Lectio del giorno all’Oasi di Engaddi 7_13-Febbraio-2022

Lunedì, 7 febbraio 2022

Tempo ordinario

Preghiera

Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore,

e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro…

Lettura del Vangelo – Marco 6,53-56

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genesaret.

Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci gli ammalati, dovunque udivano che si trovasse.

E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano gli infermi nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.

Riflessione

Il testo del Vangelo di oggi è la parte finale dell’insieme del passaggio di Marco 6,4556 che espone tre temi diversi: a) Gesù va da solo sulla montagna per pregare (Mc 6,45-46). b) Subito dopo, cammina sulle acque, va verso i discepoli che lottano contro le onde del mare (Mc 6,47-52). c) Ora, nel vangelo di oggi, stando già in terra la gente cerca Gesù affinché lui curi le loro malattie (Mc 6,53-56).

  • Marco 6,53-56. La ricerca della gente. “In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genesaret. Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe”. La gente si reca numerosa alla ricerca di Gesù. Viene da tutte le parti, portando i malati. Stupisce l’entusiasmo della gente che riconosce Gesù e gli va dietro. Cosa spinge alla ricerca di Gesù non è solo il desiderio di incontrarsi con lui, di stare con lui, ma piuttosto il desiderio di essere curati dalle malattie. “E accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci gli ammalati, dovunque udivano che si trovasse. E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano gli infermi nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano”. Il vangelo

di Matteo commenta e illumina questo fatto citando la figura del Servo di Yavé, di cui Isaia dice: “Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze” (Is 53,4 e Mt 8,16-17).

  • Insegnare e curare, curare e insegnare. Fin dall’inizio della sua attività apostolica, Gesù va per tutti i villaggi della Galilea, per parlare alla gente della venuta imminente del Regno di Dio (Mc 1,14-15). L¡ dove trova gente per ascoltarlo, lui parla e trasmette la Buona Novella di Dio, accoglie i malati, in qualsiasi luogo: nelle sinagoghe durante la celebrazione della Parola, il sabato (Mc 1,21; 3,1; 6,2); nelle riunioni informali a casa di amici (Mc 2,1.15; 7,17; 9,28; 10,10); andando per la strada con i discepoli (Mc 2,23); lungo la spiaggia, seduto in una barca (Mc 4,1); nel deserto dove si rifugiò e dove la gente lo cercava (Mc 1,45; 6,32-34); sulla montagna, da dove proclamò le beatitudini (Mt 5,1); nelle piazze dei villaggi e delle città, dove la gente gli portava i malati (Mc 6,55-56); nel Tempio di Gerusalemme, in occasione dei pellegrinaggi, ogni giorno, senza paura (Mc 14,49)! Curare ed insegnare, insegnare e curare è ciò che Gesù faceva di più (Mc 2,13; 4,1-2; 6,34). Cosi soleva fare (Mc 10,1). La gente rimaneva ammirata (Mc 12,37; 1,22.27; 11,18) e lo cercava, in massa.
  • Alla radice di questo grande entusiasmo della gente stava, da un lato, la persona di Gesù che chiamava ed attraeva e, dall’altro, l’abbandono della gente che era come pecore senza pastore (cf. Mc 6,34). In Gesù, tutto era rivelazione di ciò che lo spingeva dal di dentro! Non solo parlava di Dio, ma lo rivelava anche. Comunicava qualcosa che lui stesso viveva e sperimentava. Non solo annunciava la Buona Novella. Lui stesso era una prova, una testimonianza viva del Regno. In lui si manifestava ciò che avviene quando un essere umano lascia che Dio regni nella sua vita. Ciò che vale non sono solo le parole, ma anche e sopratutto la testimonianza, il gesto concreto. Questa è la Buona Novella che attira!

Per un confronto personale

  • L’entusiasmo della gente di Gesù, alla ricerca di un senso per la vita e una soluzione per i loro mali. Dove esiste questo oggi? Esiste in voi, esiste in me?
  • Ciò che attira è l’atteggiamento affettuoso di Gesù con i poveri e gli abbandonati. Ed io come mi comporto con le persone escluse della società?

Preghiera finale

Quanto sono grandi, Signore, le tue opere!

Tutto hai fatto con saggezza, la terra è piena delle tue creature.  Benedici il Signore, anima mia. (Sal 103)


 

Martedì, 8 febbraio 2022

Tempo ordinario

Preghiera

Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza

è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro…

Lettura del Vangelo – Marco 7,1-13

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame – quei farisei e scribi lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?”.

Ed egli rispose loro: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini”. E aggiungeva: “Siete veramente abili nell’eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korban, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte”.

Riflessione

Il vangelo di oggi parla delle tradizioni religiose di quel tempo e dei farisei che insegnavano queste tradizioni alla gente. Per esempio, mangiare senza lavarsi le mani, come loro dicevano, mangiare con mani impure. Molte di queste tradizioni erano staccate dalla vita ed avevano perso il suo significato. Ma pur stando così le cose, erano tradizioni conservate e insegnate, o per paura o per superstizione. Il Vangelo presenta alcune istruzioni di Gesù rispetto a queste tradizioni.

