Lectio del giorno all’Oasi di Engaddi 1-5_Dicembre-2021
Mercoledì, 1 dicembre 2021
I settimana di Avvento
Preghiera
Dio grande e misericordioso, prepara con la tua potenza il nostro cuore a incontrare il Cristo che viene, perché ci trovi degni di partecipare al banchetto della vita e ci serva egli stesso nel suo avvento glorioso. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Lettura dal Vangelo secondo Matteo 15,29-37
In quel tempo, Gesù venne presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là. Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì. E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: “Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada”. E i discepoli gli dissero: “Dove potremo noi trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?”. Ma Gesù domandò: “Quanti pani avete?”. Risposero: “Sette, e pochi pesciolini”.
Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li diede ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati portarono via sette sporte piene.
Riflessione
Il vangelo di oggi è come il sole che sorge. E’ sempre lo stesso sole, tutti i giorni, che rallegra la vita e rende fertili le piante. Il pericolo maggiore è la routine. La routine uccide il vangelo e spegne il sole della vita.
- Sono sempre gli stessi gli elementi che compongono un quadro del vangelo: Gesù, la montagna, il mare, la moltitudine, i malati, i bisognosi, i problemi della vita. Malgrado il fatto di conoscerli bene, come il sole di ogni giorno, questi stessi elementi recano sempre un messaggio nuovo.
- Come Mosè, Gesù si reca sul monte e la gente si riunisce attorno a lui. Giunge con i suoi problemi: i malati, gli storpi, i ciechi, i muti, i sordi, tanti problemi…Non solamente i grandi, ma anche i piccoli. Sono l’inizio del nuovo popolo di Dio che si riunisce attorno al nuovo Mosè. Gesù guarisce tutti.
- Gesù chiama i discepoli. Ha compassione della gente che non ha nulla da mangiare. Secondo i discepoli, la soluzione deve venire da fuori: “Dove trovare pane per tanta gente?” Secondo Gesù la soluzione deve venire dalla gente:“Quanti pani avete?” “Sette e qualche pesciolino”. Con questi pochi pani e pesci Gesù sazia la fame di tutti, e non si esauriscono. Se oggi la gente condividesse ciò che ha, non ci sarebbe fame nel mondo. Avanzerebbero molte cose! Veramente, un altro mondo è possibile!
- La narrazione della moltiplicazione dei pani evoca l’eucaristia e ne rivela il valore nel dire: “Gesù prese il pane nelle sue mani, rese grazie, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli”.
Per un confronto personale
- Gesù ha compassione. C’è compassione in me di fronte ai problemi dell’umanità? Faccio qualcosa?
- I discepoli sperano che la soluzione venga dal di fuori. Gesù chiede una soluzione dal di dentro? Ed io?
Preghiera finale
Il Signore nostro Dio verrà con potenza e riempirà di luce i suoi fedeli. (Is 40,10; cf. 34,5)
Giovedì, 2 dicembre 2021
Giovedì della I settimana di Avvento
Preghiera
Ridesta la tua potenza, Signore, e con grande forza soccorri i tuo fedeli; la tua grazia vinca le resistenze del peccato e affretti il momento della salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Lettura dal Vangelo secondo Matteo 7,21.24-27
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande”.
Riflessione
Il vangelo di oggi narra la parte finale del Discorso della Montagna. Il Discorso della Montagna è una nuova lettura della Legge di Dio. Inizia con le beatitudini (Mt 5,1-12) e termina con la casa costruita sulla roccia.
- Si tratta di acquisire la vera saggezza. Una fonte di saggezza è la Parola di Dio espressa nella legge di Dio. La vera saggezza consiste nell’udire e praticare la Parola di Dio (Lc 11,28). Non basta dire “Signore, Signore!” L’importante non è dire belle parole su Dio, bensì fare la volontà del Padre e quindi essere una rivelazione del suo amore e della sua presenza nel mondo.
