LA PREGHIERA DI ADORAZIONE ( 3 )
Rimanere con il Padre
La solitudine profonda del mio essere
è stata illuminata dalla luce della fede, luce viva e calda,
e un Abitante è venuto a colmare questa solitudine
con la Sua presenza: è il Padre.
Che faremo, io e il Padre, nella dimora profonda?
Quali parole diremo?
Gesù stesso ci esorta: “… Pregando … non sprecate parole!…”.
“… Tu, invece, quando preghi, entra nella tua camera,
chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto;
e il Padre tuo che vede nel segreto, ti ricompenserà …”
(Matteo 6,6).
Rimanere col Padre significa uno scambio di affetti e di attenzioni con Dio.
Una proiezione, nell’amore e nella fede,
di tutte le mie energie mentali
(ciò che io sono profondamente) verso di Lui.
Così tutto il mio essere si fissa, rimane quieto,
concentrato in Lui, con Lui.
Ma non si tratta solamente di un’uscita mia verso di lui,
non è solo una mia apertura.
E’ allo stesso tempo un mio accogliere,
perché esiste anche un’altra uscita, di Lui verso di me.
Se lui esce verso di me e io esco verso di Lui,
se Lui accoglie la mia uscita ed io accolgo la sua uscita,
l’incontro diventa la convergenza di due uscite
e di due accoglienze.
In questo modo, si produce un’unione profonda e trasformante.
Più profondo è l’incontro,
più io comincio a camminare alla presenza del Signore.
Dio opera quindi una profonda conversione del mio cuore
e gli altri vedono in me un riflesso della luce di Dio.
Rimanere col Padre equivale a: parlare con Dio.
Parlare con Dio è differente dal pensare a Dio.
Infatti, quando penso a qualcuno, quello è assente;
quando invece parlo con qualcuno presente davanti a me,
io allora non penso più a lui, ma stabilisco con lui una relazione.
Questa non è necessariamente fatta di parole, ma anche solo di interiorità.
Tutto ciò si riassume nell’ espressione: Tu sei con me!
Le tenebre non ti nascondono, le distanze non ti separano.
Tu sei con me.
Esco sulla via e cammini con me.
Mi immergo nel lavoro, Tu rimani al mio fianco.
Mentre dormo, vegli il mio sonno.
Non sei un sorvegliante che vigila, sei un Padre che assiste.
A volte mi viene voglia di gridare:
“Mi sento solo, come un bambino pieno di paure!”
Subito odo la Tua risposta: “Io sono con te, non avere paura!”
In Te si alimentano le mie radici.
Mi stringi tra le Tue braccia.
Col palmo della Tua mano copri la mia testa.
Con la luce del Tuo sguardo mi penetri.
I miei sentieri e la mia sorte sono più familiari a Te che a me.
Quasi non ci posso credere, ma è vero: ovunque io vada, Tu sei con me.
Adorare …..
Adorare è essere presenti
Essere semplicemente presenti
Dire a Dio: “Eccomi!”
Sono presente
E dire questa parola (sono presente) come un’offerta
Presenza = prima parola dell’adorazione
Presenza a Dio
Presenza a sé
Presenza al mondo
E’ prima di tutto riconoscimento di Dio creatore
Lo spettacolo della creazione è il luogo privilegiato dell’adorazione
Adorare è riconoscere l’attività dello Spirito nella creazione
Lo Spirito riempie l’universo e non si sa mai esattamente dove sia,
come il vento …..
E’ dappertutto
E rifiuta di lasciarsi rinchiudere in questo o in quel luogo
Lo Spirito non agisce che nella libertà
Il lavoro che sta più a cuore alla Trinità è quello di liberarci.
E’ per questo che Gesù ci presenta lo Spirito essenzialmente come liberatore: “
… Lo Spirito vi renderà liberi ….”
Liberi da ogni chiusura
Liberi da ogni ripiegamento sul passato
Liberi da ogni attaccamento alla preghiera fatta solo di parole,
che ci fa dimenticare lo Spirito
Vieni, Santo Spirito !
“L’orazione …. non è altra cosa …
se non uno scambio di amicizia
stando spesso soli con Chi sappiamo che ci ama …”
(Santa Teresa d’Avila)
Cammino di preghiera
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