Le Rivelazioni del Divino Amore – #14
Le Rivelazioni del Divino Amore
LE SEDICI RIVELAZIONI
Quattordicesima rivelazione
Dopo ciò nostro Signore mi fece una rivelazione sulla preghiera, e in essa vidi due condizioni rispondenti
all’intenzione del Signore: una è che la preghiera sia retta, l’altra è che la nostra fiducia sia sicura.
E disse: “Sono io il fondamento della tua supplica.
Anzitutto è mia volontà che tu preghi, e poi faccio sì che questa sia anche la tua volontà, e dopo ti faccio pregare.
E tu mi supplichi, e come potrebbe essere che tu non sia esaudita nella tua supplica?”
E così, con il primo motivo, e con i tre che seguono, il nostro buon Signore mi mostrò un grande conforto, e lo
si può vedere nelle stesse parole…
Perché tutte le cose che il nostro buon Signore ci fa chiedere, è Lui stesso che le ha preordinate per noi fin dall’eternità.
In questo possiamo allora vedere che non è il nostro Signore la causa della bontà e della grazia che Egli ci dona, ma la sua propria bontà…
Nostro Signore si rallegra e gioisce moltissimo per la nostra preghiera: Egli l’aspetta, la desidera, perché con la sua grazia essa ci fa simili a Lui nella condizione, cosi
come lo siamo per natura, e tale e la sua beata volontà.
Poiché Egli dice cosi:
“Prega di tutto cuore, anche se ti sembra di non trarne alcun gusto, perché é certo cosa vantaggiosa, anchese tu non lo senti. Prega di tutto cuore, anche se tu non senti niente, anche se non vedi niente, si, anche se pensi di non riuscirci, poiché è nell’aridità e nella sterilità, nella malattia e nella debolezza, che la tua preghiera mi è molto gradita, anche se tu pensi che non ti dia se non uno scarso gusto”…
Nostro Signore vuole che abbiamo una corretta intelligenza in particolare circa tre cose che appartengono alla nostra preghiera.
La prima ci dice da chi e come ha origine la nostra preghiera.
Il “da chi” Egli lo mostra quando dice: “Io sono il fondamento” e il “come” è per la sua bontà, poiché dice: “Prima di tutto questa è la mia volontà”.
La seconda è circa il modo e l’uso che dovremmo fare della nostra preghiera, ed è che la nostra volontà
sia gioiosamente in accordo con la volontà di nostro Signore
E questo egli intende quando dice: “lo faccio si che questa sia anche la sua volontà”.
La terza riguarda il finto e lo scopo della nostra preghiera ed è essere unite simili a nostro Signore in ogni cosa…Questa è la volontà di nostro Signore, che la nostra
preghiera e la nostra fiducia siano ambedue grandi. Poiché se la nostra fiducia non è grande quanto la nostra preghiera, non onoriamo pienamente nostro Signore
nella nostra preghiera, e inoltre siamo causa di impaccio e di sofferenza a noi stessi.
Ma, talvolta, pensiamo di aver pregato per molto tempo senza ricevere quello che abbiamo chiesto.
Questo però non dovrebbe deprimerci, poiché sono sicura che nelle intenzioni di Dio ciò significa che, o dobbiamo attendere un tempo migliore, o una grazia
più grande, o un dono più bello…
Se preghiamo e non vediamo che Egli opera, diventiamo tristi e pieni di dubbi, e questo non torna a onore di Dio.
E se vediamo che Egli opera, ma non preghiamo, non compiamo il nostro dovere.
E non può essere così, voglio dire, non è questo ciò che Egli desidera.
Ma il vedere che Egli opera e il pregare allo stesso tempo, questo è ciò che gli dà gloria e aiuta noi…
La preghiera unisce l’anima a Dio perché, benché l’anima sia sempre simile a Dio nella sua natura e nella sostanza restaurata dalla grazia, è spesso dissimile da
Lui nella sua condizione, a causa del peccato commesso dall’uomo.
