Pietrelcina, Benevento, 25 maggio 1887 –

San Giovanni Rotondo, Foggia, 23 settembre 1968

La sua eredità spirituale è il segno di una vita tutta dedicata alla preghiera e contrassegnata da una devozione ardente alla Vergine.

Da Lei il frate si sentiva protetto nella sua lotta quotidiana col demonio, il “cosaccio” come lo chiamava, e per ben due volte la Vergine lo guarisce miracolosamente, nel 1911 e nel 1959. In quest’ultimo caso i medici lo avevano dato proprio per spacciato quando, dopo l’arrivo della Madonna pellegrina di Fatima a San Giovanni Rotondo, il 6 agosto 1959, Padre Pio fu risanato improvvisamente, tra lo stupore e la gioia dei suoi devoti.

“Esiste una scorciatoia per il Paradiso?”, gli fu domandato una volta.

“Sì”, lui rispose, “è la Madonna”. “Essa – diceva il frate di Pietrelcina – è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni”. Esortava sempre i suoi figli spirituali a pregare il Rosario e a imitare la Madonna nelle sue virtù quotidiane quali l’umiltà,la pazienza, il silenzio,la purezza,la carità.

“Vorrei avere una voce così forte – diceva – per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna”.

Lui stesso aveva sempre la corona del rosario in mano. Lo recitava incessantemente per intero, soprattutto nelle ore notturne.

“Questa preghiera – diceva Padre Pio – è la nostra fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità”.

Il suo testamento spirituale, alla fine della sua vita, fu:

“Amate la Madonna e fatela amare.

Recitate sempre il Rosario”.

Intorno alla sua figura in questi anni si sono scritti molti fiumi di inchiostro.

Un incalcolabile numero di articoli e tantissimi libri; si conta che approssimativamente sono più di 200 le biografie a lui dedicate soltanto in italiano. “Farò più rumore da morto che da vivo”, aveva pronosticato lui con la sua solita arguzia. Quella di Padre Pio è veramente una “clientela” mondiale.

Perché tanta devozione per questo san Francesco del sud?

Padre Raniero Cantalamessa lo spiega così:“Se tutto il mondo corre dietro a Padre Pio – come un giorno correva dietro a Francesco d’Assisi – è perché intuisce vagamente che non sarà la tecnica con tutte le sue risorse, né la scienza con tutte le sue promesse a salvarci, ma solo la santità.

Che è poi come dire l’amore”.

Quando si passa dinanzi a un’immagine

della Madonna bisogna dire:

«Ti saluto, o Maria.

Saluta Gesù da parte mia»

(AdFP, 401)

Padre Pio

Padre Pio, ti abbiamo conosciuto così, ti abbiamo chiamato sempre così, lascia che continuiamo a chiamarti ancora così – nulla togliendo alla tua gloria, nulla svilendo della tua santità.

Anche nelle nostre famiglie, quando uno diventa professore, continua ad essere chiamato come prima. E poi, chiamandoti semplicemente padre Pio, ti sentiamo più vicino; la tua grandezza non ci fa sentire piccoli; anzi, ci sentiamo più a nostro agio per chie­derti tutto ciò di cui il nostro cuore ha bisogno.

Padre Pio, aiutaci ad amare Gesù; aiutaci ad amare Maria; aiutaci a capi­re che, se vogliamo raggiungerti, non c’è altra via che quella del Calvario.  [ Padre Leonardo Triggiani Cappuccino ]

Padre Pio è Santo

Da sempre lo abbiamo ritenuto Santo e, se non lo abbiamo invocato pubblicamente come tale, nel nostro cuore eravamo certi della sua santità.

È santo! È stato santo nella sua vita terrena ed ora dal Papa viene solennemente proclamato santo e messo sul candelabro della Chiesa, per risplendere con le sue virtù ed accompagnarci nel nostro pellegrinaggio terreno. Padre Pio è santo, perché ha esercitato le virtù in grado eroico ed è indicato dalla Chiesa a ciascuno di noi come un modello da imitare, e da seguire.

È il Santo della preghiera

Ha sempre pregato di notte e di giorno. Ha pregato e ha insegnato a pregare nella forma più semplice e popolare. È stato un maestro di preghiera. Fondando i gruppi di preghiera, ha consegnato alla Chiesa una moltitudine di persone, che si santificano pregando e facendo pregare.

Ha pregato con la sofferenza nel cuore; ha pregato anche per coloro che lo facevano soffrire.

La sua vita, come quella di san Francesco, è stata tutta preghiera e contemplazione.

È il Santo della carità

Le ore trascorse al confessionale erano frutto della sua carità pastorale, del suo ardore per le anime, del suo amore per i peccatori. Anche la severità, con cui spesso trattava i peccatori e scacciava i profanatori del tempio, era autentica manifestazione di amore, di carità, di apertura di cuore verso tutti.

Nessuno s’è mai rivolto invano a lui! Nessuno s’è allontanato da lui, senza aver avuto un segno di questa carità.

La Casa Sollievo della Sofferenza è un segno visibile del suo amore per i malati, che aveva sempre nel cuore; tutta la sua vita è segnata da uno slancio di carità.

