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Ven. Lug 4th, 2025

I CONSIGLIO DI DIO

dai Quaderni di Maria Valtorta, ed CEV


Dice Gesù:

«Per essere salvati, o poveri uomini che tremate di paura, basterebbe che voi, come veri figli e non come bastardi di cui Io sono Padre soltanto di nome mentre il vero padre è l’altro, sapeste rapire al mio Cuore una scintilla della mia Misericordia. E non desidererei che di farmela rapire.

Sto col petto aperto perché possiate giungere più facilmente al mio Cuore. Ho dilatato la ferita della lancia nel mio Cuore perché voi possiate entrare in esso. E non giova. Ho fatto servire le vostre infinite offese come coltello di sacrificatore per sempre più riaprirla perché l’Amore sa fare questo. Anche il male lo fa divenire bene, mentre voi, di tutto il bene che vi ho dato   sinanche Me stesso vi ho dato che sono il Sommo Bene – ve ne servite in modo così osceno che diventa per voi strumento di male.

Sto col mio Cuore aperto che goccia sangue, come dai miei occhi gocciano lacrime. E cadono, sangue e pianto, inutilmente sulla terra. La terra è più benigna di voi al suo Creatore. Apre le sue arene per ricevere il Sangue del suo Dio. E voi, invece, mi chiudete il vostro cuore, unico calice dove Esso vorrebbe scendere per trovare amore e dare gioia a pace.


Dice ancora Gesù:

«Credono che la penitenza sia una cosa inutile, sorpassata, una quieta manìa. Non c’è che penitenza e amore che abbiano peso agli occhi di Dio per arrestare gli avvenimenti e deviarli.

Avete bisogno più di amore che di pane. Ma per il pane vi arrabattate a procurarvelo, rubandovi il tozzo l’uno con l’altro come cani affamati, e siete poco dissimili, in realtà, da essi, pronti come siete a dilaniarvi per un pugno di terra e per un fumo d’orgoglio. Mentre per acquistare e possedere l’amore non fate nulla. Non ve ne curate.

Ma sapete, o disgraziati, cosa fate trascurando l’amore? Perdete Dio, il suo aiuto in terra, la sua vista in cielo.


Guarda, per non sbagliare devi fare così: guardi il tuo prossimo? Pensa di guardare Me. Parli al tuo prossimo? Pensa di parlare con Me. Fai qualche piacere, qualche lavoro per il tuo prossimo? Pensa che sono Io che te l’ho richiesto. Allora progredirai. Guai se uno si ferma a riflettere a chi volge lo sguardo, la parola, l’opera! Ben poche volte parlerebbe, guarderebbe, farebbe con quella carità che mi fa accetto il vostro agire. Io, sulla terra, facevo tutto pensando al Padre mio a alla vostra redenzione. Tu fa’ tutto pensando a Me a alla redenzione dei peccatori.


Dice Gesù:

Io ho detto al giovane ricco: “Va’, vendi quello che hai e vieni a seguire Me”.

Voi avete creduto che Io dessi il consiglio evangelico della povertà. Sì, ma non della povertà quale voi la intendete; non quello soltanto. Il denaro, le terre, i palazzi, i gioielli, sono cose che amate e che vi costa sacrificio a rinunciare di averle o dolore a perderle. Ma per una vocazione d’amore sapete anche spogliarvene. Quante donne non hanno venduto tutto per mantenere lo sposo o l’amante   il che è peggio   e continuare una vocazione di amore umano? Altri per un’idea fanno getto della vita. Soldati, scienziati, politici, banditori di nuove dottrine sociali, più o meno giuste, si immolano ogni giorno al loro ideale vendendo la vita, dando la vita per la bellezza, o per quello che loro reputano bellezza, di una idea. Si fanno poveri della ricchezza della vita per la loro idea. Anche fra i miei seguaci molti hanno saputo e sanno rinunciare alla ricchezza della vita, offrendola a Me per amore mio e del loro prossimo. Rinuncia molto più grande di quella delle materiali ricchezze.

Ma nella mia frase c’è un altro significato ancora, come c’è una ricchezza più grande dell’oro e della vita e infinitamente più cara. La ricchezza intellettuale. Il proprio pensiero! Come ci si tiene! Ci sono, è vero, gli scrittori che lo elargiscono alle folle. Ma lo fanno per lucro, e poi il vero loro pensiero non lo dicono mai. Dicono quello che serve alla loro tesi, ma certe intime luci le tengono sotto chiave nello scrigno della mente. Perché spesso sono pensieri di dolore per intime pene o rimproveri della coscienza destata dalla voce di Dio.

Ebbene, in verità ti dico, che essendo questa una ricchezza più, grande e più pura   perché ricchezza intellettuale e perciò incorporea   la sua rinuncia ha un valore diverso agli occhi miei. Quanto in voi si accende, viene dal centro del Cielo dove Io, Dio Uno e Trino, sono. Non è quindi giusto che voi diciate: “Questo pensiero è mio”. Io sono il Padre e il Dio di tutti. Perciò le ricchezze di un figlio, che Io do a un figlio, devono essere godimento di tutti e non esclusivo di uno. A quell’uno che si è meritato d’essere   dirò così   il depositario, il ricevente, resta la gioia d’esser tale. Ma il dono deve circolare fra tutti. Perché parlo a uno per tutti. Quando uno trova un tesoro, se è un onesto, si affretta a consegnarlo a chi di dovere e non lo tiene colpevolmente per sé. Colui che trova il Tesoro, la mia Voce, deve consegnarla ai fratelli. È tesoro di tutti.

