Lectio del giorno all’Oasi di Engaddi 1-5_Settembre-2021
Mercoledì, 1 settembre 2021
Tempo ordinario
Preghiera
O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l‟amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Lettura dal Vangelo secondo Luca 4,38-44
In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all‟istante, la donna cominciò a servirli.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.
Da molti uscivano demoni gridando: “Tu sei il Figlio di Dio!” Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. Egli però disse: “Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato”.
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Riflessione
- Il vangelo di oggi narra quattro fatti diversi: la guarigione della suocera di Pietro (Lc 4,38-39), la guarigione di molti malati (Lc 4, 40-41), la preghiera di Gesù in un luogo deserto (Lc 4,42) e la sua insistenza nella missione (Lc 4,43-44). Con piccole differenze Luca segue ed adatta le informazioni tratte dal vangelo di Marco.
- Luca 4,38-39: Gesù ridona la vita, per il servizio. Dopo aver partecipato alla celebrazione del sabato, nella sinagoga, Gesù entra in casa di Pietro e guarisce sua suocera. La guarigione fa sì che lei si ponga immediatamente in piedi. Recuperata la salute e la dignità, si mette al servizio della gente. Gesù non solo guarisce, ma guarisce in modo tale che la persona si mette al servizio della vita.
- Luca 4,40-41: Gesù accoglie e guarisce gli emarginati. Verso sera, con lo spuntare della prima stella nel cielo, terminato il sabato, Gesù accoglie e guarisce i malati ed i posseduti che la gente gli porta. Malati e posseduti erano le persone più emarginate in quell‟ Loro non avevano a chi far ricorso. Erano alla mercede della carità pubblica. Inoltre, la religione le considerava impure. Loro non potevano prendere parte alla comunità. Era come se Dio le rifiutasse e le escludesse. Gesù le accoglie e le guarisce imponendo le mani su ciascuno. Così è chiaro in cosa consiste la Buona Notizia di Dio e ciò che vuole fare nella vita delle persone: accogliere gli emarginati e gli esclusi ed integrarli nella convivenza. “Da molti uscivano demoni gridando: “Tu sei il Figlio di Dio!” Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.” In quel tempo, il titolo di Figlio di Dio non aveva ancora la densità e la profondità che ha oggi per noi. Gesù non lasciava parlare i demoni. Non voleva una propaganda facile dettata da espulsioni spettacolari.
- Luca 4,42a: Rimanere uniti al Padre per mezzo della preghiera. “Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro.” Qui Gesù appare pregando. Compie uno sforzo enorme per avere a disposizione tempo e luogo adatti alla preghiera. Si reca in un luogo deserto per poter stare da solo con Dio. Molte volte, i vangeli ci parlano della preghiera di Gesù, nel silenzio (Lc 3,21-22; 4,1-2.3-12; 5,15-16; 6,12; 9,18; 10,21; 5,16; 9,18; 11,1; 9,28;23,34; Mt 14,22-23; 26,38; Gv 11,41-42; 17,1-26; Mc 1,35; Lc 3,2122). Attraverso la preghiera lui mantiene viva la coscienza della sua missione.
- Luca 4,42b-44: Mantenere viva la coscienza della propria missione e non pensare al risultato. Gesù diventa conosciuto. La gente lo segue e non vuole che se ne vada. Gesù non risponde a questa richiesta e dice: “Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato”. Gesù aveva ben chiara la sua missione. Non si ferma al risultato già ottenuto, ma vuole mantenere ben viva la coscienza della sua missione. E‟ la missione ricevuta dal Padre che l‟orienta quando prende decisioni. Per questo sono stato mandato! E qui nel testo questa coscienza così viva spunta quale frutto della preghiera.
Per un confronto personale
- Gesù passava molto tempo a pregare e a stare solo con il Padre, e cercava questo tempo. Io dedico tempo alla preghiera e a stare solo/a con Dio?
- Gesù aveva una chiara coscienza della sua missione. Ed io, cristiano/a ho coscienza di avere qualche missione o vivo senza missione?
Preghiera finale
L’anima nostra attende il Signore, egli è nostro aiuto e nostro scudo. In lui gioisce il nostro cuore
e confidiamo nel suo santo nome. (Sal 32)
Giovedì, 2 settembre 2021
Tempo ordinario
Preghiera
O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l‟amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Lettura dal Vangelo secondo Luca 5,1-11
In quel tempo, mentre la folla faceva ressa intorno a Gesù per ascoltare la parola di Dio, egli vide due barche ormeggiate alla sponda.