Allora la preghiera dimostra che l’anima vuole quello che Dio vuole, e conforta la coscienza e rende l’uomo adatto alla grazia…
Quando un’anima è tentata, tribolata e lasciata a se stessa a motivo della sua inquietudine, allora è temро pregare perché diventi malleabile e obbediente a Dio.
Ma nessuna specie di preghiera può rendere Dio docile all’uomo, perché Egli è sempre il medesimo nell’amore. E così capii che quando ne vediamo la necessità e
preghiamo, Dio nostro Signore ci segue e aiuta il nostro desiderio…
Dio ci giudica secondo la nostra sostanza naturale, che in Lui rimane sempre uguale, integra e intatta, eternamente, e questo giudizio nasce dalla sua giustizia.
L’uomo giudica secondo la sua mutevole sensualità, che ora sembra in un modo ora in un altro…
Il primo giudizio che deriva dalla giustizia di Dio e dal suo sublime infinito amore, è quel mirabile dolce giudizio che fu manifestato durante tutta quella bella
rivelazione nella quale vidi che Egli non ci attribuisce biasimo alcuno.
E benché queste cose fossero dolci e soavi, tuttavia, contemplandole da sole, non riuscivo a essere completamente tranquilla, e questo a motivo del giudizio del
la santa Chiesa, che avevo prima inteso e che mi stava continuamente davanti agli occhi.
E dunque, secondo questo giudizio, mi sembrava che dovessi necessariamente riconoscermi come peccatrice. E dal medesimo giudizio sapevo che i peccatori
incorrono talvolta nel biasimo e nell’ira, ma non riuscivo a vedere in Dio queste due cose. E allora il mio desiderio di sapere era più forte di quanto riesca a dire…
era mio desiderio che io potessi vedere in Dio in che maniera il giudizio della santa Chiesa, qui sulla terra, è vero davanti a Lui, e in che modo mi sia dato di averne
una conoscenza esatta con la quale poterli riconciliare ambedue…
Ma non potremo mai conoscere pienamente noi stessi, fino all’ultimo istante nel quale questa vita transitoria e tutte le specie di dolore e di pena avranno termine…
appartiene specificamente alle nostre facoltà… bramare e desiderare, con tutte le nostre forze, di conoscere noi stessi e, quando questa conoscenza sarà piena, conosce-remo veramente e chiaramente il nostro Dio nella pienezza di una gioia infinita…
In questa contemplazione, mi sembro che fosse necessario vedere e sapere che siamo peccatori, e che commettiamo molte mancanze che dovremmo evitare, e omettiamo molte opere buone che dovremmo fare, per il che ci meritiamo dolore, biasimo e ira.
Ma nonostante tutto ciò vidi veramente che nostro Signore non fu mai adirato, ne mai lo sarà.
Perché Egli è Dio, Egli è buono, Egli è verità, Egli è amore, Egli è pace, e la sua potenza, la sua sapienza, la sua carità e la sua unità non permettono che Lui si adiri.
Perché vidi veramente che è contro la proprietà della sua potenza adirarsi, e contro la proprietà della sua sapienza, e contro la proprietà della sua bontà.
Dio è quella bontà che non può mai adirarsi, perché Dio non è altro che bontà. La nostra anima è unita a Lui, bontà immutabile.
E tra Dio e la nostra anima non c’è per Lui né ira né perdono, poiché la nostra anima è così intensamente unita a Dio per la bontà di Lui, che tra Dio e la nostra anima non può esserci assolutamente nulla… lo vidi nella medesima visione grandi segreti nascosti che non potranno mai essere conosciuti fino al tempo in cui Dio nella sua bontà, ci renderà degni di vederli.
E con questo io sono interamente appagata, rimanendo nella volontà di nostro Signore…
Secondo l’insegnamento precedentemente ricevuto, pensavo che la misericordia di Dio fosse il placarsi della sua ira dopo che noi avevamo peccato…
ma per quanto potessi riflettere e cercare, non riuscivo a vedere questo aspetto in nessuna rivelazione…
questo dunque compresi.