- Chi ascolta e pratica la parola costruisce la casa sulla roccia. La solidità della casa non viene dalla casa in sé, ma bensì dal terreno, dalla roccia. Cosa significa la roccia? E’ l’esperienza dell’amore di Dio rivelatosi in Gesù (Rom 8,31-39). Ci sono persone che praticano la parola per poter meritare l’amore di Dio. Ma l’amore non si compra, né si merita (Cnt 8,7). L’amore di Dio si riceve gratuitamente. Mettiamo in pratica la Parola non per meritare l’amore, ma per dire grazie per l’amore ricevuto. Ecco la buona terra, la roccia, che dà sicurezza alla casa. La vera sicurezza viene dalla certezza dell’amore di Dio! E’ la roccia che ci sostiene nei momenti di difficoltà e di tempesta.
- L’evangelista termina il Discorso della Montagna (Mt 7,27-28) dicendo che la moltitudine rimase ammirata dall’insegnamento di Gesù, poiché “lui insegnava con autorità, e non come gli scribi”. Il risultato dell’insegnamento di Gesù è la consapevolezza critica della gente nei riguardi delle autorità religiose dell’epoca. Ammirata e grata, la gente approvava gli insegnamenti belli e diversi di Gesù.
Per un confronto personale
- Sono tra coloro che dicono “Signore, Signore”, o tra coloro che praticano la parola?
- Osservo la legge per meritare l’amore e la salvezza o per ringraziare Dio per il suo amore e la sua salvezza?
Preghiera finale
Dona, Signore, la tua salvezza, dona, Signore, la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore. (Sal 117)
Venerdì, 3 dicembre 2021
I settimana di Avvento
Preghiera
Ridesta la tua potenza e vieni, Signore: nei pericoli che ci minacciano a causa dei nostri peccati, la tua protezione ci liberi, il tuo soccorso ci salvi. Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Lettura dal Vangelo secondo Matteo 9,27-31
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguivano urlando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi». Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: «Credete voi che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne sparsero la fama in tutta quella regione.
Riflessione
Di nuovo, il vangelo di oggi mette dinanzi a noi l’incontro di Gesù con la miseria umana. Gesù non si tira indietro, non si nasconde. Accoglie le persone e nella sua accoglienza piena di tenerezza rivela l’amore di Dio.
- Due ciechi seguono Gesù e gridano: “Figlio di Davide, abbi pietà di noi!”. A Gesù non piaceva molto il titolo di Figlio di Davide. Critica l’insegnamento degli scribi che dicevano che il Messia doveva essere figlio di Davide: “Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?” (Mc 12,37).
- Giungendo a casa, Gesù chiede ai ciechi: “Credete voi che io possa fare questo?” E loro rispondono: “Sì, Signore!” Una cosa è avere la dottrina giusta in testa, ben altro è avere la fede corretta nel cuore. La dottrina dei due ciechi non era molto giusta, poiché chiamavano Gesù Figlio di Davide. Ma a Gesù non importa essere chiamato così, a lui importa che abbiano una fede corretta.
- Lui tocca gli occhi e dice: “Sia fatto a voi secondo la vostra fede!” Immediatamente gli occhi si aprirono. Malgrado il fatto di non essere in possesso di una dottrina corretta, i due ciechi hanno una fede corretta. Oggi molte persone sono più preoccupate di una dottrina corretta che di una fede corretta.
- E’ bene non dimenticare un piccolo dettaglio di ospitalità. Gesù giunge a casa ed i due ciechi entrano anche loro nella sua casa, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Loro si sentono a loro agio nella casa di Gesù. Ed oggi? Una religiosa diceva: “Oggi la situazione del mondo è tale che mi sento sfiduciata persino verso i poveri!” E’ molto cambiata la situazione, da prima ad ora!
- Gesù chiede di non divulgare il miracolo. Ma la proibizione non fu molto rispettata. Tutti e due uscirono e sparsero la Buona Notizia. Annunciare il Vangelo, cioè, la Buona Notizia, vuol dire condividere con gli altri il bene che Dio ci fa nella vita.
Per un confronto personale
- Ho nella mia vita qualche Buona Notizia di Dio da condividere con gli altri?
- Su quale punto insisto di più: in una dottrina corretta o in una fede corretta?