I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca”.
Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.
Allora fecero cenno ai compagni dell‟altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone.
Gesù disse a Simone: “Non temere; d‟ora in poi sarai pescatore di uomini”.
Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Riflessione
- Il vangelo di oggi narra la chiamata di Gesù a Pietro. Il vangelo di Marco colloca la chiamata dei primi discepoli dopo l‟inizio del ministero pubblico di Gesù (Mc 1,16-20). Luca la colloca dopo che la fama di Gesù si era già estesa per tutta la regione (Lc 4,14). Gesù aveva curato molta gente (Lc 4,40) ed aveva pregato nelle sinagoghe di tutto il paese (Lc 4,44). La gente lo cercava e la moltitudine lo spingeva da tutte le parti per udire la Parola di Dio (Lc 5,1). Luca rende più comprensibile la chiamata. In primo luogo, Pietro ascolta le parole di Gesù alla gente. Poi è testimone della pesca miracolosa. Solo dopo questa duplice esperienza sorprendente, capisce la chiamata di Gesù. Pietro risponde, lascia tutto e diventa “pescatore di uomini”.
- Luca 5,1-3: Gesù insegna dalla barca. La gente cerca Gesù per ascoltare la Parola di Dio. Molte sono le persone che si radunano attorno a Gesù, che fanno ressa attorno a lui. E Gesù cerca aiuto da Simon Pietro e da alcuni compagni che erano appena ritornati dalla pesca. Entra nella barca con loro e risponde all‟aspettativa della gente, comunicando loro la Parola di Dio. Seduto, Gesù prende l‟atteggiamento di un maestro e parla dalla barca di un pescatore. La novità consiste nel fatto che insegna non solo nella sinagoga per un pubblico scelto, ma in qualsiasi luogo, dove c‟è gente che voglia ascoltarlo, perfino sulla spiaggia.
- Luca 5,4-5: “Sulla tua parola getteremo le reti!” Terminata l’istruzione alla gente, Gesù si dirige a Simone e lo incoraggia a pescare di nuovo. Nella risposta di Simone spuntano la frustrazione, la fatica e lo scoraggiamento: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo pescato nulla!” Ma, fiduciosi nella parola di Gesù, gettano di nuovo le reti e continuano la lotta. La parola di Gesù tiene per loro più forza che l‟esperienza frustrante della notte!
- Luca 5,6-7: Il risultato è sorprendente. La pesca è così abbondante che le reti quasi si rompono e le barche cominciano ad affondare. Simone ha bisogno dell‟aiuto di Giovanni e di Giacomo, che sono su un‟altra barca. Nessuno riesce ad essere completo, da solo. Una comunità deve aiutare l‟ Il conflitto tra le comunità, sia al tempo di Luca che oggi, deve essere superato per raggiungere un obiettivo comune, che è la missione. L’esperienza della forza della Parola di Gesù che trasforma è l’asse attorno a cui le differenze si abbracciano e si superano.
- Luca 5,8-11: “Siate pescatori di uomini!” L’esperienza della vicinanza di Dio in Gesù fa capire a Simone chi è: “Allontanati da me, Signore, perché sono un peccatore!” Davanti a Dio siamo tutti peccatori! Pietro ed i suoi compagni hanno paura e, nello stesso tempo, si sentono attratti. Gesù allontana la paura: “Non temete!” Chiama Pietro e lo impegna nella missione, ordinandogli di essere pescatore di uomini. Pietro sperimenta, assai concretamente, che la Parola di Gesù è come la Parola di Dio. È capace di far succedere ciò che afferma. In Gesù quei rudi lavoratori faranno un’esperienza di potere, di coraggio e di fiducia. Ed allora, “lasceranno tutto e seguiranno Gesù!”. Finora, era solo Gesù che annunciava la Buona Notizia del Regno. Ora, altre persone saranno chiamate e coinvolte nella missione. Questo modo di Gesù, di lavorare con gli altri, è anche una Buona Notizia per la gente.
- L‟episodio della pesca lungo il lago indica l‟attrazione e la forza della Parola di Gesù. Attira la gente (Lc 5,1). Spinge Pietro ad offrire la sua barca a Gesù per poter parlare (Lc 5,3). La Parola di Gesù è così forte che vince la resistenza di Pietro, lo spinge a gettare di nuovo la rete e così avviene la pesca miracolosa (Lc 5,4-6). Vince in lui la volontà di allontanarsi da Gesù e lo attira ad essere “pescatore di uomini!” (Lc 5,10) E così che la Parola di Dio agisce in noi, fino ad oggi!
