Pollien – Siate Cristiani #17/18/19

Siate cristiani

Consigli fondamentali alle anime serie

di Dom Francesco di Salles Polline, certosino

 

 

Titolo originale francese: Siate cristiani!

Versione dal francese di Padre G.S. Nivoli O.P.

Nulla Osta: Casale 10-X-1958 – Can. Luigi Baiano, Rev. Eccl.

Imprimatur: Casale 12-X-1958 – Can. M. Debernardis, Vic. Gen.

 

 

XVII  Il male che tu non conosci.

 

 

Quand’avrai scacciata perfino l’ultima traccia di consenso al peccato veniale, sarai in regola con Dio? Avrà egli nella tua vita tutto il posto che gli conviene? Sarà una buona volta il primo in tutto? Tu non l’offenderai più affatto, volontariamente; che gran cosa! e come la brami ardentemente, nevvero? come desideri finalmente di mettere la tua vita d’accordo con la tua fede!

Come giuri di non più mentire a te stesso!… – Dio è Dio ed egli sarà il mio Dio, e io lo tratterò da Dio. – Ecco il tuo giuramento, non è vero? Sì, davvero questa volta sei deciso a credere in Dio e a metterlo al primo posto. Non più peccati! il peccato è un’abominevole menzogna in un uomo che ha la fede. È indegno di un uomo che si rispetta il mentire continuamente alle proprie credenze. L’onore esige tutto o niente. O io non credo a nulla, o vado sino al fondo del mio dovere.

Benissimo! Non più peccati… Ma sei definitivamente in pieno accordo con la tua fede? – E come lo sarei, ora?, mi dici. – Vediamo un po’.

Dimmi, la vita consiste forse solo nell’evitare il male? No, ma bisogna anche fare il bene. – Sì, e grazie a Dio, io credo che, anche con l’abbondanza delle mancanze che desolano ancora la tua anima, nella tua vita le azioni buone in sé son più numerose di quelle cattive. Difatti le occasioni di peccato non sono cose non sono cose che si presentano infallantemente tutti gli istanti, ma sono più o meno frequenti, e subiscono delle interruzioni. La tua vita invece non subisce nessuna interruzione. La tua mente, il tuo cuore e i tuoi sensi sono in perpetua attività.

Tutta questa attività è buona in sé, e le sue operazioni, succedendosi ininterrottamente, sono molto più numerose di quelle del peccato.

C’è molto bene in te: ce n’è nei tuoi pensieri, n tuoi affetti e nelle tue azioni.

Ma questo bene come lo fai? Per chi è la tua prima intenzione? Chi è il primo, tu o Dio? Se credi in Dio, non potrai ammettere, lo sai, ch’egli possa in qualche cosa passare al secondo posto e tu al primo. Ebbene, in ciò che fai o che credi di fare il bene, io voglio sapere qual posto tenga l’interesse di Dio e quale il tuo. Temo assai che tu ti comporti come un qualunque maleducato, che si serve per primo, passa per primo, parla di sé per primo e non sa essere cortese con un commensale o un visitatore. Osservi verso Dio le norme di galateo, a cui non oseresti mancare riguardo ad un uomo? Sai cedere con molta delicatezza il passo, offrire il primo posto, porgere una vivanda, nominare un altro prima di te come vuole il galateo. Ma conosci con la stessa profondità anche le norme che devi osservare riguardo a Dio?

Se nel bene che fai o credi di fare, poni Dio al secondo posto, commetti un male, che non è un peccato, ma che si chiama imperfezione. Così si chiama una mancanza di galateo riguardo a Dio. Tu commetti questa inciviltà, perché non sai incomodarti per lui, perché sei abituato a cercare i tuoi comodi perché pensi al tuo piacere più che al suo.

Ancora una volta è il piacere la causa delle tue mancanze a questo riguardo, mancanze che sono molto più numerose di quel che tu possa pensare. Le tue imperfezioni!… vuoi che te ne sveli qualcuna? Vuoi che interroghi i tuoi pensieri, i tuoi affetti e le tue azioni?

 

 

 

 

 

XVIII. A che punto ti trovi?

 

 

Siamo intesi che, se hai fede in Dio, devi metterlo al primo posto nei, tuoi pensieri, nei tuoi affetti, nelle tue azioni, in tutta la tua vita. Non è così?

Anzitutto nei tuoi pensieri. Per conoscere i tuoi pensieri, io ascolto le tue parole. Sento che parli di tutto, delle persone, delle cose, degli avvenimenti. Sai apprezzare e giudicare, ma secondo qual punto di vista? Secondo il tuo o quello di Dio? Tu misuri tutte le cose dalla loro utilità; così dev’essere, poiché tutte le cose non son che strumenti, e uno strumento non ha valore che per la sua utilità.

Ma qual è l’utilità che tu conosci? La tua, senza dubbio.

Tu sai quanto piacere, interesse, onore, ecc., persone, cose e avvenimenti rappresentano per te. L’utilità umana sotto tutti i suoi aspetti, tu la conosci abbastanza bene. Sai ciò che per te è buono o cattivo, cioè, ciò che ti piace e ciò che ti dispiace: poiché è sotto questo colore che tu vedi tutto.

Tu dici: ecco un bel tempo, un avvenimento disgustoso, una festa splendida, un lavoro fortunato, delle persone amabili, un cibo pessimo, ecc., ecc… Qual è l’interesse che qui entra in gioco? il tuo no? è l’interesse dell’uomo.

Sì, in tutte le cose quello che vedi è il tuo interesse; esso è quello che domina su tutte le tue idee. Nei tuoi apprezzamenti delle cose della vita pratica trovane una, di cui tu dica che essa è buona o cattiva, non per rapporto a te o agli altri. L’interesse di Dio, dov’è? … Che posto tiene nelle tue idee … Di che cosa sono strumenti le creature? Della gloria di Dio prima di tutto; tale è la loro utilità essenziale. Che conto ne fai tu? E tue idee sono dunque false in tutto.

