Lectio del giorno all’Oasi di Engaddi 10-16_Gennaio-2022
Lunedì, 10 Gennaio 2022
Martedì della I Settimana dopo Epifania
Preghiera
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Lettura – Marco 1, 14-20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”.
Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito, lasciate le reti, lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.
Riflessione
- Dopo l’arresto di Giovanni, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio. Giovanni fu arrestato dal re Erode per aver denunciato il comportamento immorale del re (Lc 3, 1820). La prigione di Giovanni Battista non impaurì Gesù! Anzi! Vide in essa un simbolo della
venuta del Regno. Ed oggi, sarà che sappiamo leggere i fatti della politica e della violenza urbana per annunciare la Buona Novella di Dio?
- Gesù proclamava la Buona Novella di Dio. La Buona Novella è di Dio non solo perchè viene da Dio, ma anche e sopratutto perchè Dio è il suo contenuto. Dio, lui stesso, è la maggiore Buona Novella per la vita umana. Lui risponde all’aspirazione più profonda del nostro cuore. In Gesù appare ciò che avviene quando un essere umano lascia entrare e regnare Dio. Questa Buona Novella del Regno di Dio annunciata da Gesù ha quattro aspetti:
- Il tempo è compiuto! Per gli altri giudei il tempo non si era ancora compiuto. Mancava molto per la venuta del Regno. Per i farisei, per esempio, il Regno poteva giungere solo quando l’osservanza della Legge fosse perfetta. Gesù aveva un altro modo di leggere i fatti. Lui dice che il tempo è compiuto.
- Il Regno di Dio è vicino! Per i farisei la venuta del Regno dipendeva dal loro sforzo. Sarebbe giunto solo dopo che loro avessero osservato la legge. Gesù dice il contrario: “Il Regno è vicino”. E’ già qui! Indipendentemente dallo sforzo compiuto! Quando Gesù dice: “Il Regno è vicino”, non vuol dire che il regno sta giungendo solo in quel momento, ma che già era lì. Ciò che tutti aspettavano, era già presente nella loro vita, e loro non lo sapevano, non lo percepivano (cf. Lc 17, 21). Gesù lo percepì! Poiché lui leggeva la realtà con uno sguardo differente. Ed è in questa presenza nascosta del Regno in mezzo alla gente che Gesù si rivela ai poveri della sua terra. Ed è questo il seme del Regno che riceverà la pioggia della sua parola ed il calore del suo amore.
- Convertitevi! Il significato esatto è cambiare il modo di pensare e di vivere. Per poter percepire la presenza del Regno nella vita, la persona dovrà cominciare a pensare ed a vivere in modo diverso. Dovrà cambiare vita e trovare un’altra forma di convivenza! Dovrà lasciare da parte il legalismo dell’insegnamento del fariseo e permettere che la nuova esperienza di Dio invada la sua vita e gli dia uno sguardo nuovo per leggere e capire i fatti.
- Credete nella Buona Notizia! Non era facile accettare questo messaggio. Non è facile per noi cominciare a pensare in modo diverso da tutto ciò che abbiamo imparato, fin da piccoli. Questo è possibile solo mediante un atto di fede. Quando qualcuno porta una notizia diversa, è difficile accettarla, e si accetta solo se la persona che reca la notizia gode della nostra fiducia. E così tu dirai agli altri: “Puoi accettare! Io conosco la persona! Non inganna! Ti puoi fidare! Di Gesù ci si può fidare!
Il primo obiettivo dell’annuncio della Buona Novella è quello di formare comunità. Gesù passa, guarda e chiama. I primi quattro chiamati, Simone, Andrea, Giovanni e Giacomo, ascoltano, lasciano tutto e seguono Gesù per formare comunità con lui. Sembra amore a prima vista! Secondo la narrazione di Marco, tutto avvenne poi nel primo incontro con Gesù. Paragonando con gli altri vangeli, la gente percepisce che i quattro già conoscevano Gesù (Gv 1, 39; Lc 5, 1-11). Ebbero già l’opportunità di convivere con lui, di vederlo aiutare la gente e di ascoltarlo nella sinagoga. Sapevano come lui viveva e ciò che pensava. La chiamata non è stata una cosa di un solo momento, ma è questione di ripetute chiamate ed inviti, di progressi e regressi. La chiamata inizia e ricomincia sempre di nuovo! In pratica, coincide con la convivenza di due tre anni con Gesù, fin dal battesimo fino al momento in cui Gesù fu innalzato al cielo (At 1, 21-22). E allora perché Marco lo presenta come un fatto repentino d’amore a prima vista? Marco pensa all’ideale: l’incontro con Gesù deve provocare una mutazione radicale nella nostra vita!
Per un confronto personale
- Un fatto politico, la prigione di Giovanni, portò Gesù ad iniziare l’annuncio della Buona Novella di Dio. Oggi, i fatti della politica
- “Convertitevi! Credete alla Buona Novella!” Come sta avvenendo questo nella mia vita?
Preghiera finale
Tu sei, Signore, l’Altissimo su tutta la terra, tu sei eccelso sopra tutti gli dei. (Sal 96)
Martedì, 11 Gennaio 2022
Preghiera
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Lettura – Marco 1, 21-28
In quel tempo, nella città di Cafarnao Gesù, entrato proprio di sabato nella sinagoga, si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi.
Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare:
“Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio”. E Gesù lo sgridò: “Taci! Esci da quell’uomo”. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!”.
La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.