  • Marco 7,1-2: Controllo dei farisei e libertà dei discepoli. I farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, osservavano come i discepoli di Gesù mangiavano il pane con mani impure. Qui ci sono tre punti che meritano di essere segnalati:
    1. Gli scribi erano di Gerusalemme, della capitale! Significa che erano venuti per osservare e controllare i passi di Gesù.
    2. I discepoli non si lavavano le mani prima di mangiare! Significa che il loro stare con Gesù li spinse ad avere il coraggio per trasgredire le norme che la tradizione imponeva alla gente, ma che non avevano più senso nella vita.
    3. Il fatto di lavarsi le mani, che ancora oggi continua ad essere una norma d’igiene importante, aveva assunto per loro un significato religioso che serviva per controllare e discriminare le persone.
  • Marco 7,3-4: La Tradizione degli Antichi. “La Tradizione degli Antichi” trasmetteva le norme che dovevano essere osservate dalla gente per avere la purezza voluta dalla legge. L’osservanza della legge era un aspetto molto serio per la gente di quel tempo. Loro pensavano che una persona impura non potesse ricevere la benedizione promessa da Dio ad Abramo. Le norme sulla purezza erano insegnate per aprire il cammino fino a Dio, fonte di pace. In realtà, invece di essere fonte di pace, le norme costituivano una prigione, una schiavitù. Per i poveri, era praticamente impossibile osservare le centinaia di norme, di tradizioni e di leggi. Per questo erano considerati persone ignoranti e maledette che non conoscevano la legge (Gv 7,49).
  • Marco 7,5: Scribi e farisei criticano il comportamento dei discepoli di Gesù. Gli scribi e i farisei chiedono a Gesù: Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi e mangiano il pane con mani impure? Loro pensano di aver interesse nel conoscere il perché del comportamento dei discepoli. In realtà, criticano Gesù perché permette ai discepoli di trasgredire le norme di purezza. I farisei formavano una specie di confraternita, la cui principale preoccupazione era osservare tutte le leggi della purezza. Gli scribi erano responsabili della dottrina. Insegnavano le leggi relative all’osservanza della purezza.
  • Marco 7,6-13 Gesù critica l’incoerenza dei farisei. Gesù risponde citando Isaia: Questo popolo si avvicina a me solo a parole, mentre il suo cuore è lontano da me (cf. Is 29,13). Insistendo nelle norme di purezza, i farisei svuotavano del contenuto i comandamenti della legge di Dio. Gesù cita un esempio concreto. Dicevano: la persona che offre al Tempio i suoi beni, non può usare questi beni per aiutare i più bisognosi. Così, in nome della tradizione svuotavano del contenuto il quarto comandamento che dice di amare il padre e la madre. Queste persone sembrano molto osservanti, ma lo sono solamente all’esterno. Nel loro cuore, rimangono lontani da Dio! Come dice il canto: “Il suo nome è Gesù Cristo ed ha fame, e vive sui marciapiedi. E la gente quando passa davanti, a volte, non si ferma, perché teme di arrivare tardi in Chiesa!” Al tempo di Gesù, la gente, nella sua saggezza, non era d’accordo con tutto ciò che si insegnava. Sperava che, un giorno, il Messia venisse ad indicare un altro cammino per raggiungere la purezza. In Gesù questa speranza diventa realtà.

Per un confronto personale

  • Conosci qualche tradizione religiosa di oggi che non ha molto senso, ma che continua ad essere insegnata?
  • I farisei erano giudei praticanti, ma la loro fede era lontana dalla vita della gente. Per questo Gesù li critica. Ed oggi, Gesù ci criticherebbe? In cosa?

Preghiera finale

Signore nostro Dio,

com’è grande il tuo nome su tutta la terra! Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? (Sal 8)


 

Mercoledì, 9 febbraio 2022

Tempo ordinario

Preghiera

Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore,

e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro…

Lettura del Vangelo – Marco 7,14-23

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: “Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c‟è nulla fuori dell‟uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall‟uomo a contaminarlo”.

Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. E disse loro: “Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell‟uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?”. Dichiarava così mondi tutti gli alimenti.

Quindi soggiunse: “Ciò che esce dall‟uomo, questo sì contamina l‟uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l‟uomo”.

Riflessione

Il vangelo di oggi è la continuazione del tema che abbiamo meditato ieri. Gesù aiuta la gente e i discepoli a capire meglio il significato della purezza davanti a Dio. Da secoli, i giudei, per non contrarre impurezza, osservavano molte norme e costumi legati al cibo, alle bevande, al vestito, all‟igiene del corpo, al contatto con le persone di altre razze e religioni, ecc (Mc 7,3-4). A loro era proibito entrare in contatto con i pagani e mangiare con loro. Negli anni 70, epoca di Marco, alcuni giudei convertiti dicevano: “Ora che siamo cristiani dobbiamo abbandonare questi antichi costumi che ci separano dai pagani convertiti!” Ma altri pensavano che dovevano continuare l‟osservanza di queste leggi della purezza (cf Col 2,16.20-22). L‟atteggiamento di Gesù, descritto nel vangelo di oggi, ci aiuta a superare il problema.

  • Marco 7,14-16: Gesù apre un nuovo cammino per fare avvicinare le persone a Dio. Lui dice alla moltitudine: “non c‟è nulla fuori dell‟uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall‟uomo a contaminarlo” (Mc 7,15). Gesù rovescia le cose: ciò che è impuro non viene da fuori a dentro, come insegnavano i dottori della legge, ma da dentro a fuori. Cosi, mai nessuno ha bisogno di chiedersi se questo o quel cibo è puro o impuro. Gesù mette ciò che è puro e impuro su un altro livello, non sul livello del comportamento etico. Apre un nuovo cammino per giungere fino a Dio, e così realizza il disegno più profondo della gente.
  • Marco 7,17-23: In casa, i discepoli chiedono una spiegazione. I discepoli non capivano bene ciò che Gesù voleva dire con quella affermazione. Quando arrivano a casa, chiedono una spiegazione. La domanda dei discepoli sorprende Gesù. Pensava che avessero capito la parabola. Nella spiegazione ai discepoli va fino in fondo alla questione della purezza. Dichiara puri tutti gli alimenti! Ossia, nessun alimento che da fuori entra nell‟essere umano può farlo diventare impuro, perché non va fino al cuore, ma fino allo stomaco e termina nella fossa. Ma ciò che fa diventare impuri, dice Gesù, è ciò che da dentro del cuore esce per avvelenare la relazione umana. Ed elenca: prostituzione, assassinio, adulterio, ambizione, furto, ecc. Così, in molti modi, per mezzo della parola, della convivenza, della sua vicinanza, Gesù aiuta le persone a raggiungere la purezza in un altro modo. Per mezzo della parola purificava i lebbrosi (Mc 1,40-44), scacciava gli spiriti immondi (Mc 1,26.39; 3,15.22 ecc) e vinceva la morte

che era fonte di tutte le impurità. Ma grazie a Gesù che la tocca, la donna esclusa e considerata impura è guarita (Mc 5,25-34). Senza paura di contaminarsi, Gesù mangia insieme alle persone considerate impure (Mc 2,15-17).