Per un confronto personale
- Dove e come avviene oggi la pesca miracolosa, che avviene facendo attenzione alla Parola di Gesù?
- “Lasciarono tutto e lo seguirono.” Cosa devo lasciare per seguire Gesù?
Preghiera finale
Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna. (Sal 23)
Venerdì, 3 settembre 2021
Tempo ordinario
Preghiera
O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l‟amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Lettura dal Vangelo secondo Luca 5,33-39
In quel tempo, gli scribi e i farisei dissero a Gesù: “I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!” Gesù rispose: “Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno”.
Diceva loro anche una parabola: “Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. Nessuno che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!”
Riflessione
- Nel vangelo di oggi vediamo da vicino un conflitto tra Gesù e le autorità religiose dell‟epoca, scribi e farisei (Lc 5,3). Questa volta, il conflitto è attorno alla pratica del digiuno. Luca racconta diversi conflitti attorno alle pratiche religiose dell‟epoca: il perdono dei peccati (Lc 5,21-25), mangiare con i peccatori (Lc 5,29-32), il digiuno (Lc 5,33-36), e due conflitti sull‟osservanza del sabato (Lc 6,1-5 e Lc 6,6-11).
- Luca 5,33: Gesù non insiste nella pratica del digiuno. Qui il conflitto ha a che vedere con la pratica del digiuno. Il digiuno è un‟usanza molto antica, praticata da quasi tutte le religioni. Gesù stesso la segue durante quaranta giorni (Mt 4,2). Ma non insiste con i discepoli per fare lo stesso. Li lascia liberi. Per questo, i discepoli di Giovanni Battista e dei farisei, che erano obbligati a digiunare, vogliono sapere per quale motivo Gesù non insiste nel digiuno.
- Luca 5,34-35: Quando lo sposo è con loro non hanno bisogno di digiunare. Gesù risponde con un paragone. Quando lo sposo è con gli amici dello sposo, cioè, durante la festa delle nozze, loro non devono digiunare. Gesù si considera lo sposo. Durante il tempo in cui, Gesù, è con i discepoli, è la festa delle nozze. Un giorno, poi, lo sposo non sarà più lì. Ed allora, se vogliono, possono digiunare. Gesù allude alla sua morte. Lui sa e si rende conto che se vuole continuare lungo questo cammino di libertà, le autorità lo uccideranno.
- Nell‟Antico Testamento, varie volte, Dio stesso si presenta come lo sposo della gente (Is 49,15; 54,5.8; 62,4-5; Os 2,16-25). Nel Nuovo Testamento, Gesù è considerato lo sposo del suo popolo (Ef 5,25). L‟Apocalisse parla della celebrazione delle nozze dall‟Agnello con la sua sposa, la Gerusalemme celeste (Ap 19,7-8; 21,2.9).
- Luca 5,36-39: Vino nuovo in otre nuovo! Queste parole pronunciate sulla toppa nuova su un vestito vecchio e sul vino nuovo nell‟otri vecchi devono essere capite come una luce che getta chiarezza sui diversi conflitti, narrati da Luca, prima e dopo la discussione attorno al digiuno. Chiariscono l‟atteggiamento di Gesù rispetto a tutti i conflitti con le autorità religiose. Al giorno d‟oggi sarebbero conflitti quali: il matrimonio tra persone divorziate, l‟amicizia con prostitute ed omosessuali, fare la comunione senza essere sposati in chiesa, non andare a messa la domenica, non digiunare il venerdì santo, ecc. Non si mette la toppa nuova su un vestito vecchio. Perché quando si lava la toppa nuova si restringe e strappa ancora di più il vestito vecchio. Nessuno mette vino nuovo in otri vecchi, perché il vino nuovo per la fermentazione fa scoppiare l‟otre vecchio. Vino nuovo in otre nuovo! La religione diffusa dalle autorità religiose era come un vestito vecchio, come un otre vecchio. Non bisogna voler combinare la novità portata da Gesù con vecchie usanze. O l‟uno, o l‟altro! Il vino nuovo che Gesù porta fa scoppiare l‟otre vecchio. E‟ necessario saper separare le due cose. Molto probabilmente, Luca riporta queste parole di Gesù per orientare le comunità degli anni 80. C‟era un gruppo di giudei cristiani che volevano ridurre la novità di Gesù al giudaismo di prima. Gesù non è contro ciò che è “antico”. Ma non vuole che l‟antico si imponga sul nuovo, impedendogli di manifestarsi. Sarebbe come se la chiesa cattolica riducesse il messaggio del Concilio Vaticano II alla chiesa prima del concilio, come oggi molte persone sembrano voler fare.