Preghiera finale
Canterò senza fine le grazie del Signore, con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli. (Sal 88)
Sabato, 4 dicembre 2021
I settimana di Avvento
Preghiera
O Dio, che hai mandato in questo mondo il tuo unico Figlio a liberare l’uomo della schiavitù del peccato, concedi a noi, che attendiamo con fede il dono del tuo amore, di raggiungere il premio della vera libertà.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te…
Lettura dal Vangelo secondo Matteo 9,35-10,1.6-8
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi insegnando nelle sinagoghe, predicando il vangelo del Regno e curando ogni malattia e infermità.
Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!”.
Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità. E li mandò con questa ingiunzione: “Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino.
Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.
Riflessione
- Il vangelo di oggi è formato da due parti: (a) Un breve riassunto dell’attività apostolica di Gesù (Mt 9,35-38) e (b) l’inizio del “Sermone della Missione” (Mt 10,1.58). Il vangelo della liturgia di oggi omette i nomi degli apostoli che sono presenti nel vangelo di Matteo (Mt 10,2-4).
- Matteo 9,35: Riassunto dell’attività missionaria di Gesù. “Gesù percorreva tutte le città e i villaggi insegnando nelle sinagoghe, predicando il vangelo del Regno e curando ogni malattia e infermità”. Con poche parole Matteo descrive i punti centrali dell’attività missionaria di Gesù: (a) Percorrere tutte le città e i villaggi. Gesù non aspetta che la gente vada da lui, ma va in cerca della gente percorrendo lui stesso tutte le città e i villaggi. (b) Insegnare nelle sinagoghe, cioè, nelle comunità. Gesù va lì dove la gente è riunita attorno alla sua fede in Dio. E’ lì che lui annuncia la Buona Novella del Regno, cioè, la Buona Notizia di Dio. Gesù non insegna dottrine come se la Buona Novella fosse un nuovo catechismo, ma in tutto ciò che dice e fa lascia emergere qualcosa della grande Buona Novella che lo abita, cioè, Dio, il Regno di Dio. (c) Cura ogni malattia e infermità. Ciò che più segnava la vita della gente povera era la malattia, qualsiasi tipo di malattia, e ciò che più distingue l’attività di Gesù è la consolazione della gente, che lui solleva dal dolore.
- Matteo 9,36: La compassione di Gesù dinanzi alla situazione della gente. “Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore”. Gesù accoglie le persone come sono davanti a lui: malate, sfinite, stanche. Lui si comporta come il Servo di Isaia, il cui messaggio centrale consiste in “consolare la gente” (cf. Is 40,1). L’atteggiamento di Gesù verso la gente era come l’atteggiamento del Servo, la cui missione era così definita: “Non griderà, né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà la canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta” (Is 42,2-3). Come il Servo, anche Gesù si commuove vedendo la situazione della gente “stanca, sfinita e abbattuta, come pecore senza pastore”. Lui comincia ad essere Pastore identificandosi con il Servo che diceva: “Il Signore mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare lo sfiduciato” (Is 49,4ª). Come il Servo, Gesù diventa discepolo del Padre e del popolo e dice: “Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati (Is 49,4b). E dal contatto con il Padre Gesù riceve la parola di consolazione da comunicare ai poveri.
- Matteo 9,37-38: Gesù coinvolge i discepoli nella missione. Dinanzi all’immensità dell’azione missionaria, la prima cosa che Gesù chiede ai discepoli è di pregare: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate, dunque, il padrone della messe che mandi operai nella sua messe”. La preghiera è la prima forma di impegno dei discepoli con la missione. Perché se si crede nell’importanza della missione che si ha, si fa il possibile perché non muoia con noi, bensì che continui negli altri mediante noi e dopo di noi.
- Matteo 10,1: Gesù conferisce ai discepoli il potere di curare e di scacciare i demoni. “Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità”. La seconda cosa che Gesù chiede ai discepoli non è che comincino a insegnare dottrine e leggi, bensì che aiutino la gente a vincere la paura degli spiriti immondi e che aiutino nella lotta contro le infermità. Oggi, coloro che fanno più paura ai poveri sono certi missionari che li minacciano con il castigo di Dio e con il pericolo del demonio. Gesù fa il contrario: “Se invece scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio” (Lc 11,20). E’ triste dirlo, ma oggi ci sono persone che hanno bisogno del demonio per poterlo scacciare e così guadagnano soldi. Per loro vale la pena leggere ciò che disse Gesù contro i farisei e i dottori della legge (Mt 23).