  • Le leggi della purezza al tempo di Gesù. La gente di quell‟epoca si preoccupa molto della purezza. Le leggi e le norme della purezza indicavano le condizioni necessarie per poter mettersi davanti a Dio e sentirsi bene alla sua presenza. Non ci si poteva mettere davanti a Dio in qualsiasi modo. Perché Dio è santo. La Legge diceva: “Siate santi, perché io sono santo!” (Lv 19,2). Chi non era puro non poteva arrivare vicino a Dio per ricevere la benedizione promessa ad Abramo. Le legge di ciò che è puro e impuro (Lv 11 a 16) fu scritta dopo la schiavitù in Babilonia, verso l‟800 dopo l‟Esodo, ma aveva le sue radici nella mentalità e nei costumi antichi della gente della Bibbia. Una visione religiosa e mitica del mondo portava la gente ad apprezzare le cose, le persone e gli animali, partendo dalla categoria della purezza (Gn 7,2; Dt 14,13-21; Nm 12,10-15; Dt 24,8-9).
  • Nel contesto della dominazione persa, secoli V e IV prima di Cristo, davanti alle difficoltà per ricostruire il tempio di Gerusalemme e per la sopravvivenza del clero, i sacerdoti che stavano governando la gente della Bibbia aumentarono le leggi relative alla povertà e l‟obbligo di offrire sacrifici di purificazione dal peccato. Così, dopo il parto (Lv 12,1-8), la mestruazione (Lv 15,19-24) la guarigione di un‟emorragia (Lv 15,25-30), le donne dovevano offrire sacrifici per recuperare la purezza. Persone lebbrose (Lv 13) o che entravano in contatto con cose e animali impuri (Lv 5,1-13) anche loro dovevano offrire sacrifici. Una parte di queste offerte rimaneva per i sacerdoti (Lv 5,13).
  • Al tempo di Gesù, toccare un lebbroso, mangiare con un pubblicano, mangiare senza lavarsi le mani, e tante altre attività, ecc. tutto questo rendeva impura la persona, e qualsiasi contatto con questa persona contaminava gli altri. Per questo, bisognava evitare le persone “impure”. La gente viveva intimorita, sempre minacciata da tante cose impure che minacciavano la vita. Si vedeva obbligata a vivere sfiduciata di tutto e di tutti. Ora, improvvisamente, tutto cambia! Mediante la fede in Gesù, era possibile avere la purezza e sentirsi bene dinanzi a Dio senza che fosse necessario osservare tutte quelle leggi e quelle norme della “Tradizione degli Antichi”. Fu una liberazione! La Buona Novella annunciata da Gesù libera la gente dalla paura, dallo stare sempre sulla difensiva, e gli restituisce la voglia di vivere, la gioia e la felicità di essere figlio e figlia di Dio!

Per un confronto personale

  • Nella tua vita, ci sono tradizioni che tu consideri sacre ed altre che non consideri sacre? Quali? Perché?
  • In nome della tradizione degli antichi, i farisei dimenticavano il comandamento di Gesù. Ciò avviene anche oggi? Dove e quando? Anche nella mia vita?

Preghiera finale

La salvezza dei giusti viene dal Signore, nel tempo dell‟angoscia è loro difesa; il Signore viene in loro aiuto e li scampa,li libera dagli empi e dà loro salvezza,     perché in lui si sono rifugiati. (Sal 36)


 

Giovedì, 10 febbraio 2022

Tempo ordinario

Preghiera

Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore,

e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione.  Per il nostro…

Lettura del Vangelo – Marco 7,24-30

In quel tempo, Gesù, partito da Genesaret, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi.

Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro- fenicia. Ed egli le disse: “Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. Ma essa replicò: “Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli”. Allora le disse: “Per questa tua parola va”, il demonio è uscito da tua figlia”.

Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n‟era andato.

Riflessione

Nel vangelo di oggi vediamo come Gesù si occupa di una donna straniera, appartenente ad un‟altra razza e ad un‟altra religione, pur essendo ciò proibito dalla legge religiosa di quell‟epoca. All‟inizio Gesù non se ne vuole occupare, ma la donna insiste ed ottiene ciò che lei vuole: la guarigione della figlia.

Gesù sta cercando di aprire la mentalità dei discepoli e della gente oltre la visione tradizionale. Nella moltiplicazione dei pani, lui aveva insistito nella condivisione (Mc 6,30- 44), aveva dichiarato puri tutti gli alimenti (Mc 7,1-23). In questo episodio della donna cananea, supera le frontiere del territorio nazionale ed accoglie una donna straniera che non era del popolo e con cui era proibito parlare. Queste iniziative di Gesù, nate dalla sua esperienza di Dio Padre, erano estranee alla mentalità della gente dell‟epoca. Gesù aiuta la gente ad uscire dal suo modo di sperimentare Dio nella vita.