Per un confronto personale
- Quali sono i conflitti attorno alle pratiche religiose che oggi recano sofferenza alle persone e sono motivo di molta discussione e polemica? Qual‟è l‟immagine di Dio soggiacente a tutti questi preconcetti, norme e proibizioni?
- Come capire oggi la frase di Gesù: “Non mettere toppa nuova su un vestito vecchio”? Qual‟è il messaggio che puoi estrarre da questo per la tua vita e per la vita della tua comunità?
Preghiera finale
Manifesta al Signore la tua via, confida in lui: compirà la sua opera; farà brillare come luce la tua giustizia, quale meriggio il tuo diritto. (Sal 36)
Sabato, 4 settembre 2021
Tempo ordinario
Preghiera
O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l‟amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Lettura dal Vangelo secondo Luca 6,1-5
Un giorno di sabato, Gesù passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: “Perché fate ciò che non è permesso di sabato?”
Gesù rispose: “Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell‟offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?” E diceva loro: “Il Figlio dell‟uomo è signore del sabato”.
Riflessione
- Il vangelo di oggi narra il conflitto relativo all‟osservanza del sabato. L‟osservanza del sabato era una legge centrale, uno dei Dieci Comandamenti. Legge molto antica che fu riconsiderata nell‟epoca dell‟ Nell‟esilio, la gente doveva lavorare sette giorni a settimana dalla mattina alla sera, sin condizioni per riunirsi e meditare la Parola di Dio, per pregare insieme e per condividere la fede, i loro problemi e le loro speranze. Ecco quindi il bisogno urgente di fermarsi almeno un giorno alla settimana per riunirsi ed incoraggiarsi a vicenda durante la situazione così dura dell‟esilio. Altrimenti avrebbero perso la fede. Fu lì che la fede rinacque e si ristabilì con vigore l‟osservanza del sabato.
- Luca 6,1-2: La causa del conflitto. Il sabato, i discepoli attraversano le piantagioni e si aprono cammino strappando spighe. Matteo 12,1 dice che avevano fame (Mt 12,1). I farisei invocano la Bibbia per dire che cosa suppone trasgressione della legge del Sabato: “Perché fate ciò che non è permesso di fare il sabato?” (cf Ex 20,8-11).
- Luca 6,3-4: La risposta di Gesù. Immediatamente, Gesù risponde ricordando che Davide stesso faceva cose proibite, poiché prese i pani sacri del tempio e li dette da mangiare ai soldati che avevano fame (1 Sam 21,2-7). Gesù conosceva la Bibbia e la invocava per dimostrare che gli argomenti degli altri non avevano nessuna base. In Matteo, la risposta di Gesù è più completa. Lui non solo invoca la storia di Davide, ma cita anche la Legislazione che permette ai sacerdoti di lavorare il sabato e cita il profeta Osea: “Misericordia voglio e non sacrificio”. Cita un testo biblico e un testo storico, un testo legislativo ed un testo profetico (cf. Mt 12,1-18). In quel tempo, non c‟erano Bibbie stampate come le abbiamo oggi. In ogni comunità c‟era solo una Bibbia, scritta a mano, che rimaneva nella sinagoga. Se Gesù conosce così bene la Bibbia vuol dire che nei 30 anni della sua vita a Nazaret ha partecipato intensamente alla vita comunitaria, dove ogni sabato si leggevano le scritture. A noi manca molto per avere la stessa familiarità con la Bibbia e la stessa partecipazione alla comunità.
- Luca 6,5: La conclusione per tutti noi. E Gesù termina con questa frase: Il Figlio dell‟Uomo è signore del sabato! Gesù, Figlio dell‟Uomo, che vive nell‟intimità con Dio, scopre il senso della Bibbia non dal di fuori, ma dal di dentro, cioè scopre il senso partendo dalla radice, partendo dalla sua intimità con l‟autore della Bibbia che è Dio stesso. Per questo, lui si dice signore del sabato. Nel vangelo di Marco, Gesù relativizza la legge del sabato dicendo: “Il sabato è stato istituito per l‟uomo e non l‟uomo per il sabato.