- Matteo 10,5-6: Rivolgetevi prima alle pecore perdute di Israele. Gesù manda i dodici con queste raccomandazioni: “Non prendete il cammino dei pagani, e non entrate nelle città dei samaritani. Andate prima alle pecore perdute della casa di Israele”. Inizialmente la missione di Gesù era diretta alle “pecore perdute di Israele”. Chi erano queste pecore perdute di Israele? Erano forse le persone escluse, come per esempio le prostitute, i pubblicani, gli impuri, considerati persi e condannati dalle autorità religiose dell’epoca? Erano i dirigenti, cioè i farisei, i sadducei, gli anziani e i sacerdoti che si consideravano il popolo fedele di Israele? O erano le moltitudini stanche e sfinite, come pecore senza pastore? Probabilmente, qui nel contesto del vangelo di Matteo, si tratta di questa gente povera e abbandonata che è accolta da Gesù (Mt 9,36-37). Gesù voleva che i discepoli partecipassero con lui alla missione insieme a queste persone. Pero nella misura in cui lui si occupa di queste persone, Gesù stesso espande l’orizzonte. Nel contatto con la donna Cananea, pecora perduta di altra razza e di altra religione, che vuole essere ascoltata, Gesù ripete ai suoi discepoli: “Sono stato mandato solo per le pecore perdute di Israele” (Mt 15,24). E dinanzi all’insistenza della madre che non cessa di intercedere per la figlia, Gesù si difende dicendo: “Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini” (Mt 15,26). Ma la reazione della madre fa cadere la difesa di Gesù: “E’ vero, Signore, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni” (Mt 15,27). E di fatto, c’erano molte briciole! Dodici cesti pieni di pezzi che avanzavano dalla moltiplicazione dei pani per le pecore perdute di Israele (Mt14,20).
La risposta della donna smonta gli argomenti di Gesù.
Lui si occupa della donna: Gesù ascolta la donna: “Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri.” E da quell’istante sua figlia fu guarita”. (Mt 15,28). Attraverso l’attenzione continua data alle pecore perdute di Israele, Gesù scopre che in tutto il mondo ci sono pecore perdute che vogliono mangiare le briciole.
- Matteo 10,7-8: Riassunto dell’attività di Gesù. “Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Come rivelare la vicinanza del Regno? La risposta è semplice e concreta: curando malati, risuscitando morti, purificando i lebbrosi, scacciando i demoni e servendo gratuitamente, senza arricchirsi del servizio alla gente. Dove questo avviene il Regno si rivela.
Per un confronto personale
- Noi tutti riceviamo la stessa missione data da Gesù ai discepoli e alle discepole. Sei cosciente di questa missione? Come vivi la tua missione?
- Nella tua vita, hai avuto qualche contatto con le pecore perdute, con gente stanca e sfinita? Quale lezione ne hai tratto?
Preghiera finale
Il Signore risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite; egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome. (Sal 146)
Domenica, 5 dicembre 2021
La predicazione di Giovanni Battista
Prepararci per la visita di Dio
Orazione iniziale
Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l’hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.
Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.
Lettura
- a) Chiave di lettura:
Il testo del Vangelo di questa seconda domenica di Avvento ci presenta Giovanni Battista, profeta, che appare nel deserto per preparare la via del Signore. La gente, da secoli, viveva già in attesa della venuta del Messia, ma il dominio sempre più pesante dell’occupazione romana aveva fatto aumentare il desiderio della venuta del Liberatore, del Salvatore. L’apparizione di Giovanni nel deserto era un segnale del fatto che Dio stava di nuovo visitando il suo popolo. La redenzione era vicina!
