Secondo il calendario liturgico cattolico occidentale, il 25 marzo cade spesso nel tempo di Quaresima; in alcuni anni, invece cade nella Settimana Santa o nell’Ottava di Pasqua. Il 25 Marzo, in considerazione che la Settimana Santa e l’Ottava di Pasqua prevalgono sull’Annunciazione, la solennità viene rimandata al lunedì dopo la Domenica in Albis (come nel 2008, spostata a lunedì 31 marzo, o nel 2012 e 2013, spostata a lunedì 8 aprile e nel 2016 a Lunedì 4 Aprile).
L’Annunciazione è anche una festa cristologica, perché celebra un mistero centrale di Cristo: la Sua Incarnazione.
“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua Parola”.
Come avverrà questo, se io non conosco uomo? (Lc 1, 34).
Maria è una creatura privilegiata nella storia della salvezza: in lei il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1, 14). Eppure fu una testimone discreta, che seppe rimanere nascosta; non amò ricevere lodi, perché non ambiva la propria gloria.
La Madonna ascolta con attenzione quello che il Signore le chiede, riflette su quanto non comprende, domanda quello che non sa.
Poi, si dà totalmente al compimento della volontà divina:
“Ecco la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.
Non è meraviglioso? Maria Santissima, maestra di tutto il nostro agire, ci insegna così che l’obbedienza a Dio non è servilismo, non soggioga la coscienza: ci muove nel nostro intimo a scoprire la libertà dei figli di Dio.
Beata sei tu, o Maria, perché hai creduto
nel momento dell’Annunciazione,
nella notte di Betlemme e sul Calvario.
Beata sei tu, o Maria, perché hai avanzato
nella peregrinazione della fede
in tutte le circostanze liete e dolorose dell’infanzia di Gesù.
Beata sei tu, o Maria, perché hai conservato
indelebile tutti gli avvenimenti
nascosti del Figlio di Dio, meditandoli nel tuo cuore.
Beata sei tu, o Maria, perché hai conservato fedelmente
la tua unione col Figlio,
dalla nascita alla sua glorificazione.
Beata sei tu, o Maria,perché ripiena di Spirito Santo
sei stata scelta da Dio
a modello della Chiesa e dell’intera umanità.
Beata sei tu, o Maria, perché amata da Dio sei stata prescelta
per portare a compimento la pienezza del tempo.
Nell’annunciazione, Maria non fu strumento passivo nelle mani di Dio.
Volle il padre delle misericordie che l’accettazione precedesse l’incarnazione.
Al celeste messaggero essa risponde:
“Ecco l’ancella del Signore si faccia di me secondo la tua parola” (Lc 1,28):
Così Maria figlia di Adamo, acconsentendo alla parola divina, diventò Madre di Gesù, e abbracciando con tutto l’animo e senza peso di alcun peccato, la volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa quale Serva del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo servendo al mistero della redenzione sotto di Lui e con Lui, con la grazia di Dio Onnipotente. Giustamente quindi i Santi Padri ritengono che Maria non fu strumento passivo nelle mani di Dio, ma cooperò alla salvezza dell’uomo con libera fede e obbedienza.
Infatti, come dice S. Ireneo, essa “obbedendo divenne causa di salvezza
per sé e per tutto il genere umano.
(Lumen Gentium, 56)
“Eccomi sono la serva del Signore”, esprimono il fatto che sin dall’inizio ella ha accolto ed inteso la propria maternità come dono totale di sé, della sua persona a servizio dei disegni salvifici dell’Altissimo. La maternità di Maria, pervasa fino in fondo dall’atteggiamento sponsale di “serva del Signore”, costituisce la prima e fondamentale dimensione di quella mediazione che la Chiesa confessa e proclama nei suoi riguardi, e continuamente “raccomanda all’amore dei fedeli”, poiché in essa molto confida. (Redemptoris Mater, 39 )
Cosa chiediamo oggi alla Madre di Dio?
Quando Paolo VI visitò i luoghi dell’annunciazione a Nazareth, la definì
“La scuola del Vangelo”
E aggiunse: “Qui s’impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare nel senso, tanto profondo e misterioso, di quella semplicissima, umilissima, bellissima apparizione» (5 gennaio 1964). Chiediamo a Maria un grande rinnovamento della fede, un profondo rinnovamento di fede: una professione consapevole e coraggiosa del Credo.
mons. Tommaso Stenico
- L’Annunciazione del Signore è una delle più importanti della Chiesa.
- a) Senza l’Incarnazione non ci sarebbero stati né la Nascita, né la Passione, né la Resurrezione.
- b) Sarebbe potuto bastare il solo atto dell’Incarnazione per redimere il mondo.
