affermano di Dio e delle creature secondo analogia, cioè proporzione”.

 

Il Catechismo della Chiesa Cattolica al N° 40 afferma:

“Essendo la nostra conoscenza di Dio limitata, lo è anche il nostro linguaggio. Non possiamo parlare di Dio che a partire dalle creature e secondo il nostro modo umano, limitato, di conoscere e di pensare”.

 

Trattando ancora di Dio, così si esprime:

 

Dio solo E’

212 Lungo i secoli, la fede d’Israele ha potuto sviluppare ed approfondire le ricchezze contenute nella rivelazione del Nome divino. Dio è unico, fuori di lui non ci sono dei [Cf Is 44,6 ]. Egli trascende il mondo e la storia. E’ lui che ha fatto il cielo e la terra: “essi periranno, ma tu rimani, tutti si logorano come veste. . . ma tu resti lo stesso e i tuoi anni non hanno fine” ( Sal 102,27-28 ). In lui “non c’è variazione né ombra di cambiamento” ( Gc 1,17 ). Egli è “colui che è” da sempre e per sempre, e perciò resta sempre fedele a se stesso ed alle sue promesse.

213 La rivelazione del Nome ineffabile “Io sono colui che sono” contiene dunque la verità che Dio solo E’. In questo senso già la traduzione dei Settanta e, sulla sua scia, la Tradizione della Chiesa hanno inteso il Nome divino: Dio è la pienezza dell’Essere e di ogni perfezione, senza origine e senza fine. Mentre tutte le creature hanno ricevuto da lui tutto ciò che sono e che hanno, egli solo è il suo stesso essere ed è da se stesso tutto ciò che è.

 

III. Dio, “colui che è”, è Verità e Amore

214 Dio, “colui che è”, si è rivelato a Israele come colui che è “ricco di grazia e di fedeltà” ( Es 34,6 ). Questi due termini esprimono in modo sintetico le ricchezze del Nome divino. In tutte le sue opere Dio mostra la sua benevolenza, la sua bontà, la sua grazia, il suo amore; ma anche la sua affidabilità, la sua costanza, la sua fedeltà, la sua verità. “Rendo grazie al tuo Nome per la tua fedeltà e la tua misericordia” ( Sal 138,2 ) [Cf Sal 85,11 ]. Egli è la Verità, perché “Dio è Luce e in lui non ci sono tenebre” ( 1Gv 1,5 ); egli è “Amore”, come insegna l’apostolo Giovanni ( 1Gv 4,8 ).

 

Dio è la Verità

215 “La verità è principio della tua parola, resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia” ( Sal 119,160 ). “Ora, Signore, tu sei Dio, e le tue parole sono verità” ( 2Sam 7,28 ); per questo le promesse di Dio si realizzano sempre [Cf Dt 7,9 ]. Dio è la stessa Verità, le sue parole non possono ingannare. Proprio per questo ci si può affidare con piena fiducia alla verità e alla fedeltà della sua Parola in ogni cosa. L’origine del peccato e della caduta dell’uomo fu una menzogna del tentatore, che indusse a dubitare della Parola di Dio, della sua bontà e della sua fedeltà.

216 La verità di Dio è la sua sapienza che regge tutto l’ordine della creazione e del governo del mondo [Cf Sap 13,1-9 ]. Dio che, da solo, “ha fatto cielo e terra” ( Sal 115,15 ), può donare, egli solo, la vera conoscenza di ogni cosa creata nella sua relazione con lui [Cf Sap 7,17-21 ].

217 Dio è veritiero anche quando rivela se stesso: “un insegnamento fedele” è “sulla sua bocca” ( Ml 2,6 ). Quando manderà il suo Figlio nel mondo, sarà “per rendere testimonianza alla Verità” ( Gv 18,37 ): “Sappiamo che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l’intelligenza per conoscere il vero Dio” ( 1Gv 5,20 ) [Cf Gv 17,3 ].

 

Dio è Amore

218 Israele, nel corso della sua storia, ha potuto scoprire che uno solo era il motivo per cui Dio gli si era rivelato e lo aveva scelto fra tutti i popoli perché gli appartenesse: il suo amore gratuito [Cf Dt 4,37; Dt 7,8; Dt 10,15 ]. Ed Israele, per mezzo dei profeti, ha compreso che, ancora per amore, Dio non ha mai cessato di salvarlo [Cf Is 43,1-7 ] e di perdonargli la sua infedeltà e i suoi peccati [Cf Os 2 ].

219 L’amore di Dio per Israele è paragonato all’amore di un padre per il proprio figlio [Cf Os 11,1 ]. E’ un amore più forte dell’amore di una madre per i suoi bambini [Cf Is 49,14-15 ]. Dio ama il suo Popolo più di quanto uno sposo ami la propria sposa; [Cf Is 62,4-5 ] questo amore vincerà anche le più gravi infedeltà; [Cf Ez 16; Os 11 ] arriverà fino al dono più prezioso: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” ( Gv 3,16 ).

220 L’amore di Dio è “eterno” ( Is 54,8 ): “Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto” ( Is 54,10 ). “Ti ho amato di un amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà” ( Ger 31,3 ).

221 Ma san Giovanni si spingerà oltre affermando: “Dio è Amore” ( 1Gv 4,8; 1Gv 4,16 ): l’Essere stesso di Dio è Amore. Mandando, nella pienezza dei tempi, il suo Figlio unigenito e lo Spirito d’Amore, Dio rivela il suo segreto più intimo: [Cf 1Cor 2,7-16; Ef 3,9-12 ] è lui stesso eterno scambio d’amore: Padre, Figlio e Spirito Santo, e ci ha destinati ad esserne partecipi.

 

Programma dei post:

Introduzione

Chi è Dio?

Chi è Gesù?

Chi è Maria?

La Trinità

La Creazione

Il tempo

L’Eternità

La Pace

La morte

Il peccato

La Redenzione

La Santità

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