Luca si preoccupa di collocare l’apparizione di Giovanni nel contesto politico sociale e nel contesto religioso dell’epoca. Nel contesto politico sociale, Tiberio è l’imperatore, Pilato è il governatore della Giudea, Erode governa la Galilea, Anna e Caifa sono i sommi sacerdoti. Dopo, per mezzo di un testo biblico, Luca colloca Giovanni nel contesto religioso del progetto di Dio e dice che lui è venuto per preparare la realizzazione delle speranze secolari della venuta del Messia. b) Una divisione del testo per aiutarne la lettura:
Luca 3,1-2: Collocazione dell’azione di Giovanni nel tempo e nello spazio
Luca 3,3: Riassunto dell’attività politica di Giovanni Luca 3,4-6: Illuminazione biblica dell’attività di Giovanni c) Testo:
1Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilène, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 5 Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati.
6 Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Momento di silenzio orante
perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.
Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
- Qual’è il punto di questo testo che più ti è piaciuto o che più ti ha colpito? Perché?
- In quale luogo ed in che epoca appare Giovanni? Qual’è il significato di questa indicazione di tempo e di spazio?
- Qual’è il significato dell’illuminazione biblica per capire l’attività di Giovanni?
- Deserto, via, sentieri, burrone, monte, colle, passi tortuosi, luoghi impervi: qual’è il significato di queste immagini per capire meglio l’attività di Gesù? e) Qual’è il messaggio di questo testo per noi oggi?
Per coloro che vorrebbero approfondire maggiormente il tema
- a) Contesto di ieri e di oggi:
- Luca colloca l’attività di Giovanni Battista nel 15º anno del governo di Tiberio, imperatore di Roma. Tiberio fu imperatore dal 14 al 37 dopo Cristo. Nell’anno 63 prima di Cristo, l’impero romano aveva invaso la Palestina, imponendo al popolo una dura schiavitù. Le sommosse popolari si succedevano, una dopo l’altra, soprattutto in Galilea, ma furono duramente represse dalle legioni romane. Dal 4 anno prima di Cristo fino al 6 dopo Cristo, cioè durante il governo di Archelao, la violenza si fece sentire in Giudea.
Questo fatto spinse Giuseppe e Maria a tornare verso Nazaret in Galilea e non verso Betlemme in Giudea (Mt 2,22). Nell’anno 6, Archelao fu deposto e la Giudea divenne una Provincia Romana con il Procuratore nominato direttamente dall’Imperatore di Roma. Pilato fu uno di questi procuratori. Governò dall’anno 25 al 36. Questo cambiamento nel regime politico portò una certa calma, ma sommosse sporadiche, come quella di Barabba (Mc 15,7) e la loro immediata repressione romana (Lc 13,1), ricordavano l’estrema gravità della situazione. Bastava che qualcuno attizzasse la brace per fare esplodere l’incendio della rivolta! La calma era appena una tregua,
un’occasione offerta dalla storia, da Dio, affinché il popolo potesse fare una revisione del cammino intrapreso (cf Lc 13,3.5) e, così, evitare la distruzione totale. E Roma era crudele. In caso di una rivolta, la finirebbe con il Tempio e la Nazione (Giovanni 11,48; cf Lc 13,34-35; 19,41-44).
- É in questo contesto che, verso l’anno 28 dopo Cristo, Giovanni Battista appare come profeta nel deserto. Luca parla della grande aspettativa che si creò tra la gente attorno alla predicazione di Giovanni Battista, che annunciava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Anche oggi esiste una grande aspettativa di conversione e di riconciliazione con Dio che si manifesta in molti modi: la ricerca di un significato da dare alla vita, la ricerca di spiritualità, il movimento internazionale del Foro Sociale Mondiale “Un altro mondo è possibile!”, e tanti altri movimenti religiosi. Sociali e politici alla ricerca di un mondo più umano che rivelano il desiderio di conversione o di riconciliazione con Dio. L’avvento è un tempo appropriato per rinnovare in noi questo desiderio di mutamento, di conversione e di riavvicinamento a Dio. b) Commento del testo:
Luca 3,1-2: Ricordando gli antichi profeti
Il modo in cui Luca introduce la predicazione di Giovanni è molto simile all’inizio dei libri degli antichi profeti. Loro solevano indicare i nomi dei re, durante il cui governo il profeta svolgeva la sua attività. Vedasi per esempio Isaia (Is 1,1), Geremia (Gr 1,1-3), Osea (Os 1,1), Amos (Am 1,1) ed altri. Luca fa la stessa cosa per dire che, quasi 500 anni senza avere un profeta, appare di nuovo un profeta che si chiama Giovanni, figlio di Zaccaria e di Elisabetta. Luca si preoccupa di collocare gli avvenimenti nel tempo e nello spazio. Presenta i nomi dei governanti e descrive i luoghi dove Giovanni agiva. La storia della salvezza, infatti, non è una storia diversa dalla storia umana e dalla nostra storia personale.