Per un confronto personale
- Come passi la Domenica, il nostro “Sabato”? Vai a messa perché obbligato/a, per evitare il peccato o per poter stare con Dio?
- Gesù conosceva la Bibbia quasi a memoria. Cosa rappresenta la Bibbia per me?
Preghiera finale
Canti la mia bocca la lode del Signore e ogni vivente benedica il suo nome santo, in eterno e sempre. (Sal 144)
Domenica, 5 settembre 2021
Guarigione del sordomuto.
Gesù ridona al popolo il dono della parola.
Marco 7,31-37
Orazione iniziale
Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l‟ hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.
Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.
Lettura
- a) Una chiave de lettura:
La liturgia di questa domenica ci pone davanti Gesù che cura un sordomuto nella terra della Decapoli e riceve dal popolo questo elogio: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!» Questo elogio si ispira in alcuni frasi da Isaia (Is 29,8-19; 35,5-6; 42,7) e dimostra che il popolo stava vedendo in Gesù l‟avvento dei tempi messianici. Gesù stesso aveva usato questa stessa frase per rispondere ai discepoli di Giovanni: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, i sordi riacquistano l’udito, i muti parlano.” (Mt 11,4-5)
I primi cristiani usavano la Bibbia per chiarire e interpretare le azione e gli atteggiamenti di Gesù. Facevano questo per esprimere la loro fede che Gesù era il Messia, colui che doveva realizzare la promessa, e per poter capire meglio tutto quello che Gesù aveva fatto e insegnato in quei pochi anni che aveva passato in mezzo a loro in Palestina.
- b) Una divisione del testo per aiutare la lettura:
Marco 7,31: descrizione geografica: Gesù sta in un territorio fuori della Giudea
Marco 7,32: la situazione dell‟uomo: sordomuto
Marco 7,33-34: il gesto di Gesù per guarire l‟uomo
Marco 7,35: il risultato dell‟azione guaritrice di Gesù Marco
7,36: la raccomandazione al silenzio non è obbedita Marco 7.37: l‟elogio del popolo c) Il testo:
31 Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32 E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. 33 E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34 guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!». 35 E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36 E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano 37 e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Momento di silenzio orante
perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.
Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e nell‟orazione:
- Qual‟è l‟atteggiamento di Gesù di fronte al sordomuto e di fronte al popolo? Come intendi tu i gesti di Gesù: gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà»?
- Come intendere la preoccupazione di Gesù che porta l‟uomo lontano dalla folla?
- Perché Gesù proibisce al divulgazione? Come intendere la disobbedienza del popolo al comando di Gesù?
- Quali altri testi dall‟Antico Testamento e dal Nuovo Testamento sono evocati o stanno sullo sfondo di questo testo?
Ulteriori informazioni sul Vangelo di Marco
- i) Commentario al testo
Marco 7,31: Gesù nella terra della Decapoli
L‟episodio della guarigione del sordomuto è poco conosciuto. Marco non dice chiaramente dove si trova Gesù. Da intendere che sta fuori della Palestina, in terra dei pagani, attraversando una regione chiamata Decapoli. Decapoli significa, letteralmente, Dieci Città.
Era, infatti, una regione di dieci città a sudest della Galilea, la cui popolazione era pagana, marcata per la cultura ellenista.
Marco 7,32: Un sordomuto è portato da Gesù.
Pur non stando nella propria terra, Gesù è conosciuto come qualcuno che può guarire i malati.
Per questo, il popolo gli porta un uomo sordo che parla con difficoltà. Si tratta di una persona che non può comunicare con gli altri. È l‟immagine di molte persone che oggi vivono massificati nelle grandi città in completa solitudine, senza la possibilità di comunicazione.
Marco 7,33-34: Una guarigione differente
Il modo di guarire è differente. Il popolo desiderava che Gesù imponesse semplicemente le mani sul malato. Ma Gesù va molto aldilà della richiesta. Gesù porta l‟uomo lontano dalla folla, pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua e guardò verso il cielo, sospirò profondamente e disse: «Effatà» che significa “Apriti!” Il dito nell‟orecchio evoca la frase dei maghi d‟Egitto che dicevano: “Qui c‟è il dito di Dio!”(Es 8,15) ed anche la frase del salmista: “Apriste i miei orecchi!” (Sl 40,7) Il tocco della lingua con la saliva ristabilisce in essa la facoltà di parlare. Nella opinione del popolo di quel tempo, la saliva aveva potere medicinale. Lo sguardo verso l‟alto indica che la guarigione viene da Dio. Il gemito è un atteggiamento di supplica.