  • Marco 7,24: Gesù esce dal territorio. Nel vangelo di ieri (Mc 7,14-23) e dell‟altro ieri (Mc 7,1-13), Gesù aveva criticato l‟incoerenza della “Tradizione degli Antichi” ed aveva aiutato la gente e i discepoli ad uscire dalla prigione delle leggi della purezza. Qui, in Marco 7,24, lui esce dalla Galilea. Sembra voler uscire dalla prigione del territorio e della razza. Trovandosi all‟estero, lui non vuole essere riconosciuto. Ma la sua fama era giunta prima. La gente ricorre a Gesù.
  • Marco 7,25-26: La situazione. Una donna arriva vicino a Gesù e comincia a chiedere aiuto per sua figlia che è malata. Marco dice in modo esplicito che lei appartiene ad un‟altra razza e ad un‟altra religione. Ciò vuol dire che era pagana. Lei si lancia ai piedi di Gesù e comincia a supplicare la guarigione della figlia che era posseduta da uno spirito immondo. Per i pagani non era un problema ricorrere a Gesù. Per i giudei vivere con i pagani era invece un problema!
  • Marco 7,27: La risposta di Gesù. Fedele alle norme della sua religione, Gesù dice che non conviene togliere il pane ai figli per darlo ai cagnolini. Frase dura. Il paragone veniva dalla vita in famiglia. Ancora oggi, bambini e cani sono ciò che abbonda maggiormente nei quartieri poveri. Gesù afferma una cosa: nessuna madre toglie il pane dalla bocca dei figli per darlo ai cani. In questo caso, i figli erano il popolo ebreo e i cagnolini, i pagani. Al tempo dell‟ AT, a causa di rivalità tra i popoli, la gente soleva chiamare l‟altro popolo “cane” (1Sam 17,43). Negli altri vangeli, Gesù spiega il perché del suo rifiuto: “Sono stato mandato solo per le pecore perdute della casa di Israele!” (Mt 15,24). Cioè: “Il Padre non vuole che io mi occupi di questa donna!”
  • Marco 7,28: La reazione della donna. Lei è d‟accordo con Gesù, ma allarga il paragone e lo applica al suo caso: “Gesù, è vero, ma anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono dal tavolo dei figli!” E‟ come se dicesse: “Se sono un cagnolino, allora ho il diritto dei cagnolini, cioè: le briciole mi appartengono!” Lei trae semplicemente conclusioni dalla parabola che Gesù aveva raccontato e dimostra che perfino nella casa di Gesù, i cagnolini mangiavano le briciole cadute dal tavolo dei figli. E nella “casa di Gesù”, cioè, nella comunità cristiana, la moltiplicazione dei pani per i figli era talmente abbondante che erano rimasti dodici cesti pieni (Mc 6,42) per i “cagnolini”, cioè per lei, per i pagani!
  • Marco 7,29-30: La reazione di Gesù: “Per questa tua parola, và. Il demonio è uscito da tua figlia!” Negli altri vangeli si esplicita: “Grande è la tua fede! Sia fatto come tu vuoi!” (Mt 15,28). Se Gesù accoglie la richiesta della donna, è perché capisce che ora il Padre voleva che lui accogliesse la sua richiesta. Questo episodio aiuta a capire qualcosa del mistero che avvolgeva la persona di Gesù e la sua vita con il Padre. Osservando le reazioni e gli atteggiamenti delle persone, Gesù scopre la volontà del Padre negli eventi della vita. L‟atteggiamento della donna apre un nuovo orizzonte nella vita di Gesù. Grazie a lei, lui scopre meglio il progetto del Padre per tutti coloro che cercano la vita e di liberarsi dalle catene che imprigionano la loro energia. Cosi, lungo le pagine del vangelo di Marco, c‟è un‟ apertura crescente in direzione degli altri popoli. In questo modo, Marco porta i lettori ad aprirsi nei confronti della realtà del mondo che li circonda, ed a superare i preconcetti che impedivano la convivenza pacifica tra la gente. Questa apertura verso i pagani appare in modo molto chiaro nell‟ordine finale dato da Gesù ai discepoli, dopo la sua risurrezione: ”Andate per il mondo intero e proclamate il Vangelo a tutte le genti” (Mc 16,15).

Per un confronto personale

  • Cosa fai tu concretamente per vivere in pace con persone delle altre chiese cristiane? Nel quartiere dove abiti, ci sono persone di altre religioni? Quali? Parli normalmente con persone di altre religioni?
  • Qual è l‟apertura che questo testo richiede da noi, oggi, nella famiglia e nella comunità?

Preghiera finale

Beati coloro che agiscono con giustizia  e praticano il diritto in ogni tempo.

Ricordati di noi, Signore, 

per amore del tuo popolo,  visitaci con la tua salvezza. (Sal 105)


 

Venerdì, 11 febbraio 2022

Tempo ordinario

Preghiera

Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore,

e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro…

Lettura del Vangelo – Marco 7,31-37

In quel tempo, di ritorno dalla regione di Tiro, Gesù passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli. E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: “Effatà” cioè: “Apriti!”

E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!”

Riflessione

Nel vangelo di oggi, Gesù sana un sordomuto. Questo episodio è poco conosciuto. Nell’episodio della donna cananea, Gesù supera le frontiere del territorio nazionale ed accoglie una donna straniera che non apparteneva al popolo e con cui era proibito conversare. Nel vangelo di oggi avvertiamo questa stessa apertura.

  • Marco 7,31. La regione della Decapoli. “In quel tempo, di ritorno dalla regione di Tiro, Gesù passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli”. Decapoli letteralmente significa: Dieci Città. Era una regione di dieci città nel sudest della Galilea, la cui popolazione era pagana.
  • Marco 7,31-35. Aprire l’udito e sciogliere la lingua. Un sordomuto è condotto dinanzi a Gesù. La gente voleva che Gesù gli imponesse le mani. Ma Gesù va assai oltre questa richiesta. Conduce l’uomo lontano dalla moltitudine, mette le dita sulle sue orecchie e con la saliva gli tocca la lingua, lo sguardo rivolto al cielo, emette un profondo respiro e dice: “Éffata!”, cioè, “Apriti!” In quello stesso istante, l’udito del sordo si apre, la lingua si scioglie e l’uomo comincia a parlare correttamente. Gesù vuole che la gente para l’udito e sciolga la lingua!
  • Marco 7,36-37: Gesù non vuole pubblicità. “E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: “Hafatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!” Lui proibisce la divulgazione della guarigione, ma di fatto ciò non avvenne. Coloro che hanno sperimentato ciò che Gesù ha fatto, lo vanno a raccontare agli altri, lo voglia o no Gesù! Le persone che assistono alla guarigione cominciano a proclamare ciò che hanno visto e riassumono così la Buona novella: “Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!”. Questa affermazione della gente fa ricordare la creazione, quando viene detto: “Dio vide che tutto era buono!” (Gen 1,31). Ed evoca anche la profezia di Isaia, dove dice che nel futuro i sordi udiranno e i muti parleranno (Is 29,28; 35,5. cf Mt 11,5).
  • La raccomandazione di non raccontare nulla a nessuno. A volte, si esagera l’attenzione che il vangelo di Marco attribuisce alla proibizione di divulgare la guarigione, come se Gesù avesse un segreto da conservare. Nella maggioranza dei casi in cui Gesù opera un miracolo, lui non chiede il silenzio. Anzi, una volta chiese perfino pubblicità (Mc 5,19). Alcune volte, lui dà l’ordine di non divulgare la guarigione (Mc 1,44; 5,43; 7,36; 8,26), ma ottiene il risultato contrario. Quanto più lo proibisce, tanto più la Buona Novella si diffonde (Mc 1,28.45; 3,7-8; 7,36-37). Non serve a nulla proibire! La forza interna della Buona Novella è cosi grande che si divulga da sola!
  • Apertura crescente nel vangelo di Marco. Lungo le pagine del vangelo di Marco, c’è un’apertura crescente verso le altre popolazioni. Così, Marco conduce i lettori e le lettrici ad aprirsi verso la realtà del mondo attorno e a superare i preconcetti che impedivano la convivenza pacifica tra le popolazioni. Nel suo passaggio per la Decapoli, regione pagana, Gesù risponde alla richiesta della gente del luogo e cura un sordomuto. Non ha paura di contaminarsi con l’impurezza di un pagano, perché nel curarlo, gli tocca le orecchie e la lingua. Per quanto riguarda le autorità, due giudei e i discepoli stessi hanno difficoltà ad ascoltare e capire che un pagano che era sordo e muto possa udire e parlare grazie a Gesù che lo tocca. Ricorda il cantico del servo “Il Signore Yavé mi ha aperto l’udito, ed io ascoltai” (Is 50,4-5). Nello scacciare i venditori dal tempio, Gesù critica il commercio ingiusto ed afferma che il tempio deve essere casa di preghiera per tutte le genti (Mc 11,17). Nella parabola dei vignaioli omicidi, Marco allude al fatto che il messaggio sarà tolto al popolo eletto, i giudei, e sarà dato ad altri, i pagani (Mc 12,1-12). Dopo la morte di Gesù, Marco presenta la professione di fede di un pagano ai piedi della croce. Nel citare il centurione romano e come costui riconosce in Gesù il Figlio di Dio, sta dicendo che il pagano è più fedele dei discepoli e più fedele dei giudei (Mc 15,39). L’apertura per i pagani appare in modo molto chiaro nell’ordine finale dato da Gesù ai discepoli, dopo la sua risurrezione: ”Andate per il mondo intero, proclamato il Vangelo a tutte le genti” (Mc 16,15).