Questa preoccupazione di Luca suscita una curiosità. Oggigiorno, quando una persona è ordinata sacerdote o fa la professione perpetua, si è soliti stampare un’immagine ricordo in cui è indicata la data ed il luogo dell’ordinazione o della professione e si aggiunge una frase significativa della Bibbia o di un santo per esprimere il significato dell’ordinazione o della professione per la sua vita. Ma non si vede mai una piccola immagine, per esempio, dicendo “Nel quinto anno di Bush, presidente degli Stati Uniti; essendo Blair il presidente del consiglio del Regno Unito; Prodi il presidente del consiglio d’Italia; Zapatero presidente del consiglio della Spagna; essendo Joseph Ratzinger Papa con il nome di Benedetto XVI, ricevetti l’ordinazione sacerdotale per annunciare la Buona Notizia ai poveri, per aprire gli occhi ai ciechi, per liberare gli oppressi ed annunciare un anno di grazia da parte del Signore!” Perché Luca sceglie di collocare i dati della storia della salvezza nell’insieme della storia dell’umanità?
Luca 3,3: Pentimento e perdono
Giovanni percorre la regione del Giordano predicando un battesimo di penitenza per ottenere il perdono dei peccati. Pentimento (in greco: metanoia) significa mutamento non solo del comportamento morale, ma anche e soprattutto della mentalità. Mutamento nel modo di pensare!
La gente doveva prendere coscienza del fatto che il suo modo di pensare, segato dal “fermento dei farisei e di Erode” (Mc 8,15), cioè dalla propaganda del governo e dalla religione ufficiale, era sbagliato e doveva cambiare. Il perdono porta con sé la riconciliazione con Dio e con il prossimo. In questo modo, Giovanni annunciava un nuovo modo in cui il popolo si metteva in rapporto con Dio. Riconciliazione sarà anche il marchio della predicazione di Gesù: riconciliarsi fino a “settanta volte sette” (Mt 18,22).
Luca 3,4-6: Definisce la missione di Giovanni
Luca cita il seguente testo di Isaia per aiutare i lettori a capire meglio il senso della predicazione di Giovanni: “Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura. Allora si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà».” (Is 40,3-5). In questo testo, Isaia annunciava il ritorno del popolo dall’esilio verso la Palestina e lo descriveva come se fosse un nuovo Esodo. Era come se la gente, ritornando dalla prigionia di Babilonia, uscisse dall’Egitto ed entrasse di nuovo nel deserto. Per Luca, Gesù inizia un nuovo esodo che era preparato dalla predicazione di Giovanni nel deserto.
I vangeli di Matteo (Mt 3,3) e di Marco (Mc 1,3) citano anch’essi la stessa frase di Isaia, ma citano solo l’inizio (Is 40,3). Luca la cita interamente fino a dove Isaia dice: “Ed ogni uomo vedrà la gloria del Signore” (Is 40,5). L’espressione “ogni uomo” significa ogni essere umano.
Questa piccola differenza indica la preoccupazione di Luca nel mostrare alle comunità che l’apertura per i pagani era già prevista dai profeti! Gesù è venuto non solo per i giudei ma affinché “ogni essere umano” potesse vedere la salvezza di Dio. Luca scrive il suo vangelo per le comunità della Grecia che, nella loro maggioranza, erano pagani convertiti.
- c) Ampliando le informazioni:
Giovanni, il profeta – Fin dal secolo VI prima di Cristo, era cessata la profezia. “Non esistono più profeti”, si diceva (Sl 74,9). La gente viveva in attesa del profeta promesso da Mosè (Dt 18,15; 1 Mac 4,46; 14,41). Questa lunga attesa terminò con la venuta di Giovanni (Lc 16,16).