Riflessione
- Sequenza dei vangeli dei giorni di questa settimana. Il vangelo di ieri informava sulla prima attività di Gesù: chiamò quattro persone per formare la comunità con lui (Mc 1, 16-20). Il vangelo di oggi descrive l’ammirazione della gente dinanzi all’insegnamento di Gesù (Mt 1, 21-22) ed il primo miracolo che espelle un demonio (Mt 1, 23-28). Il vangelo di domani narra la guarigione della suocera di Pietro (Mc 1, 29-31), la guarigione di molti malati (Mc 1, 32-34) e la preghiera di Gesù in un luogo isolato (Mc 1, 35-39). Marco raccoglie questi episodi, che erano stati trasmessi oralmente nelle comunità e li unisce tra di loro come i mattoni di una parete. Nel 70, anno in cui lui scrive, le comunità avevano bisogno di orientamento. Descrivendo come fu l’inizio dell’attività di Gesù, Marco indicava come dovevano fare per annunciare la Buona Novella. Marco fa catechesi, raccontando alle comunità gli avvenimenti della vita di Gesù.
- Gesù insegna con autorità, diversamente da come fanno gli scribi. La prima cosa che la gente percepisce è il modo diverso che Gesù ha di insegnare. Non è tanto il contenuto, bensì il modo di insegnare che impressiona. Per questo suo modo diverso, Gesù crea una coscienza critica nella gente rispetto alle autorità religiose dell’epoca. La gente percepisce, paragona e dice: Insegna con autorità, in modo diverso da come fanno gli scribi. Gli scribi dell’epoca insegnavano citando le autorità. Gesù non cita nessuna autorità, ma parla partendo dalla sua esperienza di Dio e della sua vita. La sua parola ha le radici nel cuore.
Sei venuto a distruggerci! In Marco, il primo miracolo è l’espulsione di un demonio. Gesù combatte ed espelle il potere del male che si impossessa delle persone e le alienava da loro stesse. L’uomo posseduto dal demonio grida: “Io so chi sei tu: tu sei il Santo di Dio!” L’uomo ripeteva l’insegnamento ufficiale che presentava il Messia come “Santo di Dio”, cioè, come un Sommo Sacerdote, o come re, giudice, dottore o generale. Anche oggi, molta gente vive alienata da se stessa, ingannata dal potere dei mezzi di comunicazione, della propaganda del commercio. Ripete ciò che sente dire. Vive schiava del consumismo, oppressa dalle prestazioni del denaro, minacciata dai debitori. Molti pensano che la loro vita non è come dovrebbe essere se non possono comprare ciò che la propaganda annuncia e raccomanda.
- Gesù minaccia lo spirito del male: “Taci ed esci da lui!” Lo spirito scosse l’uomo, gettò un urlo ed uscì da lui. Gesù restituisce le persone a se stesse. Restituisce la coscienza e la libertà. Fa recuperare alla persona il suo perfetto giudizio (cf. Mc 5,15). Non è stato facile allora, non lo è stato ieri, non lo è oggi fare in modo che una persona cominci a pensare ed a agire in modo diverso dall’ideologia ufficiale.
- Insegnamento nuovo! Comanda perfino gli spiriti impuri. I due primi segnali della Buona Novella sono questi: il suo modo diverso di insegnare le cose di Dio, ed il suo potere sugli spiriti impuri. Gesù apre un nuovo cammino affinché la gente raggiunga la purezza. In quel tempo, una persona dichiarata impura non poteva presentarsi davanti a Dio per pregare e per ricevere la benedizione promessa da Dio ad Abramo. Doveva prima purificarsi. Queste e molte altre leggi e norme rendevano difficile la vita della gente ed emarginavano molte persone considerate impure, lontane da Dio. Ora, purificate dal contatto con Gesù, le persone potevano presentarsi davanti a Dio. Era per loro una grande Buona Novella!
Per un confronto personale
- Posso dire: “Io sono pienamente libero/a, signore/a di me stesso/a? Se non lo posso dire di me, allora qualcosa in me è posseduta da altri poteri. Come faccio per espellere questo potere estraneo?
- Oggi molta gente non vive, ma è vissuta. Non pensa, ma è pensata dai mezzi di comunicazione. Non ha un pensiero critico. Non è padrone di sé. Come espellere questo “demonio”?
Preghiera finale
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? (Sal 8)
Mercoledì, 12 Gennaio 2022
Tempo ordinario
Preghiera
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Lettura – Marco 1, 29-39
In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta.
Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava.
Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.
Riflessione
- Gesù restaura la vita per il servizio. Dopo aver partecipato alla celebrazione del sabato nella sinagoga, Gesù entra in casa di Pietro e guarisce sua suocera. La guarigione fa sì che lei si alzi in piedi e, con la salute e la dignità recuperate, comincia a servire le persone. Gesù non solo guarisce la persona, ma fa anche in modo che questa si metta al servizio della vita.
- Gesù accoglie gli emarginati. Quando comincia ad imbrunire, il pomeriggio, terminato il sabato, quando spunta nel cielo la prima stella, Gesù accoglie e guarisce i malati ed i posseduti che la gente gli aveva portato. I malati ed i posseduti erano le persone più emarginate in quell’epoca. Non avevano nessuno a cui ricorrere. Dipendevano dalla carità pubblica. Oltre a questo, la religione le considerava impure. Non potevano partecipare alla comunità. Era come se Dio le rifiutasse e le escludesse. Gesù le accoglie. Ecco quindi che appare chiaro in cosa consiste la Buona Novella di Dio e ciò che vuole fare nella vita della gente: accogliere gli emarginati e gli esclusi, ed inserirli di nuovo nella convivenza della comunità.
- Rimanere uniti al Padre, mediante la preghiera. Gesù ci viene presentato mentre prega. Compie un grande sforzo per avere il tempo e l’ambiente adeguato per pregare. Si alza prima degli altri e si reca in un luogo deserto, per poter stare solo con Dio. Molte volte i vangeli ci parlano della preghiera di Gesù, in silenzio (Mt 14, 22-23; Mc 1, 35; Lc 5, 15- 16; 3, 21-22). Attraverso la preghiera mantiene viva la coscienza della sua missione.
