Pollien – Siate Cristiani #11/12/13
Siate cristiani
Consigli fondamentali alle anime serie
di Dom Francesco di Salles Polline, certosino
Titolo originale francese: Siate cristiani!
Versione dal francese di Padre G.S. Nivoli O.P.
Nulla Osta: Casale 10-X-1958 – Can. Luigi Baiano, Rev. Eccl.
Imprimatur: Casale 12-X-1958 – Can. M. Debernardis, Vic. Gen.
11. L’ultima delle creature.
Le creature sono strumenti, ma di che cosa? essenzialmente della gloria di Dio secondariamente della tua felicità.
Esse devono servirti a conquistare questi due beni, che sono lo scopo unico della tua vita. Hanno dunque una doppia utilità: l’una essenziale e primaria, per Dio; l’altra accessoria e secondaria, per te: utilità divina ed utilità umana.
Come strumenti hanno un’attitudine meravigliosa per servire a questi due fini; infatti essi sono opera di Dio, e tu devi credere che, quando Dio prepara degli strumenti, questi devono essere divinamente adatti al lavoro a cui sono destinati. Se l’uomo sa così abilmente fabbricare strumenti pel suo lavoro, Dio sarà meno abile di lui? Mai non ardiresti fargli l’ingiuria di credere ch’egli non abbia saputo adattare le sue opere alla sua idea. Ah! i Santi, che non sono tanto estranei all’idea di Dio, sperimentano come le creature sono strumenti di precisione, per le anime che sanno vivere. Nelle mani dell’ignorante che non conosce né lavoro né utensile, il migliore strumento non vale nulla. Passa l’utensile ad un uomo del mestiere e vedrai. Sai quali sono gli uomini del mestiere nel lavoro di cui parliamo? Sono i Santi. Perciò le creature, che potenti ed efficaci strumenti sono nelle loro mani! Quali opere hanno fatto i Santi, con gli stessi strumenti che tu non sai maneggiare! Se almeno sapessi domandare a questi maestri i segreti del tuo lavoro in questo mondo! Io voglio qui insegnartene alcuni e spero saprai profittarne.
12. L’uso delle creature.
Le creature sono strumenti. Come bisogna servirsene? Anzitutto bisogna servirsene e non servirle. Bisogna averle alla mano e non nel cuore, dice S. Agostino. Questa breve frase dice molto. Sono strumenti, non altro. Nessuno è scopo, Dio solo è il tuo scopo; fuori di lui non v’ha traccia di scopo per le tue facoltà; tutto è mezzo, tutto è strumento. Né la tua mente, né il tuo cuore, né i tuoi sensi, hanno qualche scopo nelle creature; vi trovano degli strumenti ed ecco tutto.
E come si usa uno strumento? Si usa per quei lavori per cui è stato fatto, e nella misura, né più né meno, in cui è utile. Pigli la penna per scrivere, il coltello per tagliare, l’ago per cucire. Li prendi quando ne hai bisogno; te ne servi fintantoché ne bisogno; e fatta la cosa, lì metti giù. Ecco lo strumento e la maniera di servirsene. Così bisogna fare di tutte le cose.
Per usarne così, occorre conoscerne l’utilità. Il bambino non sa servirsi di nulla, perché non conosce l’utilità di nulla. Si porterà alla bocca tanto un coltello come un pezzo di pane, giocherà col fuoco, come con un’immagine. Tu conosci già molto l’utilità umana delle creature; ma della loro utilità divina che cosa conosci? Vi cerchi la tua felicità e dirò più avanti come. Ma la gloria di Dio! ah! tu non sospetti neppure la tua ignoranza a questo riguardo.
Sta’ ben attento a questi princìpii, che sono gravidi di conclusioni, che si svilupperanno più avanti e a cui non potrai sfuggire. Sai che abbiamo fatto un patto di non mentire mai a noi stessi, e di andar sempre a fondo delle cose. Credimi, il fondo di questa parola “strumenti” è stranamente profondo; cerca dunque di scandagliarla e bada che non ti colgan le vertigini. Bisogna essere un uomo: mente positiva, cuore energico, corpo robusto.
13. L’ordine.
Chi è che deve passare il primo, tu o Dio? – Che domanda! – Ti pare strana, nevvero? – Certo, e perché farmela? è una cosa da domandarsi questa? – Poco fa ti chiedevo se credevi in Dio; e quella prima domanda ti ha stupito quanto questa: ritienile tutte e due, t’avverto fin d’ora che te le richiamerò, e la tua sorpresa sarà anche maggiore.
Pel momento ti sembra evidente che, se Dio è Dio, egli dev’essere il primo in tutto. La sua gloria, passa dunque avanti alla tua felicità: è l’ordine del fine. Le tue facoltà devono dunque occuparsi della sua gloria più che della tua felicità: è l’ordine del tuo lavoro. Le creature devono dunque servire alla sua gloria, anziché alla tua felicità: è l’ordine degli strumenti. Tutto ciò non è forse chiaro come la luce del sole?
È diritto essenziale di Dio l’essere il primo in tutto. Chi è come Dio?. Se è suo diritto, dev’essere rispettato. Oseresti tu non rispettare i diritti di Dio? E se non li rispettassi, non te li farebbe rispettare lui presto o tardi? L’ordine è l’ordine, e la beatitudine dell’ordine è tale ch’esso non può mai essere violato, senza vendicarsi, dice S. Agostino.
Ripeto dunque: l’ordine essenziale delle cose vuole che la gloria di Dio sia al di sopra della tua felicità, quanto Dio è al di sopra di te. L’ordine essenziale delle tue facoltà è che il tuo spirito, il tuo, cuore e i tuoi sensi s’occupino della gloria di Dio in primo luogo e della tua felicità solo in secondo luogo. L’ordine essenziale degli strumenti esige che le creature siano impiegate anzitutto per la gloria di Dio e in secondo luogo alla tua felicità. Finché Dio sarà Dio, e l’uomo sarà uomo, l’ordine sarà questo. Pretendere di organizzare le cose diversamente, sarebbe negar Dio e negare l’uomo.