Per un confronto personale

  • Gesù ha molta apertura verso le persone di un’altra razza, di un’altra religione e di altri costumi. Noi cristiani, oggi, abbiamo la stessa apertura? Io ho questa apertura?
  • Definizione della Buona Novella: “Gesù fa il bene in tutto!” Sono Buona Novella per gli altri?

Preghiera finale

Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore da tutta la terra. Cantate al Signore,  benedite il suo nome. (Sal 95)


 

Sabato, 12 febbraio 2022

Tempo ordinario

Preghiera

Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore,

e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro…

Lettura del Vangelo – Marco 8,1-10

In quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: “Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano”.

Gli risposero i discepoli: “E come si potrebbe sfamarli di pane qui, in un deserto?”. E domandò loro: “Quanti pani avete?”. Gli dissero: “Sette”.

Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; dopo aver pronunziata la benedizione su di essi, disse di distribuire anche quelli.

Così essi mangiarono e si saziarono: e portarono via sette sporte di pezzi avanzati. Erano circa quattromila. E li congedò.

Salì poi sulla barca con i suoi discepoli e andò dalle parti di Dalmanuta.

Riflessione

Il testo del vangelo di oggi riporta la seconda moltiplicazione dei pani. Il filo di unione dei diversi episodi di questa parte del vangelo di Marco è l‟alimento, il pane. Dopo il banchetto di morte (Mc 6,17-29), viene il banchetto della vita (Mc 6,30-44). Durante la traversata del lago, i discepoli hanno paura, perché non hanno capito nulla del pane moltiplicato nel deserto (Mc 6,51-52). Poi Gesù dichiara puri tutti gli alimenti (Mc 7,1-23). Nella conversazione di Gesù con la donna cananea, i pagani mangiano le briciole che cadono dal tavolo dei figli (Mc 7,24-30). E qui nel vangelo di oggi, Marco racconta la seconda moltiplicazione del pane (Mc 8,1-10).

  • Marco 8,1-3: La situazione della gente e la reazione di Gesù. La moltitudine, che si riunisce attorno a Gesù nel deserto, non aveva cibo da mangiare. Gesù chiama i discepoli ed espone loro il problema: “Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano!” In questa preoccupazione di Gesù spuntano due cose molto importanti: a) La gente dimentica la casa ed il cibo e va dietro a Gesù nel deserto! Segnale, questo, che Gesù destava molta simpatia, fino al punto che la gente gli va dietro nel deserto e rimane con lui tre giorni! b) Gesù non ordina di risolvere il problema. Esprime solo la sua preoccupazione ai discepoli. Sembra un problema senza soluzione.
  • Marco 8,4: La reazione dei discepoli: Il primo malinteso. I discepoli pensano dopo ad una soluzione, secondo cui qualcuno doveva portare pane per la gente. Non passa

loro per la testa che la soluzione possa venire dalla gente stessa. Dicono: “E come si potrebbe sfamarli qui, nel deserto?” In altre parole, pensano ad una soluzione tradizionale. Qualcuno deve trovare il denaro, comprare pane e distribuirlo alla gente. Essi stessi percepiscono che, in quel deserto, questa soluzione non è vivibile, ma non vedono altra possibilità per risolvere il problema. Ossia: se Gesù insiste nel non rimandare la gente a casa, non ci sarà soluzione per sfamarla!

  • Marco 8,5-7: La soluzione trovata da Gesù. Prima di tutto, chiede quanti pani hanno: “Sette!” Poi manda la gente a sedersi. Dopo, Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla.”

E fece lo stesso con i pesci. Come nella prima moltiplicazione (Mc 6,41), il modo in cui Marco descrive l‟atteggiamento di Gesù, ricorda l‟Eucaristia. Il messaggio è questo: la partecipazione nell‟Eucaristia deve condurci al dono ed alla condivisione del pane con coloro che non hanno pane.