- Mantenere viva la coscienza della missione e non rinchiudersi nel risultato già ottenuto. Gesù è conosciuto. Tutti vanno dietro a lui. Questa pubblicità piace ai discepoli. Vanno a cercare Gesù per riportarlo di nuovo dalla gente che lo cercava, e gli dicono: Tutti ti cercano. Pensavano che Gesù sarebbe andato al banchetto. Rimangono delusi! Gesù non fa caso e dice loro: Andiamocene altrove. E’ per questo infatti che sono venuto! Sicuramente saranno rimasti meravigliati! Gesù non era come loro se lo immaginavano. Gesù aveva una coscienza molto chiara della sua missione e voleva trasmetterla ai discepoli. Non vuole che si chiudano nel risultato già ottenuto. Non devono guardare indietro. Ma devono mantenere viva, come fa Gesù, la coscienza della loro missione. E’ la missione ricevuta dal Padre, che deve orientare le loro decisioni.
E’ per questo infatti che sono venuto! Questo fu il primo malinteso tra Gesù ed i suoi discepoli. Per il momento, si tratta solo di una piccola divergenza. Più avanti, nel vangelo di Marco, questo malinteso, malgrado le molte avvertenze di Gesù, crescerà e arriverà ad essere quasi una rottura tra Gesù ed i discepoli (cf. Mc 8, 14-21. 32-33; 9, 32; 14, 27). Anche oggi ci sono malintesi sul cammino dell’annuncio della Buona Novella. Marco aiuta a fare attenzione alle divergenze, per non permettere che crescano fino alla rottura.
Per un confronto personale
- Gesù non è venuto per essere servito, ma per servire. La suocera di Pietro comincia a servire. Ed io, faccio in modo che la mia vita sia un servizio a Dio ed ai miei fratelli ed alle mie sorelle?
- Gesù ha coscienza della sua missione mediante la preghiera. E la mia preghiera?
Preghiera finale
Lodate il Signore e invocate il suo nome, proclamate tra i popoli le sue opere. Cantate a lui canti di gioia, meditate tutti i suoi prodigi.
Giovedì, 13 Gennaio 2022
Tempo ordinario
Preghiera
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Lettura – Marco 1, 40-45
In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi guarirmi!”
Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, guarisci!”. Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: “Guarda di non dir niente a nessuno, ma va’, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro”.
Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.
Riflessione
- Accogliendo e guarendo il lebbroso, Gesù rivela un nuovo volto di Dio. Un lebbroso arriva vicino a Gesù. Era un escluso, un impuro. Doveva essere allontanato. Chi lo toccava, anche lui/lei diventava impuro/a! Ma quel lebbroso ebbe molto coraggio. Trasgredì le norme della religione per poter arrivare vicino a Gesù. E gridò: Se tu vuoi, puoi guarirmi “ Non hai bisogno di toccarmi! Basta che tu lo voglia, ed io sarò guarito! La frase rivela due mali: a) il male della lebbra che lo rendeva impuro; b) il male della solitudine a cui era condannato dalla società
e dalla religione. Rivela anche la grande fede dell’uomo nel potere di Gesù. E Gesù profondamente commosso, guarisce i due mali. In primo luogo, per curare la solitudine, tocca il lebbroso. E’ come se dicesse: “Per me, tu non sei un escluso. Io ti accolgo come un fratello!” E poi cura il lebbroso dicendo: Lo voglio! Sii curato! Il lebbroso, per poter entrare in contatto con Gesù, aveva trasgredito le norme della legge. Anche Gesù, per poter aiutare quell’escluso e quindi rivelare un volto nuovo di Dio, trasgredisce le norme della sua religione e tocca il lebbroso. In quel tempo, chi toccava un lebbroso diventava impuro per le autorità religiose e per la legge dell’epoca.
- Integrare di nuovo gli esclusi nella convivenza fraterna. Gesù, non solamente guarisce, ma vuole anche che la persona curata possa vivere con gli altri. Inserisce di nuovo la persona nella convivenza. In quel tempo, per un lebbroso essere di nuovo accolto in comunità, aveva bisogno di un certificato di guarigione da parte di un sacerdote. E’ come oggi. Il malato esce dall’ospedale con un documento firmato dal medico del reparto. Gesù obbliga la persona a cercare il documento, in modo che possa vivere normalmente con gli altri. Obbliga le autorità a riconoscere che quest’uomo è stato curato.
- Il lebbroso annuncia il bene che Gesù gli ha fatto e Gesù diventa un escluso. Gesù proibisce al lebbroso di parlare della guarigione. Il Vangelo di Marco informa che questa proibizione non servì a nulla. Il lebbroso, allontanatosi, cominciò a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti (Mc 1, 45). Perché? Perché Gesù aveva toccato il lebbroso. Per questo, secondo l’opinione della religione di quel tempo, ora lui stesso era un impuro e doveva essere allontanato da tutti. Non poteva più entrare nelle città. E Marco indica che alla gente importavano poco queste norme ufficiali, infatti venivano a lui da ogni parte (Mc 1, 45). Sovversione totale!
- Sia nel 70, epoca in cui Marco scrive, come pure oggi, epoca in cui noi viviamo, era e continua ad essere importante avere dinanzi agli occhi modelli di come vivere ed annunciare la Buona Novella di Dio e di come valutare la nostra missione. Nei versi 16 a 45 del primo capitolo del suo vangelo, Marco descrive la missione della comunità e presenta otto criteri affinché le comunità del suo tempo potessero valutare la loro missione. Ecco lo schema:
- Testo
Attività di Gesù
Obiettivo della missione
- Marco 1, 16-20
Gesù chiama i primi discepoli
Formare comunità
- Marco 1, 21-22
La gente resta ammirata del suo insegnamento
Creare una coscienza critica
- Marco 1, 23-28
Gesù scaccia un demonio
Combattere la forza del male
- Marco 1, 29-31
Guarisce la suocera di Pietro
Ridare la vita per poter servire
Marco 1, 32-34
Guarisce malati ed indemoniati
Accogliere gli emarginati
- Marco 1, 35
Gesù si alza presto per pregare
Rimanere uniti al Padre
- Marco 1, 36-39
Gesù continua l’annuncio
Non fermarsi ai risultati
- Marco 1, 40-45
Guarisce un lebbroso
Integrare di nuovo gli esclusi
Per un confronto personale
- Annunciare la Buona Notizia, vuol dire rendere testimonianza dell’esperienza concreta che si ha di Gesù. Il lebbroso, cosa annuncia? Racconta agli altri il bene che Gesù gli ha fatto. Solo questo! Null’altro! E questa testimonianza conduce gli altri ad accettare la Buona Novella di Dio che Gesù ci porta. Qual è la testimonianza che tu dai?