L’uomo in questa vita è un essere mutevole, e per la sua ingenuità e ignoranza cade nel peccato,
Egli non è forte né saggio in se stesso, e anche la sua volontà è appesantita nel momento in cui si trova nella tempesta, nel dolore e nell’afflizione.
E la causa è la cecità, perché egli non vede Dio: perché se egli vedesse Dio continuamente non avrebbe sentimenti cattivi, né alcun tipo di impulso o di afflizione che conducono al peccato…
La vera speranza era nell’amore infinito nel quale vidi che sarei stata custodita per la sua misericordia e portata poi alla felicità…
Il nostro buon Signore, lo Spirito Santo, che è vita eterna dimorante nella nostra anima, ci custodisce con assoluta fedeltà e opera nell’anima la pace, e con la zia la porta alla tranquillità, e la rende obbediente e la unisce a Dio.
E questa è la misericordia e la strada lungo la quale il nostro Signore continuamente ci guida, fino a che noi rimaniamo in questa vita mutevole.
Perché io non vidi ira alcuna se non da parte dell’uomo, e questa Egli la perdona in noi, poiché l’ira non è altro che perversità e opposizione alla pace e all’amore…
Ed essa proviene o da una mancanza di forza, o da una mancanza di saggezza, o da una mancanza di bontà, e tale mancanza non è in Dio ma in noi…
E però, in tutto questo, il docile occhio della pietà e dell’amore non si allontana mai da noi, né viene a cessare l’azione della misericordia.
Poiché contemplai la proprietà della misericordia, e contemplai la proprietà della grazia; esse hanno due modi di operare in un unico amore. La misericordia è
una proprietà piena di compassione che appartiene alla maternità in un tenero amore, e la grazia è una proprietà piena di gloria che appartiene alla regale sovranità
nel medesimo amore. La misericordia opera custodendo, sopportando, ravvivando e risanando, e tutto viene
dalla tenerezza dell’amore; la grazia opera con misericordia, sollevando, ricompensando, superando continuamente quanto meriterebbero il nostro amore e il nostro travaglio, diffondendo largamente e manifestando l’alta generosità e la grande magnanimità della signoria regale di Dio…
Fu motivo di alta meraviglia, per l’anima che contemplava con grande diligenza, quanto fu mostrato in tutte le rivelazioni, che cioè Dio nostro Signore, per quanto lo riguarda, non può perdonare semplicemente perché non può adirarsi; sarebbe impossibile… se Dio potesse adirarsi per un momento, noi non avremmo né vita, né base, né esistenza poiché, com’è vero che riceviamo il nostro essere dall’infinita potenza di Dio e dalla sua infinita sapienza e infinita bontà, è altrettanto vero che siamo mantenuti in vita nell’infinita potenza di Dio, nella sua infinita sapienza e infinita bontà. Poiché anche se sperimentiamo in noi stessi l’ira, il conflitto e la lotta, restiamo tuttavia misericordiosamente racchiusi nella mitezza di Dio e nella sua mansuetudine, nella sua benignità e nella sua accondiscendenza…
Poiché l’istinto di opposizione è la causa di tutte le nostre tribolazioni e di tutte le nostre afflizioni: e il nostro Signore Gesú le prende e le manda su nel cielo, e là esse sono rese più dolci e soavi di quanto il cuore possa pensare o la lingua esprimere.
E quando arriveremo lassù le troveremo pronte per noi, tutte trasformate in vera bellezza e gloria eterna…
Pensavo:
“Se la metto così, che noi non siamo peccatori né meritevoli di biasimo, mi sembra di sbagliare e di smarrire la conoscenza di questa verità.
E se è vero che siamo peccatori e meritevoli di biasimo, Signore buono, come può essere che io non veda in te questa verità, Tu che sei il mio Dio, il mio creatore nel quale desidero vedere ogni verità?”.
Tre ragioni mi fanno così ardita da porre questa domanda: la prima è che si tratta di una cosa molto piccola, perché se fosse una cosa grande avrei timore a chiedere.