Marco 7,35: Il risultato della guarigione
Nello stesso istante, gli orecchi del sordo si aprirono, la lingua si sciolse e l‟uomo cominciò a parlare correttamente. Gesù desidera che il popolo apra gli orecchi e sciolga la lingua! Anche oggi! In molti luoghi, a causa degli atteggiamenti autoritari del potere religioso, il popolo è stato silenziato e non parla. È molto importante che il popolo possa ricuperare la paraola dentro della Chiesa per poter esprimere la sua esperienza di Dio e così arricchire tutti, incluso il clero.
Marco 7,36: Gesù non desidera pubblicità
Gesù ordina che non raccontino ciò che era successo. Talvolta si esagera l‟importanza che il Vangelo di Marco attribuisce alla proibizione di divulgare la guarigione, come se Gesù tenesse un segreto che doveva essere mantenuto. Di fatti, alcune volte Gesù ordina di non divulgare la guarigione (Mc 1,44; 5,43; 7,36; 8,26). Egli chiede il silenzio, ma ottiene il risultato contrario. Quanto più proibisce, tanto più la Buona Novella si diffonde (Mc 1,28.45; 3,7-8; 7,36-37). D‟altra parte, nella maggior parte dei casi, cioè nelle molte altre volte che Gesù un miracolo, non chiese il silenzio. Anzi una volta chiese la pubblicità (Mc 5,19).
Marco 7,37: L’elogio del popolo
Tutto il popolo rimase ammirato e disse: «Ha fatto bene ogni cosa!» (Mc 7,37). Questa affermazione fa ricordare la creazione: “Dio vide che tutto ciò che aveva fatto era molto buono!” (Gen 1,31). Malgrado la proibizione, le persone che assistirono alla guarigione cominciarono a proclamare ciò che avevano visto, riassumendo la Buona Novella di Gesù con queste parole: “Ha fatto bene ogni cosa!” È inutile proibire di parlare. La forza interna della Buona Novella è tanto grande che si divulga per se stessa! Chi ha fatto esperienza di Gesù, lo racconta agli altri, che lo voglia o no!
- ii) Informazioni sulle divisioni all’interno del Vangelo di Marco
1ª Chiave: Il Vangelo di Marco è stato scritto per essere letto e ascoltato in comunità.
Quando leggi un libro da solo puoi sempre fermarti e tornare indietro per legare una cosa con un‟altra. Ma quando stai in comunità e qualcuno sta leggendo il Vangelo la davanti, non puoi gridare: “Fermati! Leggi un‟altra volta! Non ho capito bene!” Un libro per essere ascoltato in celebrazioni comunitarie ha un modo diverso di dividere l‟argomento, da un‟altro libro scritto per essere letto in una lettura individuale.
2ª Chiave: Il Vangelo di Marco è una narrazione.
Una narrazione è come un fiume. Percorrendo il fiume in barca, non si percepisce le divisioni delle acque. Il fiume non ha divisioni. È un solo flusso, dal suo inizio fino alla sua fine. Nel fiume, le divisioni le fai tu a partire dalla riva. Per esempio, puoi dire: “Quel bel pezzo di fiume che va da quella casa nella curva fino a quella palma, che sta tre curve dopo”. Ma nell‟acqua non si percepisce alcuna divisione. La narrazione di Marco fluisce come un fiume.
Le sue divisioni gli ascoltatori le incontrano alla riva, cioè nei luoghi per i quali Gesù passa, nelle persone che egli incontra, nelle strade che percorre. Queste indicazioni alle margine aiutano gli ascoltatori a non perdersi in mezzo a tante parole e azioni di Gesù e su Gesù. Il quadro geografico aiuta il lettore, la lettrice, a camminare con Gesù, passo dopo passo, dalla Galilea fino a Gerusalemme, dal lago fino al calvario.
3ª Chiave: Il Vangelo di Marco è stato scritto per essere letto tutto d’una sola volta.