- Per portare la Buona Novella alla gente, non bisogna aver paura di trasgredire le norme religiose che sono contrarie al progetto di Dio e che rendono difficile la comunicazione, il dialogo ed il vissuto dell’amore. Anche se questo reca difficoltà alla gente, come le recò a Gesù. Ho questo coraggio?
Preghiera finale
Venite, prostrati adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce. (Sal 94)
Venerdì, 14 Gennaio 2022
Tempo ordinario
Preghiera
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Lettura – Marco 2, 1-12
Dopo alcuni giorni Gesù entrò di nuovo a Cafarnao. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.
Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portaglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”.
Erano là seduti alcuni scribi che pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”
Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”.
Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”
Riflessione
- In Mc 1,1-15, Marco mostra come deve essere preparata e divulgata la Buona Notizia di Dio. In Mc 1,16-45, indica qual è l’obiettivo della Buona Notizia e qual è la missione della comunità. Ora, in Mc 2,1 a 3,6, appare l’effetto dell’annuncio della Buona Notizia. Una comunità fedele al vangelo vive valori che contrastano con gli interessi della società che la circonda. Per questo, uno degli effetti dell’annuncio della Buona Novella, è il conflitto con coloro che difendono gli interessi della società. Marco raccoglie cinque conflitti che l’annuncio della Buona Novella recò a Gesù.
- Nel 70, epoca in cui lui scrive il suo vangelo, erano molti i conflitti nella vita delle comunità, ma non sempre sapevano come comportarsi dinanzi alle accuse che venivano da parte delle autorità romane e dei capi giudei. Quest’insieme di cinque conflitti di Mc 2,1 a 3,6 serviva da guida per orientare le comunità, sia quelle di ieri che quelle di oggi. Perché il conflitto non è un incidente di percorso, bensì fa parte integrante del cammino.
- Ecco lo schema dei cinque conflitti che Marco presenta nel suo vangelo:
- Testi
- 1º conflitto: Mc 2, 1-12
- 2º conflitto: Mc 2, 13-17
- 3º conflitto: Mc 2, 18-22
- 4º conflitto: Mc 2, 23-28
- 5º conflitto: Mc 3, 1-6 Avversari di Gesù scribi
- scribi e farisei
- discepoli di Giovanni e farisei farisei
- farisei ed erodiani
- Causa del conflitto
- Perdono dei peccati
- Mangiare con i peccatori
- Pratica del digiuno
- Osservanza del sabato
- Guarigione il sabato
- La solidarietà degli amici ottiene al paralitico il perdono dei peccati. Gesù sta ritornando a Cafarnao. Si riunisce molta gente davanti alla porta di casa. Lui accoglie tutti e comincia ad insegnare. Insegnare, parlare di Dio, era ciò che Gesù faceva di più. Giunge un paralitico, portato da quattro persone. Gesù è la loro unica speranza. Non dubitano a salire sul tetto e togliere le tegole. Deve essere stata una casa povera, fango coperto di foglie. Calano l’uomo, davanti a Gesù. Gesù, vedendo la loro fede, dice al paralitico: I tuoi peccati ti sono perdonati. In quel tempo, la gente pensava che i difetti fisici (paralitico) fossero un castigo di Dio per qualche peccato commesso. I dottori insegnavano che la persona rimaneva impura e quindi incapace di avvicinarsi a Dio. Per questo i malati, i poveri, i paralitici, si sentivano rifiutati da Dio! Ma Gesù non pensava così. Quella fede così grande, era un segno evidente del fatto che il paralitico era accolto da Dio. Per questo, lui dichiara: “I tuoi peccati ti sono perdonati!” Con questa affermazione Gesù nega che la paralisi fosse un castigo dovuta al peccato dell’uomo.
- Gesù è accusato di blasfemia dai padroni del potere. L’affermazione di Gesù era contraria al catechismo dell’epoca. Non andava d’accordo con l’idea che loro avevano di Dio. Per questo reagiscono ed accusano Gesù: bestemmia! Per loro, solo Dio poteva perdonare i peccati. E solo il sacerdote poteva dichiarare qualcunoperdonato e purificato. Come mai Gesù, uomo senza studi, laico, semplice falegname, poteva dichiarare le persone perdonate e purificate dai peccati? E c’era ancora un altro motivo che li spingeva a criticare Gesù. Loro avranno pensato: “Se fosse vero ciò che questo Gesù dice, noi perderemo il nostro potere! Perderemo la nostra fonte di reddito”.
- Guarendo, Gesù mostra che anche lui ha il potere di perdonare i peccati. Gesù percepisce la critica. Per questo domanda: ‘Che cosa è più facile: dire al paralitico:Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire Alzati e cammina!’? É molto più facile dire:“I tuoi peccati ti sono perdonati”. Perché nessuno può verificare se di fatto il peccato è stato o meno perdonato. Ma se io dico:“Alzati e cammina!”, lì tutti possiamo vedere se ho o meno questo potere di guarire. Per questo, per mostrare che aveva potere di perdonare i peccati, in nome di Dio, Gesù disse al paralitico: Alzati, prendi il tuo lettuccio e va a casa tua! Guarì l’uomo! E così attraverso un miracolo insegnò che la paralisi dell’uomo non era un castigo di Dio, e mostrò che la fede dei poveri è una prova che Dio li accoglie nel suo amore.