- c) L’Incarnazione è la realizzazione dell’antica profezia di Isaia:
Dio con noi-Emmanuele.
- Festa della fede di Maria.
- a) Maria credette:
- I) Credette che era stata scelta per essere la vergine promessa.
- II) Credette nell’immenso prodigio dell’Incarnazione del figlio di Dio nel suo seno.
- b) Per la sua fede le promesse trovarono compimento.
- I) Per la sua obbedienza nella fede si realizzarono le profezie.
- II) Per la sua fedeltà nella fede si è compiuta la redenzione.
LA BIBBIA
«Disse il Signore, quando entrò nel mondo: “Ecco, Io vengo per fare, o Dio, la tua volontà» (Eb 10,5-7).
«Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”» (Lc 1,38).
LA CATECHESI E IL MAGISTERO
«Grazie all’assistenza dello Spirito Santo, l’intelligenza tanto delle realtà quanto delle parole del deposito della fede può progredire nella vita della Chiesa:
– “Con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro”; in particolare “la ricerca teologica… prosegue nella conoscenza profonda della verità rivelata”.
– “Con la profonda intelligenza che” i credenti “provano delle cose spirituali”; “Divina eloquia cum legente crescunt – le parole divine crescono insieme con chi le legge”.
– “Con la predicazione di coloro i quali, con la successione episcopale, hanno ricevuto un carisma certo di verità” (CCC, n. 94).
I PADRI
«Questo giorno di festa che stiamo ora celebrando, supera ogni gloria, in quanto contiene la solennità della Vergine che tutte sovrasta in prestigio; in esso invero ella ha ricevuto lo stesso Verbo Dio, quando egli volle; lui che ella stessa contiene al di là di ogni angustia di spazio» (Esichio di Gerusalemme, Sermo IV, de sancta Maria Deipara).
«Cosa rispose Gabriele a lei che esitava? “Dissi ciò che ho appreso, pronuncio ciò che ho sentito: ‘Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà da te sarà dunque santo e chiamato figlio di Dio’ (Lc 1,35); come colui dal quale è e al quale tende ogni creatura, come Creatore e Artefice di tutti, come Padre dei secoli, come generatore del tempo, come costruttore di tutti, come più antico dei cieli, come artefice degli angeli e formatore dell’umanità, e di quelli, per finire, che, per altri motivi, sarebbero periti. Oltre questo non posso farti sapere altro. Infatti, non ho, o Vergine, un mandato per dirti con quale diritto su ogni singolo punto: bensì che io sia ministro di quelle cose che rendono fausto per te il mio annuncio. Ammira dunque insieme a me il mistero e accogli la buona novella senza dubitare”» (Esichio di Gerusalemme, Sermo IV, de sancta Maria Deipara).
PENSIERI
«Il Verbo di Dio ha squarciato i cieli. È sceso nel seno di una Vergine, e una vergine lo serba ancora nel suo seno. Questo Tabernacolo di Dio tra gli uomini oggi è la Chiesa» (Issac de la Estrella, in Assumptione B. M., Sermo 1).
«Si potrebbe pensare che quella di Maria fu una fede facile. Diventare la madre del Messia: non era questo il sogno di ogni fanciulla ebrea? Ma ci sbagliamo di grosso. Quello è stato l’atto di fede più difficile della storia. A chi può spiegare Maria ciò che è avvenuto in lei? Chi le crederà quando dirà che il bimbo che porta in grembo è “opera dello Spirito Santo”? Questa cosa non è successa mai prima di lei, non succederà mai dopo di lei. Maria conosceva bene ciò che era scritto nella legge mosaica: una ragazza che il giorno delle nozze non fosse stata trovata in stato di verginità, doveva essere portata immediatamente davanti all’uscio della casa paterna e lapidata (cfr. Dt 22, 20 s.). Maria sì che ha conosciuto “il rischio della fede”!» (P. Raniero Cantalamessa ofm cap, da Zenit, 18 dicembre 2005).
«La Misericordia Ti ha spinto fino al punto che Tu stesso Ti sei degnato di scendere tra noi per sollevarci dalla nostra miseria. Dio scende sulla terra, il Signore dei Signori si umilia, Egli l’lmmortale. Ma dove scendi, Signore? Forse nel tempio di Salomone? Vuoi forse che Ti venga costruita una nuova dimora dove hai intenzione di scendere? O Signore, che dimora Ti prepareremo, dal momento che tutta la terra è il Tuo sgabello? Tu stesso Ti sei preparato una dimora: una Santa Vergine. Le Sue viscere immacolate sono la Tua abitazione ed avviene l’inconcepibile miracolo della Tua Misericordia, o Signore. Il Verbo si fa Carne, Dio abita fra di noi, il Verbo di Dio, la Misericordia Incarnata. Con la Tua umiliazione ci hai innalzato alla Tua Divinità. È l’eccesso del Tuo amore, è l’abisso della Tua Misericordia. Stupiscono i cieli per questo eccesso del Tuo amore. Ora nessuno ha più paura di avvicinarsi a Te» (Faustina Kowalska, Diario, 1745).