La seconda è che è una cosa molto comune, perché se fosse particolare e segreta, di nuovo avrei paura.
La terza è che ho bisogno di sapere, mi sembra, se devo continuare a vivere qui, come riconoscere il bene e il male, così da potere, con la ragione e con la grazia,
distinguerli più chiaramente e quindi amare il bene e odiare il male, come insegna la santa Chiesa…
E allora il nostro cortese Signore rispose in una rivelazione molto nebulosa, con il meraviglioso esempio di un signore che aveva un servo…
Il signore sta seduto solennemente in quiete e in pace. Il servo sta in piedi davanti al suo signore, rispettosamente pronto a fare la volontà del suo signore. Il Signore rivolge al suo servo uno sguardo pieno di amore, di dolcezza e di mansuetudine. Lo manda in un certo luogo a fare la sua volontà. Il servo non solo va, ma subito balza su e corre in spinge a fare la volontà del suo signore.
E improvvisamente cade in un precipizio e si fa molto male; e allora si lamenta, geme, si contorce, si dibatte, ma non riesce ad alzarsi né può aiutarsi da solo in alcuna maniera.
E in tutto questo, la cosa più dolorosa che vidi in lui era la mancanza di conforto, perché non poteva girare il suo volto per guardare in alto verso il suo amabile signore, che era vicinissimo a lui, nel quale c’è la pienezza della consolazione; ma da uomo debolissimo e poco saggio in quel momento, era tutto intento alle sensazioni che provava e rimaneva nella sua afflizione, nella quale soffriva sette grandi dolori.
Il primo era la brutta ferita che si era fatto cadendo e che gli procurava grandi pene. Il secondo era la pesantezza del suo corpo. Il terzo era la debolezza che derivava da queste due cose.
Il quarto era il fatto che la sua ragione era cieca, e la sua mente intontita al punto che aveva quasi dimenticato di volersi bene. Il quinto era che non poteva alzarsi.
Il sesto era il dolore che mi stupiva di più, ed era che giaceva solo. Mi guardai attorno e contemplai, ma né lontano né vicino, né in alto né in basso riuscii a vedere
per lui aiuto alcuno.
Il settimo era che il posto in cui giaceva era angusto, aspro e angosciante…
Allora parlò quel cortese signore così: “Guarda il mio amato servo, quanta pena e quante ferite ha ricevuto mettendosi al mio servizio per amore, sì, e per la sua buona volontà.
Non è forse ragionevole che io lo ricompensi per la paura e lo spavento, per il dolore e le ferite, e per tutta questa sofferenza?
E non basta: non tocca forse a me dargli un dono che sia per lui migliore e più glorioso di quanto non sarebbe la sua stessa salute? …
Una ricompensa alta, beatissima, eterna, superiore a quella che avrebbe avuto se non fosse caduto, si, talmente superiore che la sua caduta e tutta la sofferenza che ne è derivata sarà trasformata in gloria sublime incomparabile, e in felicità eterna”.
Lo stupore per l’esempio visto non mi lasciava mai poiché mi sembrava che mi fosse stato dato come risposta al mio desiderio…
Nel servo, infatti, che rappresentava Adamo, vedevo molti aspetti diversi che non potevano in alcun modo essere riferiti al solo Adamo…
Per vent’anni meno tre mesi, dopo che ebbi la visione. ricevetti un insegnamento interiore che diceva: “Tocca a te fare attenzione a tutti gli aspetti e le circostanze che
ti furono mostrati nell’esempio, anche se tu ritieni che per te siano nebulosi e indifferenti”. Io acconsentii volentieri…
E allora vidi che solo il dolore biasima e punisce, mentre il nostro cortese Signore conforta e soccorre, e mostra sempre all’anima un volto gioioso, pieno di amore e desiderio di portarci nella sua felicità…
La compassione e la pietà del Padre erano per la caduta di Adamo, che è la creatura da Lui più amata.