- Il messaggio del miracolo e la reazione della gente. Il paralitico si alza, prende il suo lettuccio, comincia a camminare, e tutti dicono: Non abbiamo mai visto nulla di simile! Questo miracolo rivela tre cose molto importanti: a) Le malattie delle persone non sono un castigo dei peccati. b) Gesù apre un nuovo cammino per giungere fino a Dio. Ciò che il sistema chiamava impurità non era già ostacolo per le persone per avvicinarsi a Dio. c) Il volto di Dio rivelato mediante l’atteggiamento di Gesù era diverso dal volto severo di Dio rivelato dall’atteggiamento dei dottori.
- Questo ricorda ciò che disse un tossicodipendente che guarì e che ora è membro di una comunità a Curitiba, Brasile. Disse: “Sono cresciuto nella religione cattolica. L’abbandonai. I miei genitori erano molto praticanti e volevano che noi figli fossimo come loro. La gente era obbligata ad andare in chiesa sempre, tutte le domeniche e le feste. E quando non si andava loro dicevano: “Dio castiga”. Andavo perché mi veniva imposto, e quando divenni adulto, non andai più a messa. Il Dio dei miei genitori non mi piaceva. Non riuscivo a capire che Dio, creatore del mondo, stesse su di me, un piccolo bambino, minacciandomi con il castigo dell’inferno. A me piaceva molto di più il Dio di mio zio che non entrava mai in chiesa, ma che ogni giorno, ripeto ogni giorno, comprava il doppio del pane che mangiava, per darlo ai poveri!”
Per un confronto personale
- A te piace il Dio dello zio o il Dio dei genitori dell’ex tossico-dipendente?
- Qual è il volto di Dio che gli altri scoprono nel mio comportamento?
Preghiera finale
Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato, lo diremo alla generazione futura: le lodi del Signore, la sua potenza
e le meraviglie che egli ha compiuto. (Sal 77)
Sabato, 15 Gennaio 2022
Tempo ordinario
Preghiera
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Lettura – Marco 2, 13-17
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli l’ammaestrava. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Egli, alzatosi, lo seguì.
Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: “Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?”.
Avendo udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Riflessione
- Nel vangelo di ieri, abbiamo visto il primo conflitto che sorse attorno al perdono dei peccati (Mc 2, 1-12). Nel vangelo di oggi meditiamo sul secondo conflitto che sorse quando Gesù si sedette a tavola con i peccatori (Mc 2, 13-17). Negli anni 70, epoca in cui Marco scrive, c’era nelle comunità un conflitto tra cristiani venuti dal paganesimo e coloro che venivano dal giudaismo. Coloro che venivano dal giudaismo avevano difficoltà di entrare nella casa dei pagani convertiti e di sedersi con loro attorno allo stesso tavolo (cf. At 10, 28; 11, 3). Descrivendo come Gesù affronta questo conflitto, Marco orienta le comunità a risolvere il problema.
- Gesù insegnava, ed alla gente piaceva ascoltarlo. Gesù esce di nuovo per recarsi vicino al mare. Arriva la gente e lui comincia ad insegnare. Trasmette la Parola di Dio. Nel vangelo di Marco, l’inizio dell’attività di Gesù è marcata da molto insegnamento e da molta accettazione da parte della gente (Mc 1, 14. 21. 38-39; 2, 2. 13), malgrado i conflitti con le autorità religiose.
Cosa insegnava Gesù? Gesù annunciava la Buona Novella di Dio (Mc 1, 14). Parlava di Dio, ma parlava in modo nuovo, diverso. Parlava partendo dalla sua esperienza, dall’esperienza che lui stesso aveva di Dio e della vita. Gesù viveva in Dio. E sicuramente ha toccato il cuore della gente a cui piaceva ascoltarlo (Mc 1, 22. 27). Dio, invece di essere un Giudice severo che da lontano minaccia con castigo ed inferno, diventa di nuovo, una presenza amica, una Buona Novella per la gente.
- Gesù chiama un peccatore ad essere discepolo e lo invita a mangiare a casa sua. Gesù chiama Levi, un pubblicano, e costui, immediatamente, lascia tutto e segue Gesù. Comincia a far parte del gruppo dei discepoli. Immediatamente, il testo dice letteralmente: Mentre Gesù sta a mensa in casa di lui. Alcuni credono che di lui vuol dire casa di Levi. Ma la traduzione più probabile è che si tratti della casa di Gesù. E’ Gesù che invita tutti a mangiare a casa sua: peccatori e pubblicani, insieme ai discepoli.
- Gesù è venuto non per i giusti, ma per i peccatori. Questo gesto di Gesù produce rabbia tra le autorità religiose. Era proibito sedersi a tavola con pubblicani e peccatori, perché sedersi al tavolo con qualcuno voleva dire considerarlo un fratello! Invece di parlare direttamente con Gesù, gli scribi e i farisei parlano con i discepoli: Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori? Gesù risponde: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti ma i peccatori! Come prima con i discepoli (Mc 1, 38), anche ora è la coscienza della sua missione che aiuta Gesù ad incontrare la risposta ed a indicare il cammino per l’annuncio della Buona Novella di Gesù.
Per un confronto personale
- Gesù chiama un peccatore, un pubblicano, persona odiata dalla gente, ad essere suo discepolo. Qual è il messaggio in questo gesto di Gesù per noi, della Chiesa cattolica?
- Gesù dice che è venuto a chiamare i peccatori. Ci sono leggi e costumi nella nostra chiesa che impediscono ai peccatori l’accesso a Gesù? Cosa possiamo fare per cambiare queste leggi e questi costumi?