Insegnami ad ascoltare
Insegnami ad ascoltare, o mio Dio, chi sta accanto a me,
la mia famiglia, i miei amici, i miei colleghi.
Aiutami a capire che, per quante parole io possa udire, il messaggio è:
“Accoglimi come persona. Ascolta me”.
Insegnami ad ascoltare, o Dio premuroso,
i lontani, il bisbiglio dei senza speranza,
il lamento dei dimenticati, il grido degli angosciati.
Insegnami ad ascoltare, o Dio, il mio coniuge, me stesso.
Aiutami ad avere meno paura, a fidarmi della voce interiore,
che risuona nel mio intimo. Insegnami ad ascoltare, Santo Spirito,
la tua voce, nell’attività e nella noia, nella sicurezza e nel dubbio,
nel rumore e nel silenzio.
(Ruth McLean)
Santa Maria, Vergine della notte
ripeti ancora oggi la canzone del Magnificat,
e annuncia straripamenti di giustizia a tutti gli oppressi della terra.
Non ci lasciare soli nella notte a salmodiare le nostre paure.
Anzi, se nei momenti dell’oscurità ti metterai vicino a noi
e ci sussurrerai che anche Tu, Vergine dell’Avvento,
stai aspettando la luce, le sorgenti del pianto
si disseccheranno sul nostro volto.
E sveglieremo insieme l’aurora.
Così sia.
(Don Tonino Bello)
Maria di Nazaret aveva scelto una vita di dono totale a Dio, come vergine.
Ma Dio decise altrimenti. Ciò che colpisce, nell’Annunciazione, è che una “religione pura” esige un dialogo vivente e costante fra Dio e ogni uomo. Qui Dio ha pronunciato la sua ultima Parola a Maria, perché si compissero le parole che, nella storia di Israele, erano state dette ad Abramo, a Mosé e ai profeti. Essi avevano ascoltato e obbedito; lasciarono entrare nella loro vita la Parola di Dio, la fecero parlare nelle loro azioni e la resero feconda nel loro destino. I profeti sostituirono alle loro proprie idee la Parola di Dio; anche Maria lasciò che la Parola di Dio si sostituisse a quelle che erano le sue convinzioni religiose. Di fronte alla profondità e all’estensione di questa nuova Parola, Maria “rimase turbata”.
L’avvicinarsi del Dio infinito deve sempre turbare profondamente la creatura,
anche se, come Maria, è “piena di grazia”.
Assolutamente straordinario è poi che questo Dio non solo si avvicina a Maria, ma le offre il proprio Figlio eterno perché divenga il suo Figlio.
Come è possibile che il “Figlio dell’Altissimo” diventi suo Figlio?
“Lo Spirito Santo scenderà su di te”. Come scese sul caos, in occasione della creazione, lo Spirito Santo scenderà su Maria e il risultato sarà una nuova creazione.
L’albero appassito della storia fiorirà di nuovo. “Maria disse: Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Nell’Annunciazione si ha il tipo di dialogo che il Padre del nostro Signore Gesù Cristo vorrebbe avere con ciascuno di noi. L’esperienza di Maria a Nazaret sottolinea questa verità per tutto il popolo di Dio. Il suo “sì” in risposta all’offerta divina e il cambiamento drammatico di vita che ne sarebbe seguito, mostrano che la venuta di Dio in mezzo a noi esige un cambiamento radicale. Ma, cosa più importante, l’Annunciazione a Maria ci pone di fronte ad una grande verità: ognuno di noi ha avuto un’“annunciazione” personale. Sto esagerando? No di certo. Se esaminate la vostra vita passata, troverete un’esperienza che è stata decisiva; forse non ebbe allora conseguenze immediate, o almeno non vi sembrò, ma, ripensandoci adesso, vi accorgete che è stata fondamentale, sia essa la scuola che avete frequentato, un libro che avete letto, un discorso che avete ascoltato, una frase delle Scritture che vi ha colpito, gli amici a cui vi siete sentiti uniti o un ritiro che avete fatto. Era il Dio di Maria di Nazaret che si annunciava a voi. Voi avete dunque avuto una “vostra” annunciazione. E se non avete risposto “sì”, o se avete pronunciato soltanto un “sì” timido? Basta riconoscere l’annunciazione ora e cercare di recuperare il tempo perduto vivendo per Dio e per gli altri.
“Eccomi sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto”.