Sdraiati sull’erba

Sdraiati sull’erba

 

Quando si era ragazzi, ci si sdraiava nell’erba e, guardando in alto, nelle nuvole, si intravedevano le più svariate e somiglianti figure: un mondo rifatto nel cielo, un nuovo mondo, un sentiero per le stelle.

Sembrerebbe che la vita sia fatta di sogni e l’uomo una creatura che si nutre di sogni.

Per alcuni i sogni sono un linguaggio che ci parla di un mondo da decifrare, dove risiede la nostra ragion d’essere. Per altri è un mezzo per sfuggire alla realtà che incombe e ci mette all’angolo, in tutta la nostra fragilità e debolezza. Per altri ancora è tempo perso, perché la vita è fatta di carne e sangue.

A volte è difficile dire cosa sia la vita, un po’ uno e un po’ l’altro, tenendoci buono il pressappoco o il tanto meglio.

In fondo, chi viene veramente a dirci le cose che davvero contano per il nostro cuore?

Al più hai in mano un biglietto e qualche esenzione che ti permette di godere di una gratuità d’altra specie, che ti devi far bastare nel mondo della precarietà.

Se piangi, c’è sempre qualcuno che piange prima e più di te e questo potrebbe essere un lusso sprecato.

Se ti guardi attorno, è come se fotografassi un istante che poi svanirà e quella foto che tieni, non sai se, come e quando potrebbe avere qualche valore. Forse un dolore al cuore.

Solo qualcosa che ci unisca come un filo l’uno all’altro e che non sia di nostra fattura, può dare un tono a queste scene, a queste spiagge di dolori, questi vicoli intrisi di solitudine e disperazione.

Come ciechi che si accompagnano ad altri non vedenti, come infelici che cercano la felicità tra disperati, come affamati che chiedono ristoro in un paese dove regna la carestia.

Cosa ti par di vedere in quella nuvola più grande? Guarda dove indico col dito…

 

Remo Rosati

 

L’autore Remo Rosati rivendica i diritti sui testi riportati nel sito a sua firma

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