Gli ebrei così leggevano i libri piccoli dell‟Antico Testamento. Per esempio, nella notte di Pasqua leggevano di una sola volta tutto il libro del Cantico dei Cantici. Alcuni studiosi credono che il vangelo di Marco è stato scritto per essere letto tutto intero nella notte di Pasqua. Ora, affinché gli ascoltatori non si stancassero, la lettura doveva avere le sue divisioni, le sue pause. Poiché, quando una narrazione è lunga, come quella del vangelo di Marco, la sua lettura deve essere interrotta di tanto in tanto. Bisogna avere delle pause in alcuni momenti. Se no, gli ascoltatori si sarebbero persi. Queste pause erano già previste dallo stesso autore della narrazione. Erano segnalate con piccoli sommari tra una lettura più lunga e un‟altra. Questi sommari come cerniere, che raccolgono quello che si aveva letto e aprivano la strada a ciò che veniva dopo. Essi permettono a fermarsi e ricominciare, senza interrompere la sequenza della narrazione. Essi aiutano l‟ascoltatore a situarsi dentro il fiume della narrazione che fluisce. Il Vangelo di Marco ha molte di queste pause che ci permettono scoprire e seguire il percorso della Buona Novella di Dio che Gesù ci rivelò e che Marco ci racconta. In tutto ci sono sei blocchi di lettura più lunghi, intercalati da piccoli sommari o cerniere, dove è possibile fare una piccola pausa.
Basandoci su questi tre chiavi, presentiamo qui una divisione del Vangelo di Marco.
Altri lo dividono diversamente. Ogni divisione ha la sua marca distintiva e il suo valore. Il valore di una divisione è quello di aprire uno dei molti modi per entrare nel testo, di aiutarci a scoprire qualche cosa della Buona Novella di Dio e di portarci a percepire il cammino che Gesù aprì per noi verso Dio e verso i fratelli.
Introduzione: Mc 1,1-13: Inizio della Buona Novella
Preparare l‟annuncio
Sommario: 1,14-15
1ª lettura: Mc 1,16-3,16: Cresce la Buona Novella
Appare il conflitto
Sommario: 3,7-12
2ª lettura: Mc 3,13-6,6: Cresce il conflitto
Appare il Mistero
Sommario: 6,7-13
3ª lettura: Mc 6,14-8,21: Cresce il Mistero
Appare il non intendimento
Sommario: 8,22-26
4ª lettura: Mc 8,27-10,45: Cresce il non intendimento
Appare la luce oscura della Croce
Sommario: 10,46-52
5ª lettura: Mc 11,1-13,32: Cresce la luce oscura della Croce
Appaiono la rottura e la morte
Sommario: 13,33-37
6ª lettura: Mc 14,1-15,39: Crescono la rottura e la morte
Appare la vittoria sulla a morte
Sommario: 15,40-41
Conclusione: Mc 15,42-16,20: Cresce la vittoria sulla morte
Riappare la Buona Novella
In questa divisione i titoli sono importanti. Essi indicano il soffio dello Spirito, dell‟ispirazione, che percorre tutto il Vangelo. Quando un artista si sente ispirato, cerca di esprimere questa ispirazione in un opera di arte. La poesia o l‟immagine che ne risulta porta in sé questa ispirazione. L‟ispirazione è come la forza elettrica che corre invisibile nei fili e accende la lampada nelle nostre case. Così, l‟ispirazione corre invisibile nelle parole della poesia o nelle forme dell‟immagine per rivelare o accendere dentro di noi una luce uguale o quasi uguale a quella che brillò nell‟artista. È per questo motivo che le opre d‟arte ci attraggono tanto. Lo stesso succede quando leggiamo e meditiamo il vangelo di Marco. Lo stesso Spirito o l‟Ispirazione che mosse Marco a scrivere il testo, resta presente nel filo delle parole del suo Vangelo. Attraverso la sua lettura attenta e orante, questo Spirito entra in azione e incomincia ad operare in noi. Così, poco a poco, scopriamo il volto di Dio che si rivelò in Gesù e che Marco ci comunica nel suo libro.
Preghiera di un Salmo: Salmo 131
Abbandono filiale
Signore, non s’inorgoglisce il mio cuore, non sono boriosi i miei occhi, non mi muovo fra cose troppo grandi, superiori alle mie forze.
Anzi, tengo serena e tranquilla l’anima mia. Come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia. Attendi, Israele, il Signore; ora e sempre!
Orazione Finale
Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell‟unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Commenti recenti