La gioia e la felicità erano per la caduta del suo amatissimo Figlio, che è uguale al Padre. L’aspetto misericordioso del suo volto amabile riempiva tutta la terra, e discese con Adamo negli inferi, e in grazia di questa costante pietà Adamo fu preservato dalla morte eterna…
Egli ha fatto dell’anima dell’uomo la sua città e la sua abitazione, essendo l’anima delle sue opere quella che gli piace di più.
E quando l’uomo cadde nel dolore e nella pena, non era più bello abbastanza da poter servire a quel nobile ufficio; e però il nostro Padre gentile non volle prepararsi alcun altro luogo, ma sedette sulla terra, aspettando l’umanità, che è fatta anche di terra, fino al tempo
in cui, per la sua grazia, il suo amatissimo Figlio, con le sue dure sofferenze, ebbe riportato la sua città alla nobile bellezza primitiva…
Riflettevo, pensando quale potesse essere il tipo di lavoro che il servo doveva fare.
E allora compresi che egli doveva fare il più grande lavoro e la più dura fatica che ci sia: doveva fare il giardiniere, cioè zappare e scavare e sudare e rivoltare la terra su e giù, e vangare in profondità e innaffiare le piante al tempo giusto.
E doveva perseverare nel suo lavoro, e far scorrere dolci ruscelli e far crescere ricchissimi frutti da portare davanti al suo signore per servirlo secondo i suoi gusti…
E all’infuori del signore non c’era che il deserto…
E così il nostro buon Signore Gesù ha preso su di sé tutto il nostro biasimo; e perciò il nostro Padre non può e non vuole attribuirci nessun biasimo, come non farebbe con il suo amatissimo Figlio Gesù Cristo…
Poiché tutta l’umanità che sarà salvata per la dolce incarnazione e passione di Cristo, tutta è umanità di Cristo…
Gesù è in tutti quelli che saranno salvati, e tutti quelli che saranno salvati sono in Gesù, e questo è opera della carità di Dio, con l’obbedienza, l’umiltà, la pazienza e le virtù, che è quanto dobbiamo fare noi…
E così io vidi che Dio è contento di essere nostro Padre, e Dio è contento di essere nostra madre, e Dio è contento di essere il nostro vero sposo, e l’anima la sua amata sposa.
E Cristo è contento di essere nostro fratello, e Gesù e contento di essere il nostro salvatore. Queste sono cinque grandi gioie nelle quali, a quanto capisco, Egli vuole che noi ci rallegriamo, gli diamo lode, gli rendiamo grazie, lo amiamo e lo benediciamo per 1eternità, noi tutti che saremo salvati.
Durante lo scorrere della nostra vita abbiamo in noi una sorprendente combinazione di gioia e dolore.
Abbiamo in noi nostro Signore Gesù risorto, e abbiamo in noi la miseria e la rovina che ci viene dalla caduta di Adamo.
Pur morendo, siamo costantemente custoditi da Cristo, e per il tocco della sua grazia veniamo elevati a una sicura fiducia nella salvezza.
A causa della caduta di Adamo, la nostra sensibilità è come frantumata in diverse maniere dal peccato e da svariate sofferenze, e questo ci procura una tale oscurità
e cecità che difficilmente riusciamo ad avere un qualche conforto. Ma nel nostro cuore noi restiamo in attesa di Dio, e abbiamo una costante fiducia di ottenere grazia
e misericordia: questo è effetto della sua azione in noi, e la sua bontà apre gli occhi del nostro intelletto così da riuscire a vedere…
… Vidi e compresi nel pensiero di nostro Signore che noi non possiamo, in questa vita, essere interamente liberi dal peccato, in assoluta purezza, come saremo in cielo. Ma possiamo, con l’aiuto della grazia, tenerci lontani dai peccati che ci porterebbero alla pena eterna… Cosi continuiamo ad andare avanti con Dio nell’amore, senza sprofondare da una parte troppo in basso, finendo nella disperazione, e dall’altra comportandoci da sventati, come se la cosa non ci importasse molto.