Preghiera finale
Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore, Signore, mia rupe e mio redentore. (Sal 18)
Domenica, 16 Gennaio 2022
II Domenica del Tempo Ordinario
Orazione iniziale
Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l’hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.
Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli
avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.
Lettura
Chiave di lettura:
Il Vangelo di questa seconda Domenica del Tempo ordinario ci pone davanti la celebrazione delle nozze di Cana, in Galilea. Tanto allora come oggi, a tutti piace la festa: la festa per un matrimonio o per un battesimo, la festa del compleanno, la festa del patrono o della patrona della chiesa, la festa di fine d’anno, festa e più festa… Ci sono delle feste che restano impresse nella nostra memoria e che nel trascorso del tempo assumono un significato sempre più profondo. Altre feste le dimentichiamo. Non le ricordiamo più, perché hanno perso il loro significato. La festa delle nozze di Cana, così come è stata descritta nel vangelo di Giovanni (Gv 2, 1-12), è rimasta viva nella memoria del popolo cristiano, e ad alcuni pochi, ha svelato un senso più profondo.
Per capire questa scoperta progressiva del significato delle Nozze di Cana dobbiamo ricordare che il Vangelo di Giovanni è diverso dagli altri vangeli. Giovanni descrive i fatti della vita di Gesù in modo tale che i lettori scoprano in essi una dimensione più profonda, che solo la fede riesce a percepire. Giovanni fa, al tempo stesso, una fotografia ed i raggi X. Per questo, durante la lettura, è bene fare molta attenzione ai dettagli del testo, soprattutto a queste due cose: (i) agli atteggiamenti ed ai comportamenti delle persone ed (ii) alla mancanza ed abbondanza che appaiono nella festa delle nozze di Cana.
Una divisione del testo, per aiutarne la lettura:
- Giovanni 2, 1-2: Festa delle nozze. Maria è presente, Gesù è l’invitato.
- Giovanni 2, 3-5: Gesù e sua madre dinanzi alla mancanza di vino.
- Giovanni 2, 6: Le giare della purificazione sono vuote.
- Giovanni 2, 7-8: L’iniziativa di Gesù e degli impiegati.
- Giovanni 2, 9-10: La scoperta del segno da parte del maestro di tavola.
- Giovanni 2, 11-12: Commento dell’evangelista. Testo: Gv 2, 1-11
1Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse:
«Non hanno più vino». 4E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». 5La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
6Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. 9E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». 11Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
12Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni.
Momento di silenzio orante
perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.
Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
- Qual’è il punto di questo testo che più ti è piaciuto o che più ti ha colpito? Perché?
- Cosa ti ha colpito negli atteggiamenti e nel comportamento delle persone? Perché?
- Quale tipo di carenza e di abbondanza c’era nella festa? Qual’è il significato di questo dettaglio?
- Come ha fatto Gesù ad offrire vino in abbondanza?
- Gesù comincia l’annuncio del Regno in una festa nuziale. Cosa ci vuole insegnare con questo gesto?
- Qual’è il messaggio di questo testo per noi oggi?
Per approfondire maggiormente il tema
Contesto per capire la fotografia ed i Raggi-X:
Quando diciamo “Fotografia”, indichiamo i fatti in sé, tali e come appaiono davanti ai nostri occhi. Quando diciamo “Raggi-X”, indichiamo la dimensione più profonda, invisibile agli occhi, che è racchiusa nei fatti e che solo la fede ci fa percepire e ci rivela.
E’ nel modo di descrivere i fatti che Giovanni fa i Raggi-X alle parole ed ai gesti di Gesù. Mediante questi piccoli dettagli ed allusioni, lui mette in risalto la dimensione simbolica e, così facendo, ci aiuta a penetrare più a fondo nel mistero della persona e del messaggio di Gesù. Nelle nozze di Cana, in Galilea, avviene un mutamento dell’acqua delle purificazioni dei giudei in vino per la festa delle nozze. Vediamo da vicino i dettagli con cui Giovanni descrive la festa, in modo da capire il significato più profondo di questo episodio così bello e molto conosciuto. Commento del testo:
- Giovanni 2, 1-2: Festa delle nozze. Gesù è l’invitato
- Nell’Antico Testamento, la festa delle nozze era un simbolo dell’amore di Dio verso il suo popolo. Era ciò che tutti si aspettavano nel futuro (Os 2, 21-22; Is 62, 4- 5). E proprio in una festa di nozze, attorno ad una famiglia e ad una comunità,
- Gesù compie il suo “primo segnale” (Gv 2, 11). La Madre di Gesù si trovava nella festa. Gesù ed i suoi discepoli erano invitati. Cioè, la Madre di Gesù fa parte della festa. Simbolizza il Vecchio Testamento. Anche Gesù è presente, ma in veste di invitato. Lui non fa parte del Vecchio Testamento. Insieme ai suoi discepoli lui è il Nuovo Testamento che sta arrivando. La Madre di Gesù aiuterà al passaggio dal Vecchio al Nuovo Testamento.