Quando avrai delle idee giuste? Quando saprai mettere Dio in cima ai tuoi pensieri? Quanto tempo ci vorrà perché la tua mente si abitui a riferire il tuo interesse a quello di Dio, a ordinare e subordinare effettivamente e regolarmente il tuo sviluppo vitale alla sua gloria? Tu pensi a te e a tutte le cose per te: non saprai una volta pensare a lui, e a te e a tutte le cose per lui?

Anche le cose soprannaturali, a quale stregua le giudichi? Vai dicendo: che bel discorso! che bella cerimonia! che buona Comunione! Perché? Perché tu ci hai provato una viva soddisfazione nella tua sensibilità. Il tuo piacere ti dà il valore perfino delle Comunioni che fai. Nella religione, quello che vedi di più elevato, è la tua salvezza. La tua salvezza, la tua suprema felicità, sei ancora tu, è ancora il tuo interesse. Nella religione vedi un mezzo di salvezza, e questo è forse il più alto concetto che ne hai. Ma non arrivi fino a pensare che Dio ha dei diritti, per se stesso, perché è Dio e per la sola ragione che è Dio. Se non ci fosse di mezzo la tua salvezza, penseresti molto a Dio? Il punto culminante della tua religione consiste dunque nel veder te stesso per primo. Anche le tue idee sulla religione sono dunque completamente sbagliate. Credi in Dio? Chi dev’essere il primo, lui o tu?

Ma insomma non bisogna più che io pensi alla mia salvezza? – Ah! certo, bisogna pensarci e non ci penserai mai abbastanza. Ma perché farla passare davanti alla gloria di Dio? Non è questo l’ordine. – Ma se io mi salvo, glorifico Dio. – Per conto mio penso che sia vero il contrario: se tu glorifichi Dio, otterrai in compenso la salvezza, ma devi separare la gloria dalla tua salvezza, la al di sopra di essa; perché Dio dev’essere il primo e tu il secondo, perché i suoi diritti passano avanti alle tue speranze, perché lui è Dio e tu sei uomo. Cominci a comprendere che è una gran cosa credere in Dio?

Sappi dunque che la religione consiste più nel rispettare i diritti di Dio, che nel salvare le proprie speranze; più nel glorificare Dio, che nel render beato te, stesso. L’essenziale nella religione è l’onor di Dio; l’accessorio è la felicità dell’uomo che segue necessariamente l’onor di Dio. Lo segue ma non lo precede. Procura di farti delle idee giuste. A forza di non vedere nella religione se non una questione di salvezza, cioè d’utilità umana, si è giunti a quello che oggi si pensa e cioè che quando non si sono lesi gl’interessi umani, si crede d’aver compiuto tutto il proprio dovere. Non si comprendono più i diritti di Dio. E tu quando li comprenderai?

 

 

 

 

 

 

XIX  A che punto ti trovi?

(continuazione)

 

 

E i tuoi affetti? Sai quante cose ami? Se non sei capace di contarle, te ne farò io la somma esatta. Tu ne ami una sola; e quest’una sei tu. Pigliamo la regola tracciata da S. Agostino, che t capirai subito. Una cosa che non si ama per se stessa, non si ama[13]. Ti pare evidente? Ami il cibo, per esempio: ma perché l’ami? Per l’utilità e pel piacere che ci trovi. Non è dunque il cibo che ami, ma ami te in esso. Ebbene scandaglia tutti i tuoi affetti, tutti, e vedi se tu non ti appigli unicamente a ciò che piace, detestando ciò che ti dispiace.

La regola delle tue affezioni è l’interesse del tuo piacere. Ami per te, cioè, ami. E non sei capace di amare in modo diverso. Dio stesso, l’ami in altro modo che non sia questo? L’ami pel bene che ti dà o che ne aspetti per te. Se amassi i suoi doni in vista di lui e per andare a lui, questa sarebbe la perfezione. Ma tu inverti le parti, e l’ami pe’ suoi doni ed ami i suoi doni per te. L’ami dunque per te, vale a dire, ami te. Ami la consolazione di Dio; ma ami tu il Dio della consolazione? Non ami la prova di Dio; ma ami il Dio della prova? Ami te stesso, ecco più o meno tutto quello che il tuo cuore sa fare. Ed ogni mattina ed ogni sera dici a Dio: mio Dio, vi amo con tutto il cuore, sopra ogni cosa: tre bugie. Non è lui propriamente che tu ami, ma te; e se l’ami anche solo un poco, non è certo con tutto il tuo cuore, ed è solo quasi sopra ogni cosa. Non è bene mentir così a Dio e mentire a se stesso, e contentarsi di parole. Credi in Dio? Chi dev’essere il primo, tu o lui?

Adunque anche i tuoi affetti sono sconvolti; tu ami tutte le cose e Dio stesso in modo opposto a quello che dovresti fare. Tu sei sempre il primo in tutto quello che ami. Ed ecco un fiero cristiano!… Amare è voler bene. Se vuoi il bene di Dio, che è la sua gloria, tu ami Dio. Se vuoi il tuo bene, tu ami te stesso. Quando amerai il bene di Dio prima del tuo? il suo onore più della tua felicità? Sai che la carità è superiore alla speranza, e che, senza la carità la speranza non è nulla. La speranza è per te; la carità è per Dio. Oh! Quando saprai con tutta verità e sincerità pronunziare dal più intimo del tuo cuore un vero atto di amore di Dio? Mio Dio! Vi amo… con tutto il cuore… sopra tutte le cose… per amore di voi stesso…

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