  • Marco 8,8-10: Il risultato. Tutti mangeranno, rimarranno sazi e avanzerà pane! Soluzione inattesa, nata all‟interno della gente, con i pochi pani che avevano portato! Nella prima moltiplicazione, avanzarono dodici cesti. Qui, sette. Nella prima, servirono per cinque mila persone. Qui per quattro mila. Nella prima c‟erano cinque pani e due pesci. Qui, sette pani e qualche pesce.
  • Il pericolo dell‟ideologia dominante. I discepoli pensavano in un modo, Gesù pensa in un altro modo. Nel modo di pensare dei discepoli spunta l‟ideologia dominante, il modo comune di pensare delle persone. Gesù pensa in modo diverso. Non è per il fatto di andare con Gesù edi vivere in una comunità che una persona è già santa e In mezzo ai discepoli, sempre di nuovo, spunta una vecchia mentalità, a causa del “fermento di Erode e dei farisei” (Mc 8,15), cioè, l‟ideologia dominante, aveva radici profonde nella vita di quella gente. La conversione richiesta da Gesù è una conversione di fondo. Lui vuole sradicare i vari tipi di “fermento”:
  • il “fermento” della comunità rinchiusa in sé stessa, senza apertura. Gesù risponde: “Chi non è contro è a favore!” (Mc 9,39-40). Per Gesù, ciò che importa non è se la persona faccia parte o meno della comunità, ma se si prodighi o meno nel fare il bene che la comunità deve fare.
  • il “fermento” del gruppo che si considera superiore agli altri. Gesù risponde: “Voi non sapete di quale spirito siete animati” (Lc 9,55).
  • il “fermento” della mentalità di classe e di competitività, che caratterizzava la società dell‟Impero Romano e che si infiltrava già nella piccola comunità che stava appena cominciando. Gesù risponde: “Il primo sia l‟ultimo” (Mc 9, 35). E‟ il punto su cui insiste di più e il punto più forte della sua testimonianza: “Non sono venuto per essere servito, ma per servire” (Mc 10,45; Mt 20,28; Jo 13,1-16).
  • il “fermento” della mentalità della cultura dell‟epoca che emarginava i piccoli, i bambini. Gesù risponde: ”Lasciate che i piccoli vengano a me!” (Mc 10,14). Lui addita i piccoli quali professori degli adulti: “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà” (Lc 18,17).
  • Come avveniva al tempo di Gesù, anche oggi questa mentalità rinasce e spunta nella vita delle comunità e delle famiglie. La lettura del Vangelo, fatta in comunità, può aiutarci a cambiare la vita e la visione e a continuare a convertirci ed essere fedeli al progetto di Gesù.

Per un confronto personale

  • Possiamo sempre incorrere in malintesi con amici e nemici. Qual è il malinteso tra Gesù e i discepoli in occasione della moltiplicazione dei pani? Come affronta Gesù questi malintesi? Nella tua casa, con i tuoi vicini o nella comunità, ci sono stati malintesi? Come hai reagito? La tua comunità ha avuto malintesi o conflitti con le autorità civili o ecclesiali? Com‟è andata?
  • Qual è il fermento che oggi impedisce la realizzazione del vangelo e che deve essere eliminato?

Preghiera finale

Signore, tu sei stato per noi un rifugio  di generazione in generazione. Prima che nascessero i monti e la terra e il mondo fossero generati, da sempre e per sempre tu sei, Dio. (Sal 89)


 

Domenica, 13 febbraio 2022

6ª Domenica del tempo ordinario

Orazione iniziale

Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l’hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.

Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.

Lettura del Vangelo – Lc 6,17-26

Chiave di lettura:

Nel Vangelo di questa domenica Gesù dichiara beati i poveri, coloro che piangono, coloro che hanno fame e che sono perseguitati. E dichiara destinati all’infelicità i ricchi, coloro che ridono, che sono sazi, o che sono elogiati da tutti. In cosa consiste la felicità che Gesù attribuisce ai poveri, agli affamati, a coloro che piangono, a coloro che sono perseguitati? E’ felicità? Le parole di Gesù contrastano con l’esperienza giornaliera che abbiamo della vita. L’ideale comune della felicità è ben diverso dalla felicità di cui parla Gesù. E tu, nel tuo cuore, pensi che una persona povera ed affamata sia realmente felice?

Tenendo in mente queste domande, che scaturiscono dalla nostra esperienza di ogni giorno, leggi il testo del vangelo di questa domenica. Leggilo attentamente. Forse senza cercare di capire tutto. Lascia che le parole di Gesù entrino in te. Fai silenzio. Nel corso della lettura cerca di fare attenzione a due cose: (i) alle categorie sociali, sia delle persone che sono dette felici, come pure a quelle minacciate da infelicità; (ii) alle persone che tu conosci e che fanno parte del circolo delle tue amicizie e che potrebbero rientrare nell’una o nell’altra categoria sociale.

Il testo del vangelo di questa domenica omette i versi 18 e 19. Ci prendiamo la libertà di includerli nel breve commento che segue, perché spiegano un poco meglio il pubblico, destinatario delle parole di Gesù.

Una divisione del testo per aiutarne la lettura:

  • Luca 6,17: Colloca l’azione di Gesù nel tempo
  • Luca 6,18-19: La folla che cerca Gesù
  • Luca 6,20-23: Le quattro beatitudini
  • Luca 6,24-26: Le quattro minacce

Il Testo:

17Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da

Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 18che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. 19Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

20Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:

«Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. 21Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.

Beati voi che ora piangete, perché riderete.

22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione.

25Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.

26Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.

Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

Momento di silenzio orante

perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.

Alcune domande

per aiutarci nella meditazione e nella orazione.

  • Qual è il punto che più ti è piaciuto o che più ti ha colpito? Perché?
  • Da chi era costituita la grande moltitudine attorno a Gesù? Da dove veniva o cosa cercava?
  • Quali sono le categorie sociali delle persone che sono dichiarate felici (Lc 6,20-23)? Qual ‘è la promessa che ognuna di loro riceve da Gesù? Come capire queste promesse?
  • Nel dire “Beati i poveri”, sarà che Gesù sta cercando di dire che i poveri devono continuare a vivere nella loro povertà?
  • Quali sono le categorie sociali delle persone che sono minacciate da infelicità? (Lc 6,24-26)? Quali sono le minacce per ciascuna di loro? Como capire queste minacce?
  • Sarà che io guardo la vita e la persona con lo stesso sguardo di Gesù?

Per coloro che desiderano approfondire il tema

Contesto di allora e di oggi:

Luca presenta l’insegnamento di Gesù in una rivelazione progressiva. Prima, fino al verso 6,16 Luca dice molte volte che Gesù insegnava, pero non dice nulla sul contenuto dell’insegnamento (Lc 4,15.31-32.44; 5,1.3.15.17; 6,6). Ora, dopo aver informato che Gesù vede una moltitudine desiderosa di aprirsi alla parola di Dio, Luca traccia il primo discorso. Il discorso non è lungo, ma è significativo. Chi lo legge sprovveduto, ne ha quasi paura. Sembra una terapia di urto!