Non amo gli avari. Neppure gli avari nella pietà. Ci sono molti che pregano per sé, usano delle indulgenze per sé, si nutrono di Me per sé. Mai un pensiero per gli altri. È la loro anima che preme loro. Non mi piacciono. Non si danneranno perché restano in grazia mia. Ma avranno solo quel minimo di grazia che li salverà dall’Inferno. Il resto, che dovrà dare loro il Paradiso, dovranno guadagnarselo con secoli di Purgatorio. L’avaro, materiale e spirituale, è un goloso, un ingordo e un egoista. Si rimpinza. Ma non gli fa pro. Anzi questo produce in lui malattie dello spirito. Diviene un impotente a quell’agilità spirituale che vi rende capaci di percepire le divine ispirazioni, regolarvi su di esse e raggiungere con sicurezza il Cielo.

Vedi quanti significati può avere una mia parola evangelica? E ne ha altri ancora. Ora, piccola gelosa dei miei segreti, regolati. Non fare delle ricchezze che ti do delle ricchezze ingiuste.


Dice Gesù:

«Ti voglio parlare della prudenza umana.

La prudenza soprannaturale è una grande virtù. Ma la prudenza umana non è una virtù. Voi uomini avete applicato questo nome, come una falsa etichetta, a sentimenti impropri e non virtuosi. Così come chiamate: carità, l’obolo che date al povero.

Ma se voi fate un’elemosina, anche vistosa, e se la fate per essere notati e applauditi dal mondo, credete di fare un atto di carità? No. Disilludetevi. Carità vuol dire: amore. Carità è perciò avere pietà e amore per tutti i bisognosi della terra. Non occorre denaro per fare un atto di carità. Una parola di consiglio, di conforto, di dolcezza, un atto di aiuto materiale, una preghiera, sono carità. Un’elemosina data con mal garbo, avvilendo il povero, in cui non sapete vedere Me, non è carità.

Uguale cosa è per la prudenza. Voi chiamate prudenza la vostra viltà, la vostra smania di quieto vivere, il vostro egoismo. Tre cose che non sono certo virtù.

Anche nei rapporti vostri con la religione siete amanti del quieto vivere. Quando sapete che una franca professione di fede, che una espressione, detta come ve la sussurra lo Spirito di Verità, possono urtare autorità, datori di lavoro, marito, figli, genitori, dai quali vi aspettate aiuto materiale, la vostra umana prudenza vi fa chiudere in un silenzio che non è prudente ma pusillanime, se pure non è colpevole, perché arrivate a negare, a rinnegare, spergiurando, i vostri sentimenti più spirituali.

Pietro fu il primo che nell’ora del pericolo, per una prudenza umana, giunse a negare di conoscermi. Io lo permisi, questo, perché, ravveduto, potesse poi compatire e perdonare i fratelli pusillanimi. Ma quanti “Pietri” da allora a ora! Avete sempre davanti alla mente un interesse meschino, e quello anteponete e tutelate a discapito dell’interesse eterno che vi frutta la Verità coraggiosa e coraggiosamente professata.

Davanti a certe manifestazioni di Dio, voi, poveri uomini, non avete certo il coraggio di Nicodemo e di Giuseppe, che in un’ora tremenda per il Nazareno e per i suoi seguaci seppero farsi avanti per pensare a Me contro l’ostilità di tutta Gerusalemme. Tu stessa, delle volte, resti un poco in sospeso davanti a certe mie espressioni e le vorresti rendere meno taglienti.

La prudenza umana vi guida. La portate dappertutto. Sino negli episcopi, sino nei conventi. Come siete cambiati dai primi cristiani che non tenevano conto di nulla che fosse umano e guardavano soltanto il Cielo!

È vero che Io ho detto di essere prudenti come i serpenti, ma non di una prudenza umana. Vi ho anche detto che per seguire Me occorre essere audaci contro tutti. Contro l’amore di sé; contro il potere, quando vi perseguita perché siete miei seguaci; contro il padre, la madre, la sposa, i figli, quando questi vogliono, per affetto umano e preoccupazione terrena, impedirvi di seguire la mia Via, perché una sola cosa è necessaria: salvare la propria anima anche perdendo la vita della carne per ottenere la Vita eterna.»


Mettete in ogni cuore un seme, un piccolo seme di carità. Lasciatevene penetrare. Fate che cresca in voi. Mutate la vostra avidità nuda in ubertoso fiorire di opere sante nate tutte dalla carità. La terra, ora tutta triboli e spine, muterebbe il suo volto e la sua asprezza, che vi tortura, in una placida e buona dimora, anticipo del Cielo beato. Amarsi l’un l’altro è già essere in Cielo. Perché il Cielo altro non è che amore.

Leggete, leggete il Vangelo, e leggetelo anche nelle frasi più minute. Vivetelo in queste sue tinte di perfezione. Cominciate dall’amore. Sembra il più difficile precetto e consiglio. Ma è la chiave di tutto. Di tutto il Bene. Di tutta la Gioia. Di tutta la Pace.

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