Dobbiamo invece riconoscere umilmente la nostra debolezza, sapendo che non riusciamo a stare in piedi neanche per un batter d’occhio senza l’aiuto della grazia, e stringerci a Dio con riverenza, mettendo solo in Lui la nostra fiducia…
In questa rivelazione vidi e compresi, con assoluta certezza, che in ogni anima che sarà salvata c’è una volontà buona che non ha mai acconsentito né mai acconsentirà al peccato; volontà che è talmente buona da non volere mai il male, ma sempre e costantemente il bene
al cospetto di Dio.
Perciò nostro Signore vuole che sappiamo e crediamo con fede questa cosa: che, cioè, noi tutti abbiamo veramente questa volontà benedetta custodita integralmente in nostro Signore Gesù Cristo, poiché ogni natura con cui il cielo sarà riempito deve per forza, per la giustizia di Dio, essere cosi legata e unita a Lui da conservare, in sé, una sostanza che non può mai né deve essere separata da Lui…
Compresi che l’anima dell’uomo è fatta dal nulla, il che vuol dire che non è stata fatta con niente di ciò che è creato: cosi, quando Dio doveva fare il corpo dell’uomo, prese il fango della terra, che è un materiale in cui sono mischiate e unite tutte cose fisiche, e con quello fece il corpo dell’uomo.
Ma per fare l’anima non prese proprio nulla, ma semplicemente la creo. E così la natura creata è giustamente unita al creatore, che è sostanzialmente natura increata, cioè Dio.
Ed ecco perché non c’è, né mai ci sarà, alcunché tra Dio e l’anima dell’uomo…
In questo eterno amore noi siamo guidati e custoditi da Dio, e non andremo mai perduti: Egli vuole, infatti, che noi sappiamo che la nostra anima e vita, e questa vita, per la sua bontà e la sua grazia, durerà in cielo senza fine, dove sarà amore, ringraziamento e lode di Lui.
E allo stesso modo in cui saremo per l’eternità, siamo anche stati custoditi come un tesoro e nascosti in Dio, conosciuti e amati fin dal principio…
E per il grande eterno amore che ha per tutta l’umanità, Dio non fa alcuna distinzione tra l’amore tra l’anima beata di Cristo e la più piccola anima che sarà salvata..
La nostra fede è una virtù che viene dalla nostra sostanza naturale e scende nella nostra anima sensuale per opera dello Spirito Santo, e con questa virtù vengono a noi tutte le nostre virtù…
Dio è più vicino a noi di quanto non lo sia la nostra anima, poiché Egli è il fondamento su cui sta la nostra anima, ed è il mezzo che tiene unite la sostanza e la sensualità, così che non si separino mai.
Poiché la nostra anima risiede in Dio in un vero riposo, e la nostra anima sta in Dio in una forza sicura, e la nostra anima è per natura radicata in Dio in un amore infinito…
E nonostante tutto ciò, non riusciremo mai a raggiungere la piena conoscenza di Dio fino a che non avremo prima conosciuto chiaramente la nostra anima.
Poiché, fino a che essa non è nella pienezza delle sue facoltà, noi non possiamo essere completamente santi: questo avverrà quando la nostra sensualità, in virtù della passione di Cristo, sarà elevata e portata nella sostanza, con tutti i vantaggi della nostra tribolazione che
nostro Signore a tara guadagnare per la sua misericordia e grazia…
Quanto alla nostra sostanza, Egli ci ha fatto cosi nobili e cosi ricchi perché possiamo fare sempre la sua volontà e operare in suo onore.
Quando dico “noi”, intendo gli uomini che saranno salvati…
Nella nostra sostanza siamo perfetti, e nella nostra sensualità siamo mancanti, mancanza che Dio riparerà e trasformerà in perfezione con la sua grazia e misericordia, facendo scorrere generosamente in noi la bontà inerente alla sua natura…
Vidi che la nostra natura è intera in Dio: in essa Egli crea le diversità che fluiscono da Lui per realizzare la sua volontà, la natura le mantiene, la misericordia e la grazia le riparano e perfezionano.