- Giovanni 2, 3-5: Gesù e sua madre davanti alla mancanza di vino
Nel bel mezzo della festa, finisce il vino. La Madre di Gesù riconosce i limiti del Vecchio Testamento e prende l’iniziativa, affinché si manifesti il Nuovo Testamento. Si avvicina a Gesù e constata: “Non hanno più vino!” Qui appaiono sia la foto che i Raggi-X. La Foto rappresenta la Madre di Gesù quale persona attenta ai problemi degli altri tanto da rendersi conto che la mancanza di vino rovinerebbe la festa. E non solo lei constata il problema, ma prende anche iniziative efficienti per risolverlo. I Raggi-X rivelano la dimensione più profonda del rapporto tra il Vecchio Testamento (la Madre di Gesù) ed il Nuovo Testamento (Gesù). La frase “Non hanno più vino!”, viene dal Vecchio Testamento, e sveglia in Gesù l’azione che farà nascere il Nuovo. Gesù dice: “Donna, cosa c’è tra me e te?” Ossia, qual’è il legame tra il Vecchio ed il Nuovo Testamento? “Non è ancora giunta la mia ora!” Maria non capì la risposta come un no, poiché dice ai servi: “Fate tutto ciò che vi dirà!” E’ facendo ciò che Gesù insegna che si passa dal Vecchio al Nuovo! L’ora di Gesù, in cui si farà il passaggio dal Vecchio al Nuovo, è la sua passione, morte e risurrezione. Il mutamento dell’acqua in vino è l’indicazione anticipata del nuovo che nascerà a partire dalla morte e dalla risurrezione di Gesù.
Alla fine del primo secolo, si discuteva tra i primi cristiani riguardo alla validità del Vecchio
Testamento. Alcuni non volevano saperne più del Vecchio Testamento. Nella riunione degli Apostoli a Gerusalemme, Giacomo difese la continuità dell’uso del Vecchio Testamento (At 15, 13-21). Infatti, all’inizio del secondo secolo, Marcione rifiutò il Vecchio Testamento e rimase solamente con i libri del Nuovo Testamento. Alcuni sostenevano perfino che dopo la venuta dello Spirito Santo non si doveva più ricordare Gesù di Nazaret, ma parlare solo di Cristo Risorto. In nome dello Spirito Santo dicevano: “Anatema Gesù!” (1Cor 12, 3)
- Giovanni 2, 6: Le giare della purificazione sono vuote
Si tratta di un piccolo dettaglio, molto significativo. Le giare solevano essere sempre piene, soprattutto durante una festa. Qui sono vuote! Perché? L’osservanza delle leggi della purezza, simbolizzata dalle sei giare, ha esaurito tutte le sue possibilità. L’antica legge è riuscita già a preparare la gente a poter stare in unione di grazia e di giustificazione dinanzi a Dio. Le giare, l’antica alleanza, sono vuote! Non più in grado di generare una vita nuova.
- Giovanni 2, 7-8: Gesù ed i servi
La raccomandazione della Madre di Gesù ai servi è l’ultimo grande ordine del Vecchio Testamento: “Fate quello che vi dirà!” Il Vecchio Testamento guarda verso Gesù. D’ora in poi saranno le parole ed i gesti di Gesù a marcare la vita. Gesù chiama i servi ed ordina loro di versare acqua nelle sei giare vuote. In tutto, oltre seicento litri! Subito ordina di attingere e di portare al maestro di tavola. Questa iniziativa di Gesù accade senza che i padroni della festa intervengano. Né Gesù, né la madre, né i servi erano ovviamente i padroni. Nessuno di loro andò a chiedere permesso ai padroni. Il rinnovamento passa per le persone che non appartengono al centro del potere.
- Giovanni 2, 9-10: Scoperta del segno da parte del padrone della festa
Il maestro di tavola assaggia l’acqua trasformata in vino e dice allo sposo: “Tutti servono da principio il vino buono. Tu, invece, hai conservato fino ad ora il vino buono!” Il maestro di tavola, il Vecchio Testamento, riconosce pubblicamente che il Nuovo è migliore! Dove prima c’era l’acqua per i riti della purificazione dei giudei, ora c’è vino abbondante per la festa. Era molto vino! Oltre seicento litri, e la festa volgeva quasi al termine! Qual è il senso di questa abbondanza? Cosa si fece con il vino avanzato? Lo stiamo bevendo fino ad oggi!
- Giovanni 2, 11-12: Commento dell’evangelista
Questo è il primo segnale. Nel Quarto Vangelo, il primo segnale avviene per aiutare nella ricostruzione della famiglia, della comunità, per ricucire i rapporti di base tra le persone. Seguiranno altri sei segnali. Giovanni non usa la parola miracolo, bensì la parola segnale. La parola segnale indica che le azioni di Gesù a favore delle persone hanno un valore più profondo, che solo si scopre con i Raggi-X della fede. La piccola comunità che si è formata attorno a Gesù quella settimana, vedendo il segnale, fu in grado di percepire il significato più profondo e ‘ credette in lui”.
Ampliando le informazioni:
Nozze assai attese
Nel vangelo di Giovanni, l’inizio della vita pubblica di Gesù avviene in una festa di nozze, momento di molta gioia e di molta speranza. Per questo stesso, le nozze di Cana hanno un significato simbolico molto forte. Nella Bibbia, il matrimonio è l’immagine usata per significare la realizzazione della perfetta unione tra Dio ed il suo popolo. Queste nozze tra Dio ed il suo popolo erano attese già da molto tempo, da oltre ottocento anni!
Fu il profeta Osea (verso l’anno 750 aC) che, per la prima volta, rappresentò la speranza di queste nozze quando racconta la parabola dell’infedeltà del popolo dinanzi alla proposta di Yahvé. La monarchia di Israele aveva abbandonato Yahvé e la sua misericordia, conducendo il popolo verso falsi dei. Ma il profeta, sicuro dell’amore di Dio, dice che il popolo sarà condotto di nuovo al deserto per ascoltare da Dio la seguente promessa: “Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, e ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore!” (Os 2, 21-22). Questo sposalizio tra Dio ed il popolo indica che l’ideale dell’esodo sarà raggiunto (Os 2, 4-25). Circa centocinquanta anni dopo, il profeta Geremia riprende le parole di Osea per denunciare la monarchia di Giuda. E dice che Giuda avrà lo stesso destino di Israele a causa della sua infedeltà (Gr 2, 2-5; 3, 11-13). Ma anche Geremia guarda verso la speranza di uno sposalizio perfetto con la novità seguente: sarà la donna che sedurrà il marito (Gr 31, 22). E malgrado la crisi generata dall’esilio in Babilonia, il popolo non perde la speranza che un giorno questo sposalizio avverrà. Yahvé avrà compassione della sua sposa abbandonata (Is 54, 1-8). Con il ritorno degli esiliati, l’“Abbandonata” tornerà ad essere la sposa accolta con molta allegria (Is 62, 4-5).