È il Santo della sofferenza

Per mezzo secolo è stato associato alla passione di Cristo come Francesco d’Assisi; le stimmate, ricevute durante la preghiera, hanno segnato la sua vita e la sua storia. Segno di tanta sofferenza sono le molte reliquie, che contenevano traccia di sangue.

Non solo ha sofferto, ma ha preso su di sé la sofferenza della gente: chiunque si rivolgeva a lui non solo era confortato, ma veniva anche accompagnato nel suo itinerario di dolore.

La preghiera è la migliore arma che abbiamo;

è una chiave che apre il cuore di Dio.

Devi parlare a Gesù anche col cuore oltre che col labbro;

anzi in certi contingenti devi parlargli soltanto col cuore.

La preghiera è l’effusione del nostro cuore in quello di Dio…

Quando essa è fatta bene, commuove il Cuore divino

e lo invita sempre più ad esaudirci.

Ricorrete con più filiale abbandono a Gesù,

il quale non potrà resistere a non farvi sentire

una goccia di refrigerio e di conforto…

A Lui si innalzi forte la vostra voce e sia quella dell’umiltà dello spirito, della contrizione del cuore e della preghiera della lingua.

Tieni per fermo che quanto più un anima è a Dio gradita, tanto più dovrà essere provata. Perciò coraggio ed avanti sempre.

Lasciate pure che la natura si risenta dinanzi al soffrire, poiché niente vi è in questo di più naturale all’infuori del peccato; la vostra volontà, col divino aiuto, sarà sempre superiore ed il divino amore non verrà mai meno nel vostro spirito, se non tralasciate la preghiera.

Non vogliate sconfortarvi e perdervi di coraggio per l’enorme debito contratto con la divina giustizia. Gesù è di tutti ma lo è a più ragione per i peccatori.

Le tue tentazioni sono del demonio e dell’inferno, ma le tue pene ed afflizioni son di Dio e del paradiso; le madri sono di Babilonia, ma le figlie sono di Gerusalemme. Disprezza le tentazioni ed abbraccia le tribolazioni…. lascia soffiare il vento e non pensare che lo squillo delle foglie sia il rumore delle armi.

Non temete il nemico; egli non varrà nulla contro la navicella del vostro spirito, perché il nocchiero è Gesù, la stella è Maria.

Facciamoci santi, così dopo essere stati insieme sulla terra, staremo sempre insieme in paradiso.

Se so che una persona è afflitta, sia nell’anima che nel corpo, che farei presso del Signore per vederlo libera dai suoi mali? Volentieri mi addosserei, pur di vederla andar salva, tutte le sue afflizioni, cedendo in suo favore i frutti di tali sofferenze, se il Signore me lo permettesse.

La Santità è amare il prossimo come noi stessi e per amore di Dio. La santità, su questo punto, è amare fino a chi ci maledice, ci odia, ci perseguita, anzi persino fargli del bene.

L’amore ci fa correre a grandi passi; il timore invece, ci fa guardare con saviezza dove si mette il piede, guidandoci a non mai inciampare nella strada che ci mena al cielo.

Poniamo i nostri cuori in Dio solo, per non più riprenderli. Egli è la nostra pace, la nostra consolazione e la nostra gloria.

Conviene, prima di ogni altra cosa, procurare di vivere tranquilli nello spirito, non perché la tranquillità sia madre del contento cristiano, ma perché è figlia dell’amore di Dio.

Dio pone la sua mano sotto quelli che cadono senza malizia, acciocché non si facciano del male o restino feriti, e li rialza e solleva così presto che non si accorgono di essere caduti…

Non seminare nel giardino altrui, ma coltiva bene il tuo; non desiderare punto di essere quello che non sei, me desidera bene di essere quello che sei.

Se Dio ci togliesse tutto quello che ci ha dato, rimarremmo con i nostri stracci..

Quando al cader del giorno vi assalirà la tristezza, allora più che mai dovete ravvivare la vostra confidenza in Dio, umiliarvi davanti a Lui, espandere l’anima vostra in lodi e benedizioni al Padre celeste.

Chi comincia ad amare deve essere pronto a soffrire.

Tieni presente Gesù sempre alla tua mente: egli non venne per riposarsi né per avere le sue comodità, né spirituali né temporali, ma per combattere, mortificarsi e morire.

Hai visto un campo di grano in piena maturazione? Potrai osservare che certe spighe sono alte e rigogliose; altre, invece, sono piegate a terra. Prova a prendere le alte, le più vanitose, vedrai che queste sono vuote; se invece prendi le più basse, le più umili, queste sono cariche di chicchi. Da ciò potrai dedurre che la vanità è vuota.

Gesù glorificato è bello ma quantunque egli sia tale, sembrami lo sia maggiormente crocifisso.

Fa’ che non turbi l’anima tua il triste spettacolo dell’ingiustizia umana: anche questa nell’economia delle cose ha il suo valore. E’ su di essa che vedrai sorgere un giorno l’immancabile trionfo della giustizia di Dio!

“Inno a Padre Pio da Pietrelcina”

http://www.youtube.com/watch?v=CNCLH9bsZwM

 

L’ Oasi di Engaddi

www.oasidiengaddi.it

 

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