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Ven. Lug 4th, 2025

Oggi come allora, come sempre, da Gesù ai nostri giorni, qual è il primo comandamento di tutti?
Gesù rispose: il primo è amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c´è altro comandamento più grande di questi».

Parole chiave di questo verbo: amare, che coniugato al modo Infinito, tempo presente, si eternizza e si espande in quel : “come te stesso” , un amore sano, che partendo dall’amore a sé stessi, risulta essere alla base dell´autentico amore agli altri.

Uscire dal sé per proiettarsi nel noi, a prescindere dalla familiarità, anzi, partendo dalla famiglia e allargando gli orizzonti fin dove Dio ci condurrà.

Oggi, viviamo oppure esistiamo semplicemente? La vita senza amore sarebbe mera esistenza, ma Dio è Amore, pertanto è vita, è dono, è gratitudine e sacrificio, è amare, ma Amare da Dio, come Lui ama ciascuno di noi in modo unico e irripetibile.

Dentro noi stessi sappiamo o abbiamo sentore di ciò che è giusto ma l’attrattiva concreta del male riesce a prevalere: è più facile cedere alle richieste del mondo, ai suoi condizionamenti, alla sua sfacciataggine che usa la concretezza come cosa propria, ma che non gli appartiene. Come coloro che fanno i belli con la roba altrui.

L’importante è invisibile agli occhi, come diceva bene la famosa storia del Piccolo Principe.

Eppure quell’invisibile è la nostra scommessa, l’unica che ha senso vero e che può garantirci un domani degno della nostra dignità di figli di Dio.

San Giovanni Bosco diceva che “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce” e così in effetti succede, come dice anche il Vangelo quando parla del piccolo seme di senapa, che da piccolo si trasforma in un grande e rigoglioso albero.

Anche i nostri pastori sono in crisi, intenti a dibattersi col mondo e difficilmente ci rendono reale la presenza di Dio: noi da semplici alunni aspettiamo sempre che sia la maestra a proporre, sentendoci scusati se tale insegnamento viene a mancare.

Allora permane e continua la pedagogia divina, quella anche a nostra insaputa, non viene mai a mancare: la sofferenza, le tribolazioni, le cose che succedono attorno a noi, tutti avvenimenti che sembrano casuali nel vorticare della vita attorno e che abbassandoci la schiena ci ricordano che aspiriamo ad altro.

Potrebbe sembrare che si viva come diceva qualcuno “ognuno perso nei suoi viaggi” ma la realtà va ben oltre le nostre fantasie e ne avremo evidenza prima o poi.

Proviamo a dimenticare una volta, di essere il centro dell’Universo e pensare che chi quell’Universo ha creato è esempio per noi di umiltà, per quanto e come l’ha fatto per noi.

Amare è l’unico modo giusto per vivere in questa esistenza, l’unica vera; in altro modo è come mancare ad un appuntamento, è come un figlio cresciuto male, un albero che non dà frutto, una stagione di siccità, un deserto vuoto e inutile.

Il volto della realtà è come noi lo rappresentiamo: da esploratori,da viandanti o da pellegrini e le conseguenze dipendono da come noi rispondiamo a tale realtà.

Siamo stati creati per amore e dobbiamo rispondere con amore all’Amore: cosa volere di più?

 

Lucia e Remo

per L’Oasi di Engaddi

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