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Ven. Lug 4th, 2025

Caro Gesù Bambino,

Se stasera ti serve un presepe dove nascere, allora puoi venire qui da me e in ognuno di questi miei fratelli.

Se ti serve una grana dove nascere, puoi trovare in noi quelle scanalature profonde che a volte certe ferite ci hanno lasciato, qualcuno di quei solchi segnati da dolori antichi, di amori non ricevuti, di assenze che non si riempiono, così come puoi scegliere una di quelle zone concave dell’animo nostro che a volte suonano come vuoti che non si colmano.

Se ti servono angeli in cielo che cantano, allora ci sono quei trasalimenti di gioia che non mancano nelle nostre esistenze, quei lampi di speranza che ogni tanto si accendono per conquiste raggiunte, o per quelle novità che ci illuminano, oppure per le tappe della vita che scaliamo, o anche per semplici affetti che ci consolano e ci accompagnano nella vita mostrandoci che siamo importanti per qualcuno.

Se ti serve del muschio umido allora puoi avere le tracce dei nostri pianti, quelle lacrime che nessuno conosce, di nostalgia o di rabbia, di desolazione o anche di gioia, quei rigagnoli che ogni tanto ci solcano il viso, spesso in silenzio, per vergogna, per non far vedere che ogni tanto la vita per noi è anche lotta ed a volte persino conflitto.

Se ti serve la notte per nascere, allora puoi avere il buio del nostro dubbio, le notti lunghe delle nostre preoccupazioni, le oscurità di quanta tutto si arena o si sgretola, la nostra capacita di sbagliare, di ferire o di far male talvolta anche a quelli che amiamo. Puoi nascere nel buio dei nostri errori, negli anfratti un po’ nebulosi dei nostri limiti, di ciò che in noi non brilla o che qualche volta merita proprio di essere taciuto e o persino nascosto.

Se ti serve un fuoco che ti scaldi, puoi usare quello dei nostri affetti, il tepore che sentiamo quando pensiamo alla nostre persone care, il dolce tepore dei nostri sentimenti buoni, la nostra capacità di struggerci una volta innamorati, di guardare con gli occhi colmi di tenerezza i nostri figli, di volere bene ai nostri amici, di donare per come ci riesce, pur tra tante giornate dure, la nostra vita per la persona amata o per la causa che abbiamo scelto.

Se ti servono pastori poveri, puoi avere la nostra precarietà, il nostro faticare per avere un lavoro o per arrivare a fine mese, gli affanni delle ristrettezze economiche, la paura del futuro con le sue incognite che a volte ci rubano il sonno dagli occhi. Se ti servono pastori poveri per nascere, puoi contare sulla nostra vita quotidiana che certe volte ci deve accontentare quando invece avremmo voluto altro e forse qualcosa in più.

Se ti servono le stelle, allora puoi prendere i nostri sogni che stanno in alto, gli ideali che molte volte stanno in un cielo irraggiungibile e, se vuoi, ci sono anche stelle che cadono lasciando scie di luce come le nostre attese, che a volte non si avverano e come comete si perdono nel buio.

Se ti serve paglia calda su cui nascere, prendi allora la nostra capacita di essere anche teneri e comprensivi nonostante la nostra attitudine a spazientirci ed essere scontrosi, la nostra capacita di commuoverci anche se la vita corte volte parevoglia indurci a stare con il cuore e la faccia dura.

E se ti servono montagne di sughero, allora prendi i nostri caratteri a volte anche spigolosi, i nostri ricordi che a volte non sano sempre belli, le nostra rabbie, i nostri rancori sepolti, la nostra fatica ad amare tutti come tu ci chiedi.

Se ti serve il freddo per nascere, allora vieni nelle freddezze che a volte sperimentiamo, nella capacita che abbiamo di essere aggressivi, di stare indifferenti ognuno nei suoi problemi, di lasciarci soli l’un l’altro, di curare solo i nostri interessi e fare di questo mondo una coabitazione di stranieri se non addirittura di nemici. Se vuoi il freddo puoi prendere anche quello che a volte ci doniamo dentro le nostre case, come quando riusciamo ad essere distanti ed incomprensibili l’uno all’altro pur mangiando alla stessa tavola o dormendo nello stesso letto.

Se ti serve un posta dove nascere stasera puoi venire qui, dentro di noi, in quel presepe che ognuno di noi si porta. Se tu ci nascerai dentro, allora lo illuminerai e darai senso e luce a tutto ciò che è il nostro vivere di ogni giorno.

Non andare oltre per nascere, fermati qui da noi: c’è una culla che ti aspetta e che la vita quasi senza accorgercene ha preparato in noi per te. Fermati, abbiamo bisogno che tu nasca in noi perché davvero possiamo sentire che è arrivato Natale. Se hai bisogno di un presepe per nascere, puoi entrare in questo cuore, perché in esso ci ha pensato la vita a prepararne uno, spento senza di te, ma bellissimo se tu ti porrai al suo centro.

di P. Franco Granata, O.Carm.

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