La prima parte del discorso (Lc 6,20-38) inizia con un contrasto provocante: “Beati voi poveri!” “Guai a voi, ricchi!” (Lc 6,20-26); Gesù ordina di amare i nemici (Lc 6,27-35); chiede di imitare Dio nella sua misericordia (Lc 6,36-38). La seconda parte (6,39-49) dice che nessuno può considerarsi superiore agli altri (Lc 6,39-42); l’albero buono da frutti buoni, l’albero cattivo da frutti cattivi (Lc 6,43-45); non aiuta certo la persona il nascondersi dietro belle parole e preghiere, ciò che importa è mettere in pratica la parola (Lc 6,46-49). Commento del testo:

Luca 6,17: Colloca l’azione di Gesù nel tempo e nello spazio

  • Gesù ha trascorso la notte in preghiera (Lc 6,12) ed ha scelto i dodici a cui ha dato il nome di apostoli (Lc 6,13-16). Ora lui scende dalla montagna insieme ai dodici. Giunto sulla pianura, trova due gruppi di persone: un gruppo numeroso di discepoli ed una moltitudine immensa di persone che sono giunte da tutta la Giudea, da Gerusalemme, da Tiro e Sidone.

Luca 6,18-19: La moltitudine che cerca Gesù

  • La moltitudine si sente disorientata ed abbandonata e cerca Gesù per due motivi: vuole udire la sua parola e vuole essere curata dai suoi mail. Era curata molta gente, posseduta da spiriti impuri. La gente cerca di toccare Gesù, perché si rende conto che c’è in lui una forza che fa bene e cura le persone. Gesù accoglie tutti coloro che lo cercano. Tra questa folla ci sono anche giudei e stranieri. Questo è uno dei temi preferiti da Luca!

Luca 6,20-23: Le quattro beatitudini Luca 6, 20: Beati voi, poveri!

  • “Alzati gli occhi verso i suoi discepoli”, Gesù dichiara: “Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno di Dio!” Questa prima beatitudine identifica la categoria sociale dei discepoli di Gesù. Loro sono poveri! E Gesù garantisce loro: “Vostro è il Regno dei cieli!” Non una promessa che riguarda il futuro. Il verbo è al presente. Il Regno è già loro. Pur essendo poveri, loro sono già felici. Il Regno non è un futuro buono. Esiste già in mezzo ai poveri.
  • Nel vangelo di Matteo, Gesù esplicita il senso e dice: “Beati i poveri in Spirito!” (Mt 5,3). Sono i poveri che hanno lo Spirito di Gesù. Perché ci sono poveri che hanno lo spirito e la mentalità dei ricchi. I discepoli di Gesù sono poveri ed hanno mentalità di poveri. Anche loro, come Gesù, non vogliono accumulare, ma assumono la loro povertà e, come Gesù, lottano per una convivenza più giusta, dove ci sia fraternità e condivisione di beni, senza discriminazione.

Luca 6, 21: Beati voi, che ora avete fame, beati voi che ora piangete!

  • Nella seconda e terza beatitudine Gesù dice: “Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati! Beati voi che ora piangete, perché riderete!” La prima parte di queste frasi è al presente, la seconda al futuro. Ciò che ora viviamo e soffriamo non è definitivo. Ciò che è definitivo sarà il Regno che stiamo costruendo oggi con la forza dello Spirito di Gesù. Costruire il Regno suppone sofferenza e persecuzione, però una cosa è certa: il Regno giungerà e “voi sarete saziati e riderete!”. Il Regno è nello stesso tempo una realtà presente e futura. La seconda beatitudine evoca il cantico di Maria: “Ha ricolmato di beni gli affamati” (Lc 1,53). La terza evoca il profeta Ezechiele che parla delle persone che “sospirano e piangono per tutti gli abomini” compiuti nella città di Gerusalemme (Ez 9,4; cf Sl 119,136).

Luca 6, 23: Beati voi, quando gli uomini vi odieranno!

  • La quarta beatitudine si riferisce al futuro: “Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e vi metteranno al bando a causa del Figlio dell’Uomo! Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché grande è la vostra ricompensa, perché così sono stati trattati i profeti!” Con queste parole di Gesù, Luca segnala che il futuro annunciato da Gesù sta per arrivare. E queste persone stanno sulla buona strada. Luca 6,24-26: Le quattro minacce
  • Dopo le quattro beatitudini a favore dei poveri e degli esclusi, seguono quattro minacce contro i ricchi, coloro che sono sazi, coloro che ridono o che sono lodati da tutti. Le quattro minacce hanno la stessa forma letteraria delle quattro beatitudini. La prima è al presente. La seconda e la terza hanno una parte al presente ed una parte al futuro. La quarta si riferisce totalmente al futuro. Queste quattro minacce si trovano nel vangelo di Luca e non in quello di Matteo. Luca è più radicale nel denunciare l’ingiustizia.

Luca 6,24: Guai a voi, ricchi!

  • Dinanzi a Gesù, in quella pianura, c’è solo gente povera e malata, venuta da tutti i lati (Lc 6,17-19). Ma dinanzi a loro Gesù dice: “Guai a voi, ricchi!” Nel trasmettere queste parole di Gesù, Luca sta pensando alle comunità del suo tempo, verso la fine del primo secolo. Vi erano ricchi e poveri, c’era discriminazione contro i poveri da parte dei ricchi, discriminazione che marcava anche la struttura dell’Impero Romano (cf. Gc 2,1-9; 5,1- 6; Apc 3,15-17). Gesù critica duramente e direttamente i ricchi: “Voi, ricchi, già avete la vostra consolazione!” E’ bene ricordare ciò che Gesù dice in un altro momento riguardo ai ricchi. Non crede molto nella loro conversione (Lc 18,24-25). Ma quando i discepoli si spaventano, lui dice che nulla è impossibile a Dio (Lc 18,26-27)

Luca 6,25: Guai a voi che ora ridete perché sarete afflitti e piangerete!

  • “Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame! Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete!” Queste due minacce indicano che per Gesù la povertà non è una fatalità, né tanto meno il frutto di pregiudizi, bensì il frutto di un arricchimento ingiusto da parte degli altri. Anche qui è bene ricordare le parole del cantico di Maria: “Ha rimandato i ricchi a mani vuote!” (Lc 1,53)

Luca 6,26: Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi!