Giovanni era considerato dal popolo non come un ribelle del tipo di Barabba, né come uno scriba o fariseo, ma come un profeta atteso da tutti (Lc 1,76). Molti pensavano che fosse lui il Messia.
Fino all’epoca di Luca, negli anni ’80, c’erano persone e soprattutto giudei che consideravano Giovanni il Messia (At 19,1-6).
Giovanni arriva ed annuncia: “Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino!” (Mt 3,2). Fu messo in carcere per il suo coraggio di denunciare gli errori sia del popolo che degli uomini di governo (Lc 3,19-20). Gesù, nell’udire che Giovanni era in carcere, ritorna in Galilea ed annuncia le stesse cose annunciate da Giovanni: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo” (Mc 1,15). Gesù continua la predicazione di Giovanni e va oltre. In Giovanni termina il Vecchio Testamento, in Gesù inizia il Nuovo. Gesù arriva a dire: “Io vi dico, tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni; però il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui” (Lc 7,28).
Il contenuto della predicazione di Giovanni (Luca 3,7-18) – Giovanni attira moltitudini predicando un battesimo di mutamento e di perdono dei peccati. Segno che la gente voleva cambiare e desiderava rapportarsi con Dio in un nuovo modo. Giovanni denunciava gli errori ed attaccava i privilegi. Diceva che il fatto di essere figli di Abramo non offriva nessuna garanzia né vantaggi dinanzi a Dio. Per Dio, diceva lui, la pietra ed il figlio di Abramo sono la stessa cosa: “Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre!” (Lc 3,8) Ciò che promuove la persona dinanzi a Dio non è il privilegio di essere figlio di Abramo, ma la pratica che produce buoni frutti.
Luca indica tre categorie di persone che vanno a chiedere a Giovanni: “Cosa dobbiamo fare?”: il popolo (Lc 3,10), i pubblicani (Lc 3,12) ed i soldati (Lc 3,14). La risposta per il popolo è semplice: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto!” (Lc 3,11) Risposta chiara: la condivisione dei beni è la condizione per ricevere la visita di Dio e passare dal Vecchio al Nuovo Testamento. Nella risposta per i pubblicani (Lc 3,13) e per i soldati (Lc 3,14) Giovanni chiede la stessa cosa, ma applicata alla loro categoria. I pubblicani non possono incassare più di quanto è permesso. Lo sfruttamento della gente da parte dei pubblicani era la piaga della società di quell’epoca. I soldati non possono più estorcere o fare false denuncie, devono contentarsi con il salario.
Quando Luca scrive, verso gli anni 80, c’era ancora molta gente che pensava che Giovanni fosse il Messia (Cfr At 19,3; 13,15). Luca riporta le parole stesse di Giovanni per aiutare i lettori a collocare la persona di Giovanni nell’insieme della storia della salvezza. Giovanni riconosce che Gesù è il più forte. La differenza tra lui e Gesù sta nel dono dello
Spirito che sarà dato attraverso Gesù. Luca mostra che l’idea che Giovanni aveva del Messia non era completa. Per Giovanni, il Messia sarebbe un giudice severo, pronto ad iniziare un giudizio, una condanna (Lc 3,17). Forse per questo Giovanni, più tardi, ebbe problema nel riconoscere Gesù come il Messia (Lc 7,18-28), poiché Gesù non si comportava come un Giudice severo che condannava. Anzi riuscì a dire: “Io non condanno nessuno!” (Gv 8,15; 12,47) Invece del giudizio e della condanna, mostrava tenerezza, accoglienza verso i peccatori e mangiava con loro.
Pregare con il Salmo 15 (14)
Signore, chi può entrare nel tuo santuario?
Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sul tuo santo monte? Colui che cammina senza colpa, agisce con giustizia e parla lealmente, non dice calunnia con la lingua, non fa danno al suo prossimo e non lancia insulto al suo vicino. Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore.
Anche se giura a suo danno, non cambia; presta denaro senza fare usura, e non accetta doni contro l’innocente. Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre.
Orazione Finale
Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell’unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen
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