Di queste cose nessuna verrà distrutta, perché la nostra natura nella sua parte superiore è unita a Dio
nell’atto della creazione, e Dio si è unito alla nostra natura nella sua parte inferiore quando si è incarnato.
Cosi, in Cristo, le nostre due nature sono unite…
Circa i comandamenti di Dio dobbiamo comprendere due cose: una è che dobbiamo conoscere e capire quali sono i suoi comandi, amarli e osservarli; l’altra è che dobbiamo conoscere le sue proibizioni per odiare e rifiutare ciò che Egli non vuole.
In queste due cose sono comprese tutte le nostre azioni. E pure dalla nostra fede vengono i sette Sacramenti, che si susseguono secondo l’ordine che Dio ha stabilito per noi e ogni specie di virtù.
Le medesime virtù che abbiamo ricevuto dalla nostra sostanza, che ci è stata data come natura dalla bontà di Dio, ci vengono pure donate nella grazia, per opera della misericordia, rinnovate dallo Spirito Santo: virtù e doni sono custoditi per noi come un tesoro in Cristo Gesù. Nel medesimo istante in cui Dio lo unì al nostro corpo nel ventre della Vergine, egli assunse la nostra anima sensuale, e nell’ assumerla, avendoci racchiusi tutti in sé, la uni alla nostra sostanza.
In tale unione Egli divenne uomo perfetto, poiché Cristo, avendo unito a se ogni uomo che sarà salvato uomo perfetto.
Cosi la Madonna è nostra madre; in Lei Siamo tutti racchiusi e nasciamo da Lei in Cristo, poiché Lei, che la Madre del nostro salvatore, è la madre di tutti quelli che sono salvati nel nostro salvatore; e il nostro salvatore è la nostra vera Madre, e in Lui Siamo continuamente generati e non ci separeremo mai da Lui…
A Lui piace regnare beatamente nel nostro intelletto, e risiedere in quiete nella nostra anima lavorandoci fino a trasformarci in Lui.
In tale operazione Egli vuole che siamo i suoi collaboratori, dando a Lui tutta la nostra attenzione, imparando le sue leggi, osservando la sua dottrina, desiderando che si realizzi tutto quanto Egli fa, con una fiducia totale in Lui, perché davvero vidi che la nostra sostanza è in Dio.
Dio, Trinità beata, eterno nell’essere, come è eterno senza alcun principio, cosi è eterno nel suo proposito di creare l’umanità, e questa bella natura fu anzitutto preparata per suo Figlio; e quando volle, con il pieno accordo di tutta la Trinità, Egli ci creò tutti in un istante… nella nostra creazione Dio Onnipotente è il nostro padre naturale, e Dio Onnisciente è la nostra Madre na-
turale, con l’amore e la bontà dello Spirito Santo, ed e tutto un solo Dio, un solo Signore.
E nel vincolarci e nell’unirci a Lui, Egli è il nostro vero autentico sposo e noi la sua diletta sposa e la fanciulla del suo amore, e con tale sposa Egli non e mal scontento, perché Egli dice: “lo ti amo e tu mi ami, e il nostro amore non si spezzerà mai” …
Cosi nostra Madre opera su di noi in diverse maniere, mantenendo indivise in sé le nostre due parti: in Cristo nostra Madre, infatti, noi progrediamo e cresciamo, e nella misericordia Egli ci rifà e ci riscatta, e in virtù della sua passione morte e risurrezione, ci unisce alla nostra sostanza. Cosi Cristo, nostra Madre, opera nella misericordia per tutti i suoi figli amati che gli sono docili e obbedienti…
E in Lui e per Lui siamo con forza tratti dall’interno e strappati dalla miseria terrena e gloriosamente portati in cielo, e beatissimamente uniti alla nostra sostanza, con grande accrescimento di ricchezza e nobiltà per tutta la virtù di Cristo, e per la grazia e l’azione dello Spirito Santo…
Sappiamo che le nostre madri ci generano al dolore e alla morte. Ah, cosa è mai questo?