  • “Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi, allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti!” Questa quarta minaccia si riferisce ai giudei, cioè, ai figli di coloro che nel passato elogiavano i falsi profeti. Nel citare queste parole di Gesù, Luca pensa ad alcuni giudei convertiti del suo tempo che si servivano del loro prestigio e della loro autorità per criticare l’apertura verso i pagani (cf At 15,1.5).

Ampliando le informazioni:

  • Le beatitudini in Luca

Le due affermazioni “Beati voi, poveri!” e “Guai a voi, ricchi!” spingono coloro che ascoltano a fare una scelta, una opzione a favore dei poveri. Nell’Antico Testamento, diverse volte Dio pone il popolo dinanzi alla scelta della benedizione o della maledizione. Al popolo viene data la libertà di scegliere: “Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli, dunque, la vita perché viva tu e la tua discendenza” (Dt 30,19). Non è Dio che condanna. E’ il popolo stesso che sceglie la vita o la morte, dipende dalla sua posizione dinanzi a Dio ed agli altri. Questi momento di scelta sono momenti di visita di Dio al suo popolo (Gn 21,1; 50,24-25; Ex 3,16; 32,34; Jr 29,10; Sl 59,6; Sl 65,10; Sl 80,15, Sl 106,4). Luca è l’unico evangelista che si serve di questa immagine della visita di Dio (Lc 1,68. 78; 7,16; 19,44). Per Luca Gesù è la visita di Dio che mette la moltitudine dinanzi alla scelta della benedizione o della maledizione: “Beati voi, poveri!” e “Guai a voi, ricchi!” Ma la gente non riconosce la visita di Dio (Lc 19,44).

  • Il messaggio di Luca per i pagani convertiti

Le beatitudini e le minacce fanno parte di un discorso. La prima parte del discorso è diretto ai discepoli (Lc 6,20). La seconda parte è diretta a “voi che mi ascoltate” (Lc 1,27), cioè, a quella moltitudine immensa di poveri e di malati, giunta da tutte le parti (Lc 6,17-19). Le parole che Gesù dirige a questa moltitudine sono esigenti e difficili: “amate i vostri nemici” (Lc 6,27), “benedite coloro che vi maledicono” (Lc 6,28), “a chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra guancia” (Lc 6,29), “a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica” (Lc 6,29). Prese letteralmente, queste parole possono favorire i ricchi, perché il peggio è sempre per il povero. E queste parole sembrano dire il contrario del messaggio delle beatitudini e delle minacce che Gesù aveva comunicato prima ai discepoli.

  • Ma non possono essere prese letteralmente, non lo ha fatto nemmeno Gesù. Quando il soldato lo colpisce sul volto, non offre l’altra guancia, bensì reagisce con fermezza: “Se ho parlato male, dimostrami dove è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?” (Gv 18,22-23). Allora, come capire queste parole? Due frasi aiutano a capire ciò che queste parole vogliono insegnare. La prima frase: “Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro!” (Lc 6,31). La seconda frase: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro!” (Lc 6,36). Gesù non vuole cambiare semplicemente qualcosa, perché non cambierebbe nulla. Lui vuole cambiare il sistema. La novità che Gesù vuole costruire viene dalla nuova esperienza che ha di

Dio, Padre pieno di tenerezza che accoglie tutti! Le parole di minaccia contro i ricchi non possono essere occasione di vendetta da parte dei poveri. Gesù ordina di avere l’atteggiamento contrario: “Amate i vostri nemici!” Il vero amore non può dipendere da ciò che ricevo dall’altro. L’amore deve volere il bene dell’altro indipendentemente da ciò che l’altro fa per me. Perché così è l’amore di Dio per noi.

  • Il discorso della montagna, il discorso della pianura

Nel Vangelo di Luca, Gesù scende dalla montagna e si ferma su una pianura per fare un discorso (Lc 6,17). Per questo alcuni lo chiamano il “discorso della pianura”. Nel vangelo di Matteo, questo stesso discorso è fatto sulla montagna (Mt 5,1) ed è chiamato il “discorso della montagna”. Perché Matteo cerca di presentare Gesù come il nuovo legislatore, il nuovo Mosè. Fu sulla montagna dove Mosè ricevette la Legge (Ex 19,3- 6; 31,18; 34,1-2). E’ sulla montagna dove riceviamo la nuova legge di Gesù.

Preghiera del Salmo 34 (33)

“Gratitudine nata da uno sguardo diverso”

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore,

ascoltino gli umili e si rallegrino.Celebrate con me il Signore,       esaltiamo insieme il suo nome.

Ho cercato il Signore e mi ha risposto e da ogni timore mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti.

Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce. L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva.

Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia. Temete il Signore, suoi santi,

nulla manca a coloro che lo temono. I ricchi impoveriscono e hanno fame, ma chi cerca il Signore non manca di nulla.

Venite, figli, ascoltatemi; v’insegnerò il timore del Signore. C’è qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene?

Preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde.

Sta lontano dal male e fà il bene, cerca la pace e perseguirla. Gli occhi del Signore sui giusti, i suoi orecchi al loro grido di aiuto.

Il volto del Signore contro i malfattori,per                          cancellarne dalla terra il ricordo.

Gridano e il Signore li ascolta, li salva da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito, egli salva gli spiriti affranti.

Molte sono le sventure del giusto,ma lo                       libera da tutte il Signore.

Preserva tutte le sue ossa, neppure uno sarà spezzato. La malizia uccide l’empio e chi odia il giusto sarà punito.

Il Signore riscatta la vita dei suoi servi, chi in lui si rifugia non sarà condannato.

Orazione Finale

Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell’unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

 


 
 

 

Preghiera a San Michele Arcangelo, 
da recitarsi al termine della S. Messa

 

 

Il 13 ottobre 1884, al termine della celebrazione della S. Messa, Leone XIII udì una voce dal timbro gutturale e profondo che diceva: “Posso distruggere la tua Chiesa: per far questo ho bisogno di più tempo e di più potere” Il Papa udì anche una voce più aggraziata che domandava: “Quanto tempo? Quanto potere?”
La voce gutturale rispose: “Dai settantacinque ai cento anni e un più grande potere su coloro che si consegnano al mio servizio”; la voce gentile replicò: “Hai il tempo…” Profondamente turbato, Leone XIII dispose che una speciale preghiera, da lui stesso composta, venisse recitata al termine della S. Messa.

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo.
Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli.
E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina,
ricaccia nell’Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime.
Amen.

 


 
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