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Ven. Lug 4th, 2025

Che cos’è la fede?

da: https://it.aleteia.org/2013/08/22/che-cose-la-fede/

 

Non è solo “affidarsi” a qualcuno o qualcosa che è “affidabile”

Oggi molti dicono che c’è una crisi di fede senza precedenti. Ed è vero. Anzi, la mancanza di fede è ciò che più caratterizza gran parte dell’umanità, soprattutto nei paesi economicamente sviluppati. Un fenomeno che caratterizza quest’epoca da tutti gli altri periodi della storia della Chiesa, che – per altri motivi – sono stati ben peggiori dell’attuale. Pensiamo, per esempio, ai tempi in cui c’erano papi e antipapi, in cui la Chiesa era nient’altro che uno strumento di potere esercitato anche con la forza. Mai, però, si ebbe una progressiva e così generalizzata crisi di fede. Giovanni Paolo II individuò molto bene questo processo, parlando di “apostasia silenziosa”.

Molti sono i motivi e non da ultimo – secondo me – la crescente ignoranza e disinteresse per la cultura religiosa. Impera invece un diffuso e retrogrado devozionalismo e, sul versante opposto, uno scetticismo che tutto soffoca e stritola. Una situazione, questa, ben rappresentata nel nostro paese, l’Italia, dove molti si dichiarano cristiani cattolici solo quando incontrano qualche testimone di Geova! Un’ignoranza che comincia dai primi rudimenti, dal concetto stesso di fede. Cos’è la fede? Cosa significa aver fede?

Certo, molti rispondono dicendo che aver fede significa “credere” in Dio, ma concretamente poi il discorso finisce lì. Vale la pena, allora, di capire un po’ meglio cosa significa la parola “fede”. Viene dal greco “pistis” ed indica l’atto religioso fondamentale dell’uomo, ossia quello di “fidarsi” di qualcuno, di fondare la propria esistenza su qualcuno o qualcosa. Di qui viene poi il termine “fedele”, ossia colui che si “fida”, di chi? Nel nuovo testamento – la seconda parte della Bibbia – c’è un testo importante che ci permette di capire perché possiamo fidarci. Si dice, anzitutto, che possiamo fidarci di Gesù, poiché è “misericordioso ed affidabile” (Ebrei 2,17). Ebbene, “affidabile” in greco è “pistos“. La fede (pistis) è possibile perché c’è qualcuno che è affidabile (pistos).

Per chi crede, infatti, Gesù è morto, ma è anche risorto e perciò rappresenta per noi la possibilità di avere un rapporto diretto e confidenziale con Dio. Un rapporto non sorretto da un concetto astratto, ma una realtà su cui fondare la propria esistenza. Che questo discorso sia vero, lo dice anche la filosofia e soprattutto la psicologia. Non è possibile, infatti, vivere pienamente ed autonomamente senza “fondare” l’esistenza su ciò che riconosciamo vero ed “affidabile” per noi. Senza staccarci dal nostro “nido” (cfr. Matteo 10,37), cosa impossibile da farsi se non si trova qualcosa su cui appoggiare la nostra vita, qualcosa di diverso dalla nostra famiglia di origine. Qui tocchiamo, forse, uno dei motivi principali dell’attuale crisi. Non ci si fida perché non ci affida. Non si compie, cioè, quel passo decisivo che permette alla vita di prendere quella piega positiva che in alcuni casi, purtroppo, mai giungerà.

Forse, si comprende anche che, proprio in questo periodo storico più che in altri, è difficile abbandonare certezze visibili, per qualcosa che visibile non è. Perché lasciare la dimora calda e rassicurante di babbo e mamma, per vivere insieme ad un’altra persona che non ci dà alcuna garanzia di stabilità? Perché abbandonare punti di vista consolidati e collaudati dal tempo per abbracciarne di nuovi, fragili e insicuri? Il fatto è che la fede non è solo “affidarsi” a qualcuno o qualcosa che è “affidabile”, bensì è la possibilità di avere la “prova” interiore che le realtà invisibili esistono (cfr. Ebrei 11,1). Vale perciò la pena di cominciare ad abbandonare almeno i nostri vecchi “punti di vista”, ossia “convertirci” (dal greco “metanoein”, cfr. Mc 1,15). Provando a farlo, inizieremo a sperimentare dentro che esiste qualcosa di più rispetto ai nostri punti d’appoggio vecchi e consunti. Del resto a Dio basta davvero poco; basta un piccolo gesto di abbandono perché Lui ci inondi subito della sua luce, che schiuderà alla nostra vita orizzonti nuovi ed immensi …

 

 


 

Lettera agli Ebrei – 11

1La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. 2Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
3Per fede, noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile.
4Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora.
5Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Infatti, prima di essere portato altrove, egli fu dichiarato persona gradita a Dio. 6Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano.
7Per fede, Noè, avvertito di cose che ancora non si vedevano, preso da sacro timore, costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e ricevette in eredità la giustizia secondo la fede.
8Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
9Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. 10Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
11Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. 12Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
13Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. 14Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. 15Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; 16ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
17Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, 18del quale era stato detto: Mediante Isacco avrai una tua discendenza. 19Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
20Per fede, Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche in vista di beni futuri.
21Per fede, Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò, appoggiandosi sull’estremità del bastone.
22Per fede, Giuseppe, alla fine della vita, si ricordò dell’esodo dei figli d’Israele e diede disposizioni circa le proprie ossa.
23Per fede, Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell’editto del re.
24Per fede, Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, 25preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere momentaneamente del peccato. 26Egli stimava ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto l’essere disprezzato per Cristo; aveva infatti lo sguardo fisso sulla ricompensa.
27Per fede, egli lasciò l’Egitto, senza temere l’ira del re; infatti rimase saldo, come se vedesse l’invisibile.
28Per fede, egli celebrò la Pasqua e fece l’aspersione del sangue, perché colui che sterminava i primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti.
29Per fede, essi passarono il Mar Rosso come fosse terra asciutta. Quando gli Egiziani tentarono di farlo, vi furono inghiottiti.
30Per fede, caddero le mura di Gerico, dopo che ne avevano fatto il giro per sette giorni.
31Per fede, Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, perché aveva accolto con benevolenza gli esploratori.
32E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti; 33per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, 34spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. 35Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti. Altri, poi, furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. 36Altri, infine, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia. 37Furono lapidati, torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – 38di loro il mondo non era degno! –, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
39Tutti costoro, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso: 40Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.

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