Infine, guardando verso la Novità che sta arrivando, Giovanni Battista guarda verso Gesù, lo sposo atteso (Gv 3, 29). Nei suoi insegnamenti e conversazioni con la gente, Gesù riprende la parabola di Osea, il sogno delle nozze perfette. Lui si presenta come lo sposo atteso. (Mc 2, 19). Nella conversazione con la samaritana, si presenta discretamente come il vero sposo, il settimo
(Gv 4, 16-17). Le comunità cristiane accetteranno Gesù come lo sposo atteso (2 Cor 11, 2; Ef 5, 2531). Le nozze di Cana vogliono dimostrare che Gesù è il vero sposo che giunge per le tanto attese nozze, portando un vino gustoso ed abbondante. Queste nozze definitive sono descritte con belle immagini nel libro dell’Apocalisse (Ap 19, 7-8; 21, 1 a 22, 5). La Madre di Gesù nel Vangelo di Giovanni
Pur non essendo mai chiamata con il nome di Maria, la Madre di Gesù appare due volte nel vangelo di Giovanni: all’inizio delle nozze di Cana (Gv 2, 1 -5), ed alla fine, ai piedi della Croce (Gv 19, 25-27). Nei due casi rappresenta il Vecchio Testamento che aspetta l’arrivo del nuovo, e nei due casi, contribuisce all’arrivo del Nuovo. Maria è il legame tra ciò che c’era prima e ciò che verrà dopo. A Cana, lei, la madre di Gesù, simbolo del Vecchio Testamento, è colei che percepisce i limiti del Vecchio Testamento e fa i passi affinché possa giungere il Nuovo. Ai piedi della Croce, sta accanto al “Discepolo Amato”. Il Discepolo Amato è la comunità che cresce attorno a Gesù, è il figlio che nasce dal Vecchio Testamento. A richiesta di Gesù, il figlio, il Nuovo Testamento, riceve la Madre, l’Antico Testamento, nella sua casa. I due devono camminare insieme. Infatti il Nuovo non si capisce senza il Vecchio. Il Nuovo non avrebbe base, fondamenta. Ed il Vecchio senza il Nuovo sarebbe incompleto: un albero senza frutti. I sette giorni della nuova creazione
Il testo inizia dicendo: “Il terzo giorno!” (Gv 2, 1). Nel capitolo precedente, Giovanni aveva ripetuto già tre volte l’espressione “Il giorno dopo” (Gv 1, 29. 35. 43). Facendo i calcoli, questo offre lo schema seguente: La testimonianza di Giovanni Battista su Gesù (Gv 1, 19-28) avviene il primo giorno. “Il giorno dopo” (Gv 1, 29), cioè il secondo giorno, avviene il battesimo di Gesù (Gv 1, 29- 34). Il terzo giorno, avviene la chiamata dei discepoli e di Pietro (Gv 1, 35-42). Il quarto giorno, Gesù chiama Filippo e Filippo chiama Natanaele (Gv 1, 43-51). Finalmente, “tre giorni dopo” cioè il settimo giorno, ossia, in pieno sabato, avviene il primo segnale delle nozze di Cana (Gv 2, 1). Lungo il vangelo, Gesù realizzerà sette segnali.
Giovanni usa lo schema della settimana per presentare l’inizio dell’attività di Gesù. Il Vecchio Testamento si serve dello stesso schema per presentare la creazione. Nei primi sei giorni, Dio creò tutte le cose chiamandole per nome. Il settimo giorno si riposò, e non lavorò più (Gn 1, 1-2, 4). Così pure, Gesù nei primi giorni della sua attività, chiama le persone e crea la comunità, la nuova umanità. Il settimo giorno, cioè il sabato, Gesù non riposa, ma compie il primo segnale. Lungo i capitoli seguenti, dal 2 fino al 19 incluso, realizzerà ancora sei segnali, sempre di sabato (Gv 5, 16; 9,14). Infine, al mattino della risurrezione, quando Maria Maddalena va al sepolcro, viene detto: “Il primo giorno della settimana” (Gv 20, 1). E’ il primo giorno della nuova creazione, dopo quel sabato prolungato in cui Gesù fece i sette segnali. Accusato di lavorare il sabato, Gesù rispose: “Il mio Padre opera sempre, ed anch’io opero!” (Gv 5, 17) Attraverso l’attività di Gesù tra Cana e la Croce, il Padre completa ciò che manca nella vecchia creazione, in modo che possa sorgere la nuova creazione nella risurrezione di Gesù.
Pregare con il Salmo 148
Alleluia.
Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, lodatelo, voi tutte, sue schiere.
Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. Lodatelo, cieli dei cieli, voi acque al di sopra dei cieli. Lodino tutti il nome del Signore, perché egli disse e furono creati. Li ha stabiliti per sempre, ha posto una legge che non passa. Lodate il Signore dalla terra, mostri marini e voi tutti abissi, fuoco e grandine, neve e nebbia, vento di bufera che obbedisce alla sua parola, monti e voi tutte, colline, alberi da frutto e tutti voi, cedri, voi fiere e tutte le bestie, rettili e uccelli alati. I re della terra e i popoli tutti, i governanti e i giudici della terra, i giovani e le fanciulle, i vecchi insieme ai bambini lodino il nome del Signore:
perché solo il suo nome è sublime, la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli. Egli ha sollevato la potenza del suo popolo. E’ canto di lode per tutti i suoi fedeli, per i figli di Israele, popolo che egli ama. Alleluia.
Orazione finale
Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell’unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
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