La nostra vera Madre, Gesù, Lui solo ci genera alla gioia e alla vita eterna, sia benedetto!
Cosi Egli ci sostiene e ci porta in sé nell’ amore e nella fatica, fino alla pienezza del tempo, quando decise di sopportare le spine più acute e le pene più crudeli che mai ci furono, o che ci saranno, finendo col morire..
Per questo è per Lui un dovere il nutrirci, perché il prezioso amore della maternità lo ha fatto debitore verso di noi.
Una madre può dare al bambino il suo latte da succhiare, ma la nostra carissima Madre Gesù è in grado di nutrirci con se stesso…
E con tutti i soavi sacramenti egli ci sostenta in pienezza di misericordia e di grazia…
Una madre può stringere teneramente al petto Gesù può il suo bambino, ma la nostra tenera Madre Gesù può familiarmente farci entrare nel suo petto benedetto attraverso la dolce ferita del suo costato…
La parola “madre”, bella e piena d’amore, è in sé dolce e gentile che non può essere propriamente detta di nessuno e a nessuno, se non di Lui e a Lui, che la vera madre della vita e di tutto.
Sono proprietà della maternità l’amore naturale, la sapienza e la conoscenza, e questo è Dio…
E quanto alla nostra nascita spirituale, Egli usa una tenerezza ancora maggiore nel custodirci, qualcosa d’incomparabile, tanto più che la nostra anima è ai suoi
occhi più preziosa. Egli illumina il nostro intelletto, prepara la nostra strada, ci allevia la coscienza, ci conforta l’anima, ci accende il cuore e ci dà una parziale conoscenza e amore della sua beatissima divinità, con una memoria soave della sua dolce umanità e della sua beata passione, con una cortese meraviglia per la sua alta insuperabile bontà, e ci porta ad amare tutto quanto Egli ama per amore di Lui…
Eppure, con tutto ciò Egli permette che alcuni di noi cadano in un modo più brutto e rovinoso di quanto non sia capitato prima…
Attraverso la prova della caduta avremo una conoscenza alta e meravigliosa dell’ amore che è eternamente in Dio: torte e davvero meraviglioso è quell’ amore
che non può e non vuole spezzarsi davanti all’offesa.
E qui capii un primo vantaggio della caduta.
L’altro è l’umiltà e la mitezza che la vista del nostro peccato ci procura, perché con esse noi saremo grana mente esaltati in cielo, e a quell’altezza non saremmo mai arrivati senza questa umiltà…
E se non ci sentiamo subito alleviati, stiamo sicuri che Egli si comporta con noi come una madre saggia.
Se, infatti, vede che ci fa bene piangere e lamentarci, 1ascia cosi, con pietà e compassione, fino a che venga il tempo migliore per intervenire, e questo per amore.
E vuole che noi ci comportiamo come un bambino che, secondo la Sua natura, ha sempre fiducia nell’amore della madre, sia nella prosperità che nella disgrazia..
Presentiamo invece con umiltà il nostro lamento alla nostra carissima Madre, ed Egli ci aspergerà tutti con il suo sangue prezioso, e renderà la nostra anima malleabile e mitissima, e ci risanerà portandoci con il passare del tempo a una piena bellezza, e questo sarà altissimo
onore per Lui, e gioia senza fine per noi.
In questo lavoro dolce e bello Egli non cesserà né si fermerà mai, fino a che tutti i suoi figli siano concepiti e generati: questo Egli mi mostro quando mi fece capire la sete spirituale, che è desiderio d’amore che durerà fino al giorno del Giudizio…
E io compresi che, in questa vita, non ce condizione più alta di quella del bambino, pur con la sua debolezza e mancanza di potere e di conoscenza, fino al giorno in cui nostra Madre di grazia ci porterà alla felicità di nostro Padre.
E la conosceremo veramente cosa intende quando dice quelle dolci parole: “E tutto sarà bene, e lo vedrai da te, e ogni specie di